Bryant forse ci ripensa: a Bologna solo in amichevole?

SIENA. “Gentile signor Campana,
Sabatini sta facendo ridere di gusto molti appassionati italiani di basket. Le ultime proposte sembrano deliranti. Spero di leggere un suo scritto che faccia chiarezza su questa vicenda VIRTUS-KOBE. Intanto Parker e Kirilenko hanno dato una lezione di stile notevole… Se Bargnani e Gallinari avessero voluto giocare GRATIS a Milano e Roma per la durata dello sciopero la gente li avrebbe santificati e avrebbero dato uno schiaffone enorme ai divetti del calcio. Se avessero deciso come Parker e Kirilenko avrebbero guadagnato qualcosa di assolutamente meraviglioso per sempre: la stima e la simpatia della gente. Ma non sono generosi, sono ingordi. Spero in un suo intervento che chiarisca le idee, la seguono in molti.
Cordialmente, Vincenzo Mombrini.
Su questo argomento ho ricevuto altre email, bastano “3 indizi per fare una prova”, è giusto citare anche altri casi di giganti-filantropi autori di gesti come quelli di Kirilenko e Parker. A loro volta star come Dirk Nowitzky e Boris Diaw hanno pagato personalmente la copertura assicurativa per gli europei. Sarà quindi un caso – mi chiedo – se il main sponsor dei francesi, la Kinder, è italiano e ha sviluppato con i Bleus un programma di aiuto per i figli dei rifugiati in collaborazione col Governo? O la Spagna che vinto questa stagione 9 medaglie su 9 competizioni, dominato in Europa anche nella femminile, ha aperto a Dakar Casa Spagna con un’equipe di medici e insegnanti specializzati che si occuperanno di 500 ragazzini in uno dei sobborghi più poveri?
Ah, vengo al lettore nello specifico di Bargnani e Gallinari. A differenza dei colleghi “virtuosi”, per la copertura assicurativa la Fip ha dovuto mettere a bilancio la bazzecola di 160.000 e 80.000 euro, corrispondenti agli stipendi annuali di 8 e 4 milioni. Forse per il Mago la cifra è molto più alta in virtù dei 42 milioni di contratto garantiti per i prossimi 4 anni (li prenderà anche se la NBA fallisce!). Molto elegantemente persino Siena coi suoi potenti mezzi, si è tirata fuori affermando che non crede ai contratti a termine.
Mi metto dalla parte dei lettori, hanno ragione, ma non bisogna colpire i giocatori, bisogna tenersi lontano da demagogia e retorica. Ci sono cose più gravi in questo paese che dopo lo Yuppismo, l’Edonismo è sprofondato nel Relativisismo, aspettando il prossimo nefasto…ismo. Subiamo ingiustizie e torture gravi e palesi, e altre vengono ben nascoste. Faccio un esempio: perché giornali e telegiornali archiviato il successo della raccolta di firme referendaria, preferiscono dedicarsi ai processi del premier, anziché dell’input di Tremonti a Equitalia. Sapete che il cittadino che non paga entro due mesi una multa, si trova la casa ipotecata, la pensione pignorata e la Finanza può entrare nei conti correnti…?. E, ciliegina sulla torta, sono state neutralizzate le commissioni, per la ragione che vincevano puntualmente i ricorsi..
I nostri giocatori sono schiavi dello SSS (Spaghetti Star System), che nell’ultimo quinquennio ha partorito un basket in rosso e non vincente: fuori nuovamente dalle Olimpiadi e per ora dagli europei. Gli soffiano all’orecchio, ai “poveri” giocatori, che in fondo la carriere è breve. Gli inculcano il concetto che se non sfruttano questa occasione lo faranno i loro colleghi. E magari, dopo essere stati messi alla berlina dalla Tv contro Israele, adesso gli consiglieranno di tenersi lontano dalla nazionale, perché se alla fine entra in azione la macchina del fango come in politica…
Le cattive scolaresche sono figlie purtroppo di cattivi maestri, poi ci sono i signori del nostro star system, un ibrido fra il reale e il virtuale dove si pensa che le Tv riescano a sanare i bilanci, a reclutare e costruire giocatori, che si vinca col denaro, com’era in Grecia con la plutocrazia. Portano invece solo alla disillusione, al cinismo, al deprezzamento del valore sportivo.
Adoriamo quindi il marketing o il business, il campo non è il parquet ma un’economia gonfiata, si gioca su assi di legno sconnesse, pericolose. Ma lì vige la regola che tutto ha un prezzo, e che si trova sempre un acquirente pure per la Torre di Pisa o il Colosseo (con Della Valle ci siamo vicini…). Il grande colpo ti proietta nello show biz. Vedi Kobe Bryant e l’Italia… ho letto che gli hanno già attribuito una storia con la Supervelina, ammiccando nel racconto a come gliel’hanno messa nel letto. Che tristezza. Speriamo non ci caschi Vanessa, la bella moglie delle sue 2 figlie, e nemmeno Kobe che ritengo una persona seria. Dopo aver ricevuto un brillante da 1,3 milioni di dollari per una scappatella, stavolta Vanessa – attento Sabatini – prende una mazza da golf come ha fatto la moglie di Tiger Woods e non lo lascia partire per l’Italia. E difatti, notizia dell’ultima ora, sì al KoBe Night Show del 12 ottobre ma in esibizione…
E’ il festival della magata, e in questo mondo si può di campare sportivamente una stagione. Ma non vai contro le legge, è liberismo anche questo e quindi sono l’ultima persona a permettermi di dare del pazzo a Claudio Sabatini, per il quale è certamente un buon affare far venire Kobe per 1 milione per 40 minuti. Ok, a Basket City tutto è lecito, ma il patron delle “V nere” è imprenditore di spettacoli, possiede una delle maggiori arene sportive italiane, può persino pensare a dei ricavi.Tutti dicono sia un genio, vediamo. Altro utile è quello che se la cava con un milione (se basta) e la partita più televista dell’anno, magari live negli Usa, anche con 5-6 ore di differenza e 9 a Los Angeles, è probabile siano al lavoro e non davanti alla Tv. L’investimento è meno di un decimo di quello che avrebbe dovuto spendere minimo per costruire una squadra da scudetto in un campionato dove da tempo tutto è scontato.
Del personaggio non capisco molte cose (ho provato a chiamarlo una volta e lui non ha richiamato, mi riservo di stimolarlo sul questionario di Proust), certamente nascerebbe una simpatia anche su posizioni contrapposte. Per prima cose lo rimprovererei di mancare di coerenza: ha preleva dalla A dilettanti il miglior play italiano (Imbrò Matteo) e lo manda in B2, quando è già pronto per dare minuti di qualità in A.
Ma cosa sta succedendo nel basket? In Europa e in America la parola d’ordine è infatti lock out. Sarà perché il basket è sport d’alta quota, e quindi è più sensibile all’influsso del fenomeno inquietante delle macchie solari, ma oggi ci troviamo dentro a situazioni tipiche di un mondo alieno. Se infatti nella NBA scioperano i ricchi contro i presunti poveri (i giocatori con un salario medio di 5 milioni per stagione), in Italia si è sviluppata la grottesca vicenda sindacale degli arbitri. Il bello è che non dipende dai salari, perché ciascun arbitro di A guadagna 1000 euro (rimborsi spese a parte) per una gara, e anche di più all’estero. Forse è una questione di pelle, di palle, e comunque pallosa e strumentale che puzza lontano un miglio.
I nostri alieni sono gli arbitri di A e parte del mondo che gestisce le loro carriere. Una fauna improbabile, chiacchierata, tollerata oltre ogni dire. Si mettono contro la Federazione dalla quale sono pagati (con denaro pubblico), quando alcuni hanno colorato pagine nebbiose di Baskettopoli e nonostante l’accusa del loro vicepresidente, frode sportiva, che il 12 (o 14) la Giudicante potrebbe anche radiare; non pensano di farsi da parte o smentire quel che si legge di loro. E sposano la causa dei ricchi, cioè i club di Serie A, che a loro volta li sponsorizzano in questa azione insensata al pari di come, peraltro, la Fip ha concesso loro una pistola fumante nel nome dell’autogestione che, errore, si vorrebbe attribuire a Gianni Petrucci.
Ci vuole una bella faccia tosta a stare arroccati su posizioni di principio, facciano i test e i quiz, quindi il loro dovere, e poi se ne parlerà. Ma che la Federazione guardi anche dentro la casta del fischietto. E ci vorrebbe una bella indagine della Procura su certe amicizie che saltano all’improvviso, con liti violente, pubbliche, senza ritegno, e poi si ricompongono per ragioni di interesse. E la gente si chiede: sono loro i burattinai della situazione, è la tolleranza…”110 per cento” della Fip che continua a non considerare un’arma decisiva contro i club che vogliono portarla in tribunale : la Convenzione di cui pretendono l’applicazione è infatti un atto che il CONI non ha controfirmato, e se lo facesse adesso sarebbe sospetto. La Federazione deve pagare più di 800 mila euro di cachet ai soli fischietti di A-1 più 400 euro di trasferta di media per il viaggio, più spese per il reclutamento, i corsi, gli esami, i commissari e contro commissari, la giustizia sportiva, etc che fanno non meno di 3 milioni di euro. Nonostante questo ha trasferito, per gentile omaggio, la designazione a Legabasket che se la cava, a sua volta, con un cachet di 60 mila euro all’anno con un collaboratore trasformatosi nel centro di gravità. E che fino al 2010 riceveva i rimborsi dalla Fip. Questa anomalia è diventata un macigno pesantissimo sopra il capo di un campionato diventato una specie di Campo di Marte o peggio una Santabarbara. Sarebbe meglio fare un passo indietro, e per gli arbitri un passo in campo. E anche ad aprire un’inchiesta sulla lite scoppiata al raduno degli arbitri fra il presidente del CIA e il Superdesignatore, se non altro per capire fino a dove certe accuse costituiscono un’ipotesi di “marcio”, o di calunnia. O solo di irresponsabilità dei medesimi e -se fosse così – entrambi dovrebbero essere messi immediatamente alla porta, e per il momento sospesi.
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