
SIENA. Da Massimo Sportelli, candidato sindaco di Siena, riceviamo e pubblichiamo”Essere candidato a Sindaco implica oneri ed onori e quando un candidato di una delle mie liste, dedito da anni al volontariato presso quell’istituto, ha proposto di organizzarmi una visita al Campansi, ho aderito senza remore.
Al mio arrivo, pianificato con un mese di preavviso, sono stato ricevuto da Dirigenti disponibili, competenti ed entusiasti del proprio lavoro, il quale svolgono con un raro sorriso sincero riuscendo così a dare armonia e beltà ad una realtà altrimenti inevitabilmente intrisa di pietas e dolore.
Anche come “ente” ho scoperto un mondo fantastico, competente, attrezzato, lungimirante e completamente autofinanziato che garantisce servizi sociali ottimi e produce reddito con rendicontazione trimestrale, tale da essere preso a “modello di ogni buona amministrazione”.
Ma ciò che più mi ha più colpito sono stati i rapporti umani tra dirigenti e personale, e più che altro tra personale ed ospiti, alcuni dei quali ho potuto salutare velocemente durante la visita ai reparti, mentre con altri ho avuto il privilegio di potermi intrattenere anche a pranzo.
Personalmente, non ho chiesto voti, ma ho stretto molte mani e dato abbracci intrattenendomi con la madre di Franco, amica, mia Contradaiola e cliente di studio, con il babbo del “Secco” artigiano dell’Onda e poi Nanni che è più grande di me ma le nostre famiglie si apprezzano e stanno “uscio a uscio” dai primi del secolo scorso.
A tavola, poi, un arzillo 88enne che abitava ai Tufi mi ha raccontato storie del mio bar di famiglia con dettagli a me inediti, il tutto insieme a una 95 enne la cui dolcezza mi ha colpito a tal punto che appena uscito sono passato da suo figlio (noto commerciante Chiocciolino) a dirgli con chi avevo pranzato.
Altri mi hanno regalato scritti, cartoline e copie di corrispondenza illustre… E’ stata proprio una bella esperienza, appagante, sono uscito con il sorriso e che rifarò non tanto come candidato ma assolutamente come uomo.
Lo rifarò noncurante di chi non riesce ad avere un punto di vista del mondo diverso dal proprio, con una lente che dà sempre una visione bieca, acida e ormai solo triste. Constato purtroppo, infatti che proprio chi, solo per mera visibilità, non avuto alcuno scrupolo a denigrare l’immagine di una città ed a servirsi ed usare il dolore delle persone, continua a dimostrare una misura del pudore pari al proprio cognome quando invece ci sono 121 motivi per ripensare che alla base del declino cittadino, nonostante abbia avuto disponibilità adesso impensabili, c’è sempre la medesima figura forse ora alla ricerca di vendette personali e/o con l’intento di porre basi per nuovi sacchi. Dovrebbe invece tenere a mente i vecchi agi.
Chi gode Siena e poi ne dice male…”
