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Alessandro Bisogni: “Siena Popolare è un’alternativa di rottura dello status quo”

Il candidato sindaco rappresenta le istanze di chi è ai margini della politica

a cura di Augusto Mattioli

SIENA. La corsa alla poltrona di sindaco si è arricchita di un nuovo candidato. Dopo qualche tentennamento, infatti, Alessandro Bisogni ha accettato di rappresentare la lista Siena Popolare, dichiaratamente di sinistra e portatrice di idee e proposte vicine all’interesse della gente comune.

Perché questa lista?

Perché mancava! Mancava una lista esplicitamente di sinistra che si facesse carico di affrontare le tematiche e le problematiche delle persone che hanno bisogno, degli emarginati, degli ultimi, di chi si trova quotidianamente in difficoltà e non ha voce per esprimere il proprio dissenso.

La nostra candidatura è frutto di una riflessione collettiva portata avanti da una rete di organizzazioni politiche, associazioni, comitati di lavoratori, libere cittadine e cittadini. Alla base della nostra volontà di candidarci c’è la convinzione di non sentirci rappresentati da nessuno degli schieramenti ad oggi in campo, che nelle questioni politiche fondamentali non mostrano differenze sostanziali. Ad ogni livello, dall’atlantismo alla guerra in Ucraina, fino alle privatizzazioni e alle esternalizzazioni dei servizi pubblici e dei beni comuni delle nostre città, centrosinistra e centrodestra seguono le stesse direttive. L’impostazione neoliberista produce effetti negativi sulla vita di noi tutti anche per quanto riguarda il funzionamento e le risorse delle amministrazioni locali: più che atlantismo e guerra  sottolineerei il fatto che sono al servizio della finanza e della grande industria, per favorire le quali tolgono risorse dal welfare e dagli enti locali, strozzati da vincoli di bilancio ed altre misure di austerità che impediscono di fornire i servizi essenziali di cui i cittadini avrebbero bisogno.

La nostra candidatura sarà un punto di partenza per un percorso che guarda lontano, sul lungo periodo, che si propone di ricostruire sul piano locale un’opposizione sociale e popolare allo status quo. A Siena vediamo che esiste metà della popolazione che non è rappresentata: gli abitanti delle periferie, i lavoratori poveri e precari senesi e non senesi, i giovani, gli studenti. I dati sull’affluenza alle urne parlano chiaro: c’è bisogno di rappresentatività da parte della politica. Noi vogliamo offrire un’alternativa di rottura, sociale e popolare, alle privatizzazioni, alla povertà, alla mercificazione della nostra città. Vogliamo essere quell’alternativa che riteniamo che manchi, sia a Siena, sia nel paese.

Siamo stanchi della logica del male minore o del meno peggio o del voto utile. Con queste modalità le cose non potranno mai cambiare. C’è bisogno di rimettere i cittadini e le cittadino e ciò di cui hanno necessità al centro dell’interesse dall’amministrazione comunale.

Per quale motivo si è candidato?

In primis perché in un momento storico come questo non posso tollerare che la Sinistra non venisse rappresentata alle prossime elezioni amministrative. Siena Popolare mi ha più volte chiesto se fossi disponibile a candidarmi. Sono rimasto sorpreso per la stima mostrata nei miei confronti e questo mi ha senza dubbio gratificato molto e dato il coraggio, dopo i tentennamenti iniziali, di accettare l’opportunità che mi veniva data.

Mi sono candidato perché credo fortemente che sia necessario impegnarsi in prima persona per cercare di cambiare quello che non ci piace. Basta con il lamentarsi a posteriori. Le cose non si cambiano da sole.

Mi ha molto interessato e convinto fin da subito il progetto che abbiamo intenzione di portare avanti. Al momento a livello nazionale la sinistra sta vivendo un periodo di indubbia crisi. Evidentemente sono stati commessi errori di comunicazione e di scelte politiche che non si sono dimostrate vincenti. Per ripartire c’è necessità innanzitutto di stare uniti, mettere da parte dissidi passati, cambiare modo di approcciarsi ai cittadini e alle cittadine, tornare fra la gente, modificare il linguaggio. C’è bisogno di un cambio di passo, la strada è in salita e ne sono consapevole ma c’è bisogno di risvegliare la gente delusa e le coscienze che, evidentemente, si sono assopite.

Come giudica la situazione della città?

La città è in uno stato di sofferenza e di torpore da tempo e non solo a causa della recente amministrazione.

E se si continua a dare la responsabilità dello stallo e del declino solo alla crisi MPS e al Covid si commette un errore madornale e non si va da nessuna parte.

I problemi vengono da una mancanza di programmazione, dall’aver privilegiato gli interessi di pochi a scapito della cittadinanza intera, dal non aver creato alcuna struttura concreta in nessun campo. Se pensiamo allo sport, per esempio, la situazione è a dir poco drammatica a livello di servizi e di strutture manca la qualità e la capacità di rispondere in maniera adeguata alla richiesta. Inoltre, la maggior parte delle strutture sono dei contenitori che richiedono una quantità di energia sconsiderata per poter funzionare correttamente.

La situazione della città è piuttosto problematica sotto diversi punti di vista, innanzitutto quello sociale con l’estraniazione e l’emarginazione di interi settori sociali e anche di fasce generazionali rispetto alla partecipazione alla vita attiva della città.

Poi c’è il problema della congiuntura tra crisi economica generale e crisi del Monte, che sono andate a colpire un tessuto strutturalmente poco resiliente. Ci sono sempre meno opportunità di lavoro, specialmente per i giovani e la qualità del lavoro che c’è e sempre più bassa. Naturalmente il problema dell’isolamento infrastrutturale (principalmente ferroviario) incide negativamente in questo quadro. La vera risorsa primaria di Siena è il patrimonio artistico e architettonico e le istituzioni prestigiose che si occupano di ricerca e cultura. Basterebbe investire seriamente con una pianificazione a lungo termine per avere a disposizione una risorsa fondamentale per la crescita della città, anche dal punto di vista occupazionale.

Se analizzassimo ogni singolo settore, dall’istruzione alla sanità, dalle politiche sociali a quelle abitative, alle politiche giovanili, alla cultura…. Credo che si farebbe prima a scrivere cosa realmente funziona.

Quali sono le proposte per cambiare Siena?

Troppo spesso gli enti pubblici e le amministrazioni risultano scollati dalla cittadinanza; lo stesso Comune di Siena ha mostrato la tendenza forte a chiudersi a riccio nelle proprie stanze. C’è bisogno di apertura, di dialogo e di stimolare la partecipazione delle cittadine e dei cittadini. Non solo a parole, ma con delle proposte concrete. Fondamentale, a nostro avviso, è rivitalizzare e far tornare al centro dell’amministrazione comunale tutte quelle istituzioni intermedie (consulte territoriali, circoscrizioni, ma anche i semplici comitati di quartiere e associazioni) che permettano a tutti i cittadini di essere protagonisti della vita politica della città ogni singolo giorno, non solo una volta ogni 5 anni.

Il secondo punto riguarda le politiche giovanili e gli spazi di aggregazione. Bisogna superare l’idea che a Siena esista solo il centro storico circondato da una serie di quartieri dormitorio. È fondamentale riqualificare le periferie, garantendo spazi di aggregazione, socialità e mutualismo. Questi però non devono essere occasione di speculazione da parte dei privati, ma devono essere spazi pubblici autogestiti dagli abitanti dei quartieri, dalle realtà dell’associazionismo e del terzo settore. Solo così si può recuperare quell’idea di vita in comune e coesione sociale che sta alla base del benessere della città, della tutela degli esclusi e quindi del buon funzionamento della democrazia. Puntiamo alla riapertura dei Centri di aggregazione giovanile e dei centri civici in comodato d’uso gratuito alle associazioni del territorio

Il terzo punto riguarda la progressiva trasformazione della nostra città in città-vetrina. Siena Popolare si propone di combattere la mercificazione del centro storico che si sta trasformando sempre di più in un luogo ad uso e consumo del turismo mordi e fuggi (seguendo così il modello negativo di città come Firenze e Milano). Con questa tendenza, i settori sociali più fragili stanno vendendo espulsi sempre più lontano dal centro, a causa di affitti che si livellano sul mercato di AirBnb, non sui bisogni dei cittadini. Il turismo è indubbiamente una risorsa importante per la città, ma deve essere un turismo sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale, e deve saper valorizzare le eccellenze artistiche, paesaggistiche e culturali del nostro territorio, non solo arricchire 10 locali del centro storico, trasformando la città in un tempio del consumo.

Altre proposte che metteremo nel programma riguarderanno

  • Totale ripubblicizzazione dei servizi essenziali, da quelli educativi a quelli sociali.
  • Istituzione di Comunità energetiche con il Comune come capofila
  • Implementazione del verde pubblico e revisione della mobilità e trasporto pubblico nella direzione di una città maggiormente ecosostenibile.

Cosa manca in particolare a questa città?

Manca una programmazione seria che può esserci solo se si danno incarichi di rilievo a gente competente e non a parenti o amici. Il sistema clientelare non può mai essere un modello vincente perché contano di più i rapporti personali e i favori da rendere piuttosto che la serietà, l’integrità, la libertà intellettuale, la conoscenza e tutto quello che solo le persone davvero capaci, integre e non ricattabili possono mettere in atto.

Mancano politiche sociali e giovanili degne di questo nome, mancano spazi di aggregazione.

Infine non può più essere rimandato il collegamento infrastrutturale che ci penalizza isolandoci.

In caso di ballottaggio dove potrebbero andare i vostri voti?

Quale ballottaggio? Vinciamo noi al primo turno!

Innanzitutto, al momento, visti i recenti sviluppi sul fronte delle coalizioni di centro destra, è difficile prevedere chi eventualmente andrà al ballottaggio. In ogni modo la linea è quella di rispettare la consapevolezza e la coscienza dei cittadini e delle cittadine che intenderanno dare fiducia al nostro progetto, non dando nessuna indicazione perché non ne hanno bisogno.

Ripeto che non vedo al momento alcun tipo di affinità fra le altre liste e la nostra.

Quali critiche fa agli altri candidati?

Preferisco non criticare nessuno. Potrei criticare le ideologie politiche distanti dalla mia, potrei criticare i programmi, ma credo che resterebbero critiche sterili e fini a se stesse. Certe critiche sarebbero scontate e non portano a niente, se non ad inasprire i toni di quello che deve essere un confronto prima di tutto leale. Credo che il rispetto reciproco sia obbligatorio anche come esempio da dare alla cittadinanza. Troppo spesso, a qualsiasi livello, dalle amministrative alle politiche, si vedono discussioni di basso profilo e becere. L’interesse primario è la cittadinanza e le energie vanno convogliate verso la comunità e il territorio e non disperse in attacchi personali.

Va da sé che se avessi ritenuto che ci fossero delle persone che rappresentassero i miei ideali non avrei scelto di candidarmi.


Alessandro Bisogni 46 anni, senese della contrada dell’Istrice, di professione architetto, alla sua prima esperienza politica, è stato candidato da Siena Popolare, una lista alla sinistra del Pd, area comprendente, organizzazioni politiche, sindacati di base, associazioni, comitati e gruppi informali, che puntano alla costruzione “di una città più solidale, più equa, coesa e attenta ai bisogni dei più fragili”. Un gruppo, secondo il quale la città è governata da un sistema clientelare trasversale, molto critico sia con l’area di centrodestra, sia con quella di centro sinistra. Bisogni in particolare negli ultimi mesi ha lavorato, assieme ad associazioni di volontariato della città per trovare una soluzione ai problemi di un folto gruppo di immigrati pakistani che dormivano in un parcheggio nei pressi della stazione ferroviaria e avevano molte difficoltà ad ottenere un permesso di soggiorno.

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