Il rettore di Unistrasi protesta contro la nomina di De Pasquale alla direzione dell'Archivio dello Stato
SIENA. Tomaso Montanari, recentemente nominato rettore dell’Università per Stranieri di Siena, ha scritto su Il Fatto Quotidiano per protestare contro la nomina di Andrea De Pasquale a direttore dell’Archivio Centrale di Stato da parte del ministro Franceschini. Nell’articolo Montanari spiega il motivo delle proprie dimissioni dal Consiglio superiore dei Beni culturali “per protestare contro l’arroganza del ministro della Cultura Dario Franceschini e denunciare l’umiliazione di quello che dovrebbe essere il massimo organo scientifico del patrimonio”. Montanari ha invece deciso di restare nel Comitato tecnico scientifico delle Belle Arti.
“La nomina del responsabile dell’Archivio centrale della Repubblica spetta al presidente del Consiglio dei Ministri, che se ne è lavato le mani: così il ministro della Cultura si è ritrovato a godere di una insana autarchia. Affidare l’Archivio centrale a un non archivista, che si è prestato a una aggressiva campagna neofascista, significa privale quel cruciale istituto di ogni autorevolezza scientifica”.
“Sabato il Consiglio superiore aveva inviato al ministro una nota in cui lo invitava a tenere in adeguata considerazione le forti obiezioni espresse dalle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi di Bologna, Brescia, Milano sulla nomina di Andrea De Pasquale, “anche alla luce dell’importante ruolo di garanzia attribuito dalla normativa vigente all’Archivio medesimo per la conoscenza della memoria storica dell’Italia contemporanea”. Lettera rimasta senza risposta. “La rosa dei candidati era straordinariamente esigua – sottolinea ancora Montanari – perché da anni i ranghi degli archivisti di Stato vengono massacrati dal letale definanziamento. Il progressivo svuotarsi della tutela consente l’espandersi dell’arbitrio del livello politico. E una parte dei funzionari rinuncia volentieri alla propria autonomia, genuflettendosi alla politica e ottenendo così una rapida carriera da yes-men. Questa fatale deriva è esattamente ciò di cui si dovrebbe occupare il Consiglio superiore”.