La Fip celebra i 100 anni a Siena con un convegno all'UniSi. Ma sul basket senese solo un accenno
di Augusto Mattioli
SIENA. La Federazione italiana pallacanestro ha compiuto cento anni. Per celebrarla è stato organizzato, assente peraltro il suo attuale presidente Gianni Petrucci, un convegnone la scorsa settimana nelle aule del polo Mattioli dell’università di Siena.
Si è parlato del basket italiano, raccontando la storia di questo affascinante gioco di squadra che fa parte anche della storia della nostra città. Purtroppo, come sanno anche i muri, una storia interrottasi in malo modo. E con la revoca da parte della Federbasket dei campionati 2011-12 e 2012-13, delle Coppe Italia 2012 e 2013 e della Super coppa 2013 in seguito ad inchieste della magistratura ordinaria.
Sul convegno viene da fare una riflessione. Perché, senza voler essere biecamente provinciali, in sostanza nell’elenco dei temi c’è solo un rapido riferimento a Siena? Eppure nella nostra città, nel basket italiano, anche escludendo gli ultimi anni, la Mens Sana degli anni d’oro delle forti disponibilità finanziarie montepaschine qualche importante contributo lo ha dato nella crescita del basket nazionale. Soprattutto a partire dagli anni settanta grazie anche a dirigenti dalla vista lunga e una città che la Gazzetta dello sport definì “in amore del basket”.
Non basta la finestrella aperta dal professor Massimo Bianchi, che ha raccontato in poco più di mezz’ ora un quarantennio di storia del nostro basket, visto attraverso la lente di una rivista sportiva, Mese sport, rivista di critica sportiva nata nell’ormai lontano 1983, ma ancora presente nell’editoria senese. Certo per l’università è stato un fatto positivo che i cento anni della Fip siano stati celebrati a Siena. Però gli organizzatori avrebbero potuto avere un po’ di sensibilità per quanto Siena ha dato al basket italiano.