Terminato l'evento "Verso una rete europea contro le pandemie"

SIENA. “Abbiamo lavorato su anticorpi monoclonali unici al mondo, che intervengono su batteri antibioticoresistenti. Adesso lavoriamo per portarli nella fase clinica, attraverso dei bandi”, ha annunciato il direttore scientifico del Biotecnopolo, Rino Rappuoli, nel suo intervento nell’ambito dell’evento ‘Verso una rete europea contro le pandemie’, con cui la Fondazione senese presenta il progetto alla città toscana dell’European Vaccine Hub.
“Durante la pandemia – ha aggiunto Rappuoli – abbiamo capito che il virus non va inseguito. Non dobbiamo essere frettolosi, ma dobbiamo saper precedere i virus e i batteri. E questo lo possiamo fare attraverso le tecnologie innovative e l’intelligenza artificiale”.
Il direttore generale del Biotecnopolo, Gianluca Polifrone, ha fatto il punto sul piano occupazionale: “Ad ora abbiamo assunto venti ricercatori. Durante quest’anno la proiezione è di assumerne cinquanta. La prospettiva è di arrivare ad assumere cento/centocinquanta”. Polifrone ha ricordato anche che “i dottorati che finanziamo possono essere una fucina per avere nostri talenti” e che “esiste anche un’area amministrativa con un team che procede in modo spedito per supportare la ricerca”.
Il presidente Marco Montorsi ha invece annunciato che “il cda del Biotecnopolo ha deciso di rifinanziare i corsi dell’Università di Siena, che consentiranno di rifinanziare borse di studio per i dottorandi di diversi Istituti accademici italiani”.
Il Biotecnopolo, ha dichiarato il vicesindaco di Siena Michele Capitani, “è il futuro delle biotecnologie in Italia” e il “collegamento con la città non deve essere una mera prescrizione di statuto. Ma deve invece andare avanti”. Sulla possibilità di avere una nuova sede “ad ora siamo affittuari al Medicine research center, nella cittadella senese delle scienze della vita – ha concluso Polifrone – siamo comunque alla ricerca di uno stabile e vogliamo in futuro essere i proprietari di una nostra casa”.
Il Biotecnopolo di Siena “non sarà un’isola, ma una rete: un punto di snodo tra ricerca e impresa, tra università e sanità pubblica, tra l’Italia e l’Europa”, ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in collegamento al convegno. “È un progetto che simboleggia una visione chiara: costruire un’Europa più resiliente, più preparata, più autonoma nella prevenzione e nella gestione delle crisi sanitarie – ha aggiunto – con la sua tradizione biotecnologica, farmaceutica, accademica e clinica, è il luogo ideale per far nascere un hub europeo di eccellenza”. Schillaci ha evidenziato anche il valore strategico dell’infrastruttura, che rientra nell’European Vaccines Hub: “Non possiamo più permetterci dipendenze esterne per la produzione di vaccini e terapie innovative, dobbiamo costruire una capacità autonoma e tempestiva di risposta alle emergenze”. La Fondazione, ha proseguito, “avrà il compito di trasformare una grande visione in una solida realtà operativa, integrando innovazione, salute pubblica e trasferimento tecnologico”. “Il Biotecnopolo di Siena e l’European Vaccine Hub sono una sfida e una promessa: quella di un’Europa della salute più forte, più indipendente, più giusta. Da oggi questa promessa comincia a diventare realtà”, ha concluso il ministro.
Rappuoli ha poi incontrato i giornalisti per rispondere alle loro domande. Dal punto di vista internazionale, la preoccupa la situazione politica ed economica globale, anche in relazione a Big Pharma? “È certamente un momento difficile, e non solo per il settore farmaceutico. Gli Stati Uniti, che storicamente hanno trainato la scienza biomedica, stanno attraversando una fase critica. Ho molti amici e collaboratori lì, che si trovano in gravi difficoltà. Ma anche nelle crisi ci sono opportunità. Da un lato, possiamo attrarre talenti che oggi scelgono di lasciare gli Stati Uniti: sto già lavorando per portarne alcuni qui. Dall’altro, attraverso il Vaccine Hub europeo, abbiamo la possibilità di conquistare una leadership globale nel settore. È un’occasione che non possiamo permetterci di perdere”, risponde Rino Rappuoli.
“Per quanto riguarda i dazi – ha aggiunto – non sono tanto preoccupato dal loro impatto economico diretto, che esula dalle mie competenze, quanto dal clima di tensione internazionale che stanno generando. È questo che rischia di innescare dinamiche negative evitabili”, aggiunge.
L’European Vaccine Hub, ha proseguito, è “un’iniziativa da 170 milioni di euro, di cui noi siamo i coordinatori. L’obiettivo è costruire una solida preparazione dell’Europa contro le emergenze sanitarie del futuro. Oltre a noi, ci sono altre realtà italiane coinvolte, tra cui l’Università di Siena, la Fondazione Sclavo, l’Istituto Zooprofilattico di Verona e altre biotech. Complessivamente, su Siena e in Italia arriveranno oltre 40 milioni”.