Il fermento delle associazioni a Siena

di Augusto Mattioli
SIENA. Si dibatte molto in questi giorni su Facebook – questa volta non inutilmente – sul proliferare di associazioni cultural-politiche a Siena. Chiaro che ci si stia muovendo in vista delle future amministrative. Il pensiero che ci viene è che comunque non ci sia una vera e propria qualità di classe dirigente dietro queste iniziative. Ci si muove come tanti topolini in una scatoletta, in maniera anche frenetica, ma solo per dare l’impressione di esserci. Poi si vedrà.
In effetti non ci pare che a Siena negli anni passati ci sia stato chi ha lavorato per creare una classe dirigente in grado di pensare e avere progetti di lungo termine, anzi, ha sempre prevalso la filosofia del tutto e subito. E possibilmente tanto. Meglio avere avuto alle dipendenze degli yes-men, che di solito si accontentano di un incarico da caporali e non fanno girare le scatole con i “se” e con i “ma” al potente di turno.
Certo quando c’erano tanti soldi si poteva mascherare questa deficienza di qualità della classe dirigente cittadina. Ma oggi che c’è bisogno di avere dei progetti e delle idee per cercare di uscire dalla nostra crisi locale è qualcosa che salta agli occhi.