Truffati imprenditori per 50 milioni in operazioni mai autorizzate
BOLOGNA. Scherzare con i derivati sembra aver fatto male a Unipol Banca e, dopo il caso MPS, i riflettori si puntano nuovamente sulle banche italiane, di cui era sempre stato dichiarata l’estraneità alle pratiche finanziarie degli istituti bancari stranieri. Così racconta a Il Fatto Quotidiano l’avvocato Sergio Calvetti: ”Un gruppo di imprenditori ha sottoscritto un mandato alla Unipol. La banca ha investito in derivati, titoli tossici, senza però aver chiesto le autorizzazioni ai suoi clienti, nonostante questo fosse previsto nel contratto’’, spiega Calvetti. Proprio l’assenza di autorizzazioni darebbe forza alle tesi dei legali: ”Di 22 mila operazioni finanziarie effettuate da Unipol, solo 5 risultano registrate e dunque sottoscritte’’. Poi Sergio Calvetti spiega il dramma vissuto da alcuni di questi correntisti: ”Uno di questi clienti che aveva 25 milioni di euro nel conto si è ritrovato con 42 milioni di perdite senza sapere niente di ciò che la banca aveva investito’’.
La procura di Bologna infatti ha aperto qualche giorno fa un fascicolo conoscitivo (senza indagati), in base alla piega negativa che avrebbe preso la causa in corso in sede civile tra Unipol e il gruppo degli imprenditori, difesi dallo studio legale Calvetti-Murgia di Treviso, che già nel 2011 avevano subito una archiviazione da un giudice per le indagini preliminari.