Segreto professionale anche per i pubblicisti. Ma...
ROMA. Niente carcere per i giornalisti in caso di diffamazione, ma solo pene pecuniarie con obbligo di rettifica senza commento a favore dell’offeso. Queste, in sintesi, le principali novità della proposta di legge sulla diffamazione approvata oggi dalla Camera. I voti favorevoli sono stati 208, i contrari 117, gli astenuti 8. Il testo passa ora al Senato. Sel e M5S hanno votato contro.
La legge, ha dichiarato il segretario generale della Federazione Nazionale Stampa Italiana, Franco Siddi, ” è un chiaro passo avanti nella direzione della civiltà giuridica europea e della giurisprudenza sui diritti umani poiché abolisce il carcere a carico dei giornalisti, ma contiene anche elementi di evidente arretratezza e condizionamento. E’ una grave delusione, infatti, che il riconoscimento del segreto professionale anche per il giornalista pubblicista sia accompagnato dalla conferma dell’obbligo di rivelare la fonte qualora ritenuta determinante per dirimere una causa di diffamazione”.