MONTALCINO. Montalcino, la bella, dai panorami mozzafiato a tutto tondo, dai cieli limpidi, dai tramonti infuocati, non si è mostrata.
Da grande diva si è negata ai milioni di spettatori che presenti o lontani volevano rivederla o conoscerla. Celata, dall’alba alla notte da una coltre di nebbia e da un incessante pioggia battente, ha riproposto solamente le antiche strade bianche coperte di fango.
Le strade delle indimenticabili “poste di caccia”: l’Alba, la Chioccia d’Oro, il Cerro Crociato, Nacciarello, Fonte Taci, fino alle Prata. Le strade che per secoli sono state solcate dai suoi Avi, a piedi o in bicicletta, per affrontare la fatica giornaliera nei boschi o nei campi.
Quelle strade, che imboccano la Maremmana, hanno visto transitare viandanti, pellegrini, soldati, conquistatori, brigatisti.
Alla visione dei ciclisti, maschere di fango, consci del pericolo ma anche del loro impegno sportivo, sono tornati alla memoria i ricordi di appena mezzo secolo fa, ormai leggendari, di Montalcinesi nati “in capanna” da famiglie vissute in quei boschi a tagliare e smacchiare; di operai curvi, da sole a sole, a schiacciare le pietre per imbrecciare; di donne che a piedi andavano “a giorno” a raccogliere le ramaglie e tornavano al paese con la fascina in testa. E d’estate, sotto il sole cocente, i mietitori andavano a quella “Maremma amara” a mietere per l’intera stagione.
Sì, MONTALCINO ancora una volta ha voluto dare un esempio: le strade che ha mostrato sono quelle del lavoro e del sacrificio. Oggi è una città curata, moderna, ricca di ricettività, di ambienti confortevoli, di edifici storici ereditati dagli Avi; è circondata da campagne che sembrano disegnate dalla mano di Giotto; è la capitale di un Brunello fantastico che ha nutrito e confortato i vecchi nelle fatiche e nelle frustrazioni.
Montalcino ha dato l’esempio che niente nasce senza fatica, senza impegno, senza serietà. I giovani ciclisti che impantanati sembravano distrutti, alla salita del traguardo davanti al tempio della Madonna del Soccorso hanno scattato dimostrando tutta la loro grinta.
Grazie, Montalcino, anche in questa giornata sei stata grande.
Complimenti vivissimi, agli organizzatori, per l’imponente, perfetta organizzazione. Grazie per questo evento che ha messo ancora una volta
Montalcino in primo piano. Io l’ho vissuto con questi sentimenti.
Lettera firmata
Da grande diva si è negata ai milioni di spettatori che presenti o lontani volevano rivederla o conoscerla. Celata, dall’alba alla notte da una coltre di nebbia e da un incessante pioggia battente, ha riproposto solamente le antiche strade bianche coperte di fango.
Le strade delle indimenticabili “poste di caccia”: l’Alba, la Chioccia d’Oro, il Cerro Crociato, Nacciarello, Fonte Taci, fino alle Prata. Le strade che per secoli sono state solcate dai suoi Avi, a piedi o in bicicletta, per affrontare la fatica giornaliera nei boschi o nei campi.
Quelle strade, che imboccano la Maremmana, hanno visto transitare viandanti, pellegrini, soldati, conquistatori, brigatisti.
Alla visione dei ciclisti, maschere di fango, consci del pericolo ma anche del loro impegno sportivo, sono tornati alla memoria i ricordi di appena mezzo secolo fa, ormai leggendari, di Montalcinesi nati “in capanna” da famiglie vissute in quei boschi a tagliare e smacchiare; di operai curvi, da sole a sole, a schiacciare le pietre per imbrecciare; di donne che a piedi andavano “a giorno” a raccogliere le ramaglie e tornavano al paese con la fascina in testa. E d’estate, sotto il sole cocente, i mietitori andavano a quella “Maremma amara” a mietere per l’intera stagione.
Sì, MONTALCINO ancora una volta ha voluto dare un esempio: le strade che ha mostrato sono quelle del lavoro e del sacrificio. Oggi è una città curata, moderna, ricca di ricettività, di ambienti confortevoli, di edifici storici ereditati dagli Avi; è circondata da campagne che sembrano disegnate dalla mano di Giotto; è la capitale di un Brunello fantastico che ha nutrito e confortato i vecchi nelle fatiche e nelle frustrazioni.
Montalcino ha dato l’esempio che niente nasce senza fatica, senza impegno, senza serietà. I giovani ciclisti che impantanati sembravano distrutti, alla salita del traguardo davanti al tempio della Madonna del Soccorso hanno scattato dimostrando tutta la loro grinta.
Grazie, Montalcino, anche in questa giornata sei stata grande.
Complimenti vivissimi, agli organizzatori, per l’imponente, perfetta organizzazione. Grazie per questo evento che ha messo ancora una volta
Montalcino in primo piano. Io l’ho vissuto con questi sentimenti.
Lettera firmata