SIENA. Sta per insediarsi il nuovo Consiglio comunale e il 4 sera il nuovo sindaco De Mossi sentirà consigli sui profili dei collaboratori. Per parte mia non ho dubbi che i miei desiderata li conosca, dopo le infinite occasioni che ho avuto di parlarne.
Perciò colgo piuttosto l’occasione dell’importante appuntamento che sarà il discorso di insediamento del nuovo Sindaco non già per dargli consigli (è stato eletto senza seguire i miei!), quanto per indicare quella che a mio avviso è una priorità e che ho visto già condivisa da Italia Nostra che dal Club Unesco Siena.
La premessa è che continuano ad arrivare brutte notizie per i negozi nel Centro di Siena. L’eccesso di tassazione e i livelli dei canoni commerciali non consentono di continuare, in particolare di far fronte alla concorrenza della grande distribuzione extra moenia. Le chiusure sono annunciate o effettuate con insolita frequenza, talora con spazi sostituiti da esercizi con offerte di beni di qualità non propriamente eccelsa per usare un eufemismo. Che c’è di peggio?
C’è da tutelare con attenzione il commercio interno non solo per offrire ai visitatori una degna immagine della città o banalmente per evitare ai cittadini la ricerca di prodotti lontano da Siena, come si faceva nel Medioevo.
C’è da tutelare con attenzione il commercio interno non solo per offrire ai visitatori una degna immagine della città o banalmente per evitare ai cittadini la ricerca di prodotti lontano da Siena, come si faceva nel Medioevo.
C’è che, soprattutto, i negozi danno vitalità e migliore vivibilità e popolamento alla città storica: questa è fonte di ricchezza per tutti, residenti dentro ma anche fuori le mura. Le ‘periferie’ non sono autonome, ma parte integrante essenziale del Centro: e perciò anche avrebbero bisogno di una cura ben superiore a quella avuta negli ultimi anni, indipendentemente dalla squalificante viabilità extra moenia, indegna d’una città di poco più di 50mila abitanti.
Ma come intervenire senza norme statali che consentano ad esempio canoni per commercianti e artigiani che quando ‘equi’ diventino sottoposti a una tassazione agevolata?
Una legge per i Centri storici (e non solo per Siena, che mi sembra di difficile accoglienza nonostante il nuovo governo della città omogeneo col centro) può affrontare anche altri delicatissimi problemi: di IVA per rifacimento facciate, di parcheggio, di segnaletica, sempre con deroghe motivate alle normative vigenti per gli insediamenti ‘normali’.
Ma come intervenire senza norme statali che consentano ad esempio canoni per commercianti e artigiani che quando ‘equi’ diventino sottoposti a una tassazione agevolata?
Una legge per i Centri storici (e non solo per Siena, che mi sembra di difficile accoglienza nonostante il nuovo governo della città omogeneo col centro) può affrontare anche altri delicatissimi problemi: di IVA per rifacimento facciate, di parcheggio, di segnaletica, sempre con deroghe motivate alle normative vigenti per gli insediamenti ‘normali’.
I centri storici sono sottoposti oggi a un’usura maggiore per l’impatto non sempre positivo dei turisti pur essendo fonti di ricchezza anche fiscale: non basta questo per motivare un loro trattamento diversificato dai normali insediamenti? Anche tenuto conto che su di essi sempre più si punta per occupazione e produzione di reddito?
Senza parlare di tipologia degli esercizi commerciali che oggi vengono disciplinati dai Comuni, ma non senza difficoltà legali: dando loro poteri maggiori ed espliciti per i Centri storici molti problemi verrebbero risolti.
Senza parlare di tipologia degli esercizi commerciali che oggi vengono disciplinati dai Comuni, ma non senza difficoltà legali: dando loro poteri maggiori ed espliciti per i Centri storici molti problemi verrebbero risolti.
Siena ha urgente il problema della sua rivitalizzazione: intere strade non hanno un negozio o un artigiano o un professionista (che con le moderne tecnologie può sistemarsi senza problemi in un modesto locale a piano strada).
Il popolamento è condizione di migliore conservazione, maggiore sicurezza, conservazione della cultura peculiare, non solo contradaiola, che contraddistingue da sempre i senesi. Do qualche dato che sorprenderà: ora 10519 sono i residenti del Centro: 5428 le famiglie con 595 coabitanti, per avere un’idea della qualità della residenza. Ma non è finita: su 7872 alloggi, gli occupati sono solo 5107! Ergo, ben 2765 non lo sono…questo dà un’idea precisa del lavoro da fare da parte della nuova Giunta e di chi voglia dare una mano, quale che sia la sua preferenza politica.
Siena può fare molto promuovendo un’iniziativa nazionale largamente condivisa in tal senso. I due onorevoli del PD e quello dei 5 stelle recentemente eletti non si associerebbero a una iniziativa del Comune di Siena e di altri centri in condizioni eccezionali dello stesso tipo?
Lo stesso nuovo Consiglio comunale potrebbe trovare su un tema del genere un momento di larga condivisione. Il Magistrato delle Contrade e il Consorzio del Palio non potrebbero degnamente associarsi?
Mario Ascheri