Ma bene diffidare dei "gattopardi" della discontinuità
SIENA. In questi giorni la politica locale è oggetto di uno strano fenomeno di omologazione. Leggendo i giornali e navigando nel web si può facilmente constatare che i cinque dichiarati aspiranti sindaci (compreso il sottoscritto) e l’aspirante (non ammesso) candidato alle primarie del centrosinistra dicono e scrivono tutti più o meno le stesse cose. Nuove costruzioni? Poche e con giudizio, no ad ulteriore consumo del territorio. MPS? Via la politica dalla Banca, no alle esternalizzazioni. La Fondazione? Necessario un nuovo statuto e nomine dettate dalla competenza e non dall’appartenenza. Il turismo? E’ il volano dello sviluppo e va in tutti i modi sostenuto. La cultura? E’ il principale patrimonio della Città, va rilanciata a partire dal Santa Maria della Scala. La città come deve essere? “Smart”, ovviamente. E l’amministrazione? Trasparente e sobria, inevitabilmente.
Il buon cittadino/elettore rischia di smarrirsi in questo labirinto di programmi fotocopia e di buoni propositi per il futuro, ma noi vogliamo offrirgli una chiave di lettura. I programmi sembrano tutti uguali, ma tra i candidati che dovrebbero attuarli qualche differenza è evidente e non è di poco conto. Lo spartiacque a mio parere almeno per questa volta, dopo tutto quello che è successo, è tra coloro che trovano giustificazioni più o meno plausibili ai disastri che hanno devastato la Città e chi invece afferma categoricamente che dopo l’evidente fallimento tutta una classe dirigente deve essere sostituita. La distinzione è tra coloro che vorrebbero guardare solo al futuro autoassolvendosi per il passato e chi invece pretende che prima di andare oltre siano accertate ed eventualmente perseguite le responsabilità. Bisogna infine valutare con attenzione quali sono i compagni di viaggio dei candidati, tutte persone sicuramente per bene per carità, ma inviterei a diffidare di chi vuole discontinuare tutto perché niente cambi, di chi ora le spara grosse, ma per un anno è stato un bravo soldatino e di chi si nasconde dietro ad un civismo dell’ultima ora dopo aver tratto per anni vantaggio dal malgoverno o aver fatto una compiacente opposizione fino a pochi mesi fa. E’ tempo che i cittadini, dopo essersi cullati troppo a lungo nell’illusione del quieto e agiato vivere, si facciano carico della responsabilità del loro futuro senza più delegarla ai soliti noti, pronti a ricominciare come se niente fosse.
Enrico Tucci – Candidato sindaco Pietraserena e Siena C’E’
Il buon cittadino/elettore rischia di smarrirsi in questo labirinto di programmi fotocopia e di buoni propositi per il futuro, ma noi vogliamo offrirgli una chiave di lettura. I programmi sembrano tutti uguali, ma tra i candidati che dovrebbero attuarli qualche differenza è evidente e non è di poco conto. Lo spartiacque a mio parere almeno per questa volta, dopo tutto quello che è successo, è tra coloro che trovano giustificazioni più o meno plausibili ai disastri che hanno devastato la Città e chi invece afferma categoricamente che dopo l’evidente fallimento tutta una classe dirigente deve essere sostituita. La distinzione è tra coloro che vorrebbero guardare solo al futuro autoassolvendosi per il passato e chi invece pretende che prima di andare oltre siano accertate ed eventualmente perseguite le responsabilità. Bisogna infine valutare con attenzione quali sono i compagni di viaggio dei candidati, tutte persone sicuramente per bene per carità, ma inviterei a diffidare di chi vuole discontinuare tutto perché niente cambi, di chi ora le spara grosse, ma per un anno è stato un bravo soldatino e di chi si nasconde dietro ad un civismo dell’ultima ora dopo aver tratto per anni vantaggio dal malgoverno o aver fatto una compiacente opposizione fino a pochi mesi fa. E’ tempo che i cittadini, dopo essersi cullati troppo a lungo nell’illusione del quieto e agiato vivere, si facciano carico della responsabilità del loro futuro senza più delegarla ai soliti noti, pronti a ricominciare come se niente fosse.
Enrico Tucci – Candidato sindaco Pietraserena e Siena C’E’