"Il Governo intervenga e mantenga gli impegni assunti

SIENA. “Su Ranza la misura è colma. Le notizie diffuse dai sindacati di polizia dipingono un quadro in ulteriore peggioramento, con un fabbisogno di cento agenti di polizia penitenziaria in più rispetto a quelli attualmente in servizio ed un cronico sovraffollamento della struttura. L’amministrazione penitenziaria, e quindi il Governo, si sono presi impegni precisi, ad oggi del tutto disattesi. Dopo mesi di silenzio rispetto alle interrogazioni presentate dal Pd, questa volta il ministro della Giustizia Alfano dovrà almeno venire in aula a risponderci”. Con queste parole Susanna Cenni e Franco Ceccuzzi, deputati senesi del Pd, commentano l’interpellanza urgente sul carcere di Ranza, a San Gimignano, rivolta al guardasigilli Angelino Alfano e depositata nei giorni scorsi, a prima firma della stessa Cenni e sottoscritta anche da Franco Ceccuzzi e da altri 30 deputati Pd.
“A Ranza – dice Susanna Cenni – i detenuti sono oltre 400, a fronte dei 217 posti che la struttura può ospitare. Fra questi ci sono detenuti con condanne definitive e per reati gravi, ergastolani appartenenti ad associazioni criminali. Le denunce di carenza di organico e sovraffollamento, effettuate dai sindacati di polizia, ormai non si contano più. Il personale è costretto a continui turni straordinari e da anni manca un direttore stabile. Come ha detto il sindaco di San Gimignano qualche giorno fa, la sicurezza di Ranza è ormai compromessa e ad essere in pericolo, oggi, è tutto il personale penitenziario ma anche la popolazione. I tagli del governo Berlusconi non hanno risparmiato né gli organici della polizia penitenziaria, che da anni l’esecutivo ha promesso di aumentare, né gli investimenti per le strutture carcerarie, un altro libro dei sogni presentato in pompa magna e poi rimasto chiuso in qualche cassetto del ministero. Il ministro della Giustizia Alfano non fa che occuparsi di processo breve e delle vicende giudiziarie che riguardano il nostro premier – conclude Cenni – mentre sul piano carceri, annunciato ormai diversi mesi fa, non è stato fatto un bel niente”.
“E’ dall’inizio della legislatura – commenta Franco Ceccuzzi – che stiamo richiamando l’attenzione del Ministero sui gravissimi problemi di Ranza. In occasione dell’ultima visita lo scorso agosto abbiamo ancora una volta verificato direttamente come non possa più bastare la professionalità e lo spirito di sacrificio degli operatori per gestire un sovraffollamento sempre più pericoloso. Sono urgenti provvedimenti per alleviare il grave disagio che vivono sia i lavoratori che i detenuti e prevenire le situazioni di tensione che si possono innescare”.
“A Ranza – dice Susanna Cenni – i detenuti sono oltre 400, a fronte dei 217 posti che la struttura può ospitare. Fra questi ci sono detenuti con condanne definitive e per reati gravi, ergastolani appartenenti ad associazioni criminali. Le denunce di carenza di organico e sovraffollamento, effettuate dai sindacati di polizia, ormai non si contano più. Il personale è costretto a continui turni straordinari e da anni manca un direttore stabile. Come ha detto il sindaco di San Gimignano qualche giorno fa, la sicurezza di Ranza è ormai compromessa e ad essere in pericolo, oggi, è tutto il personale penitenziario ma anche la popolazione. I tagli del governo Berlusconi non hanno risparmiato né gli organici della polizia penitenziaria, che da anni l’esecutivo ha promesso di aumentare, né gli investimenti per le strutture carcerarie, un altro libro dei sogni presentato in pompa magna e poi rimasto chiuso in qualche cassetto del ministero. Il ministro della Giustizia Alfano non fa che occuparsi di processo breve e delle vicende giudiziarie che riguardano il nostro premier – conclude Cenni – mentre sul piano carceri, annunciato ormai diversi mesi fa, non è stato fatto un bel niente”.
“E’ dall’inizio della legislatura – commenta Franco Ceccuzzi – che stiamo richiamando l’attenzione del Ministero sui gravissimi problemi di Ranza. In occasione dell’ultima visita lo scorso agosto abbiamo ancora una volta verificato direttamente come non possa più bastare la professionalità e lo spirito di sacrificio degli operatori per gestire un sovraffollamento sempre più pericoloso. Sono urgenti provvedimenti per alleviare il grave disagio che vivono sia i lavoratori che i detenuti e prevenire le situazioni di tensione che si possono innescare”.