Considerazioni post elettorali sulla situazione italica e senese

di Red
SIENA. Come prevedibile, l’esito delle elezioni politiche italiane ha affossato piazza Affari. Le contrattazioni si sono chiuse con il Ftse Mib che ha perso il 4,89% a 1552 punti. L’ipotesi che i mercati paventavano – come i politici europei che osservavano l’evoluzione dei dati di voto – cioè la possibile situazione di ingovernabilità, è divenuta reale. L’ultimo anno di legislatura sotto guida tecnica di Monti era scivolato via senza riuscire a fare la riforma elettorale; il Partito democratico per diversi mesi ha pensato che sarebbe stato ininfluente, visto il vantaggio che gli veniva accreditato. Invece, è finito con un Senato senza maggioranza e quasi senza prospettiva, dal momento che il Movimento 5 Stelle può attendere chiunque avvii colloqui per la formazione di un governo, che deve passare attraverso l’approvazione di Grillo & C. A meno che dopo tutti gli stracci che sono volati in questi 45 giorni non si ritorni a un secondo governo tecnico, con quale premier tecnico non si sa. In attesa di votare il ministro Paola Severino (l’avvocato di Prodi, Acampora, Geronzi, Caltagirone, Gifuni, Enel, Telecom tra i tanti clienti dello studio), quale nuovo Presidente della Repubblica e andare a elezioni autunnali sperando di aver logorato i grillini.
Ne consegue che tutti i titoli bancari hanno avuto difficoltà ad aprire, e quando ci sono riusciti è stato rosso fuoco. Poi è arrivata l’asta dei Bot: il Tesoro ha collocato 8,75 mld euro di Bot a 6 mesi con un rendimento sui massimi da fine ottobre all’1,237%, contro lo 0,731% precedente e un bid-to-cover in calo a 1,44. Gli interessi passivi per l’Italia sono quasi raddoppiati nello spazio di un giorno, e – finché il debito pubblico italiano rimarrà sui livelli a cui i due ultimi governi l’hanno portato – sarà bene che la politica ne tenga conto. MPS non ha fatto eccezione al trend negativo con -5,84% a euro 0,2129. Lo spread sul decennale Btp/Bund è salito a 354 punti base, seminando incertezza. In particolare colpisce, però, la performance di banca Carige che ha ceduto il 7,8% a 0,65 euro, in linea con i cali del settore. Ma la banca ha anche approvato le linee guida di un adeguamento della struttura patrimoniale del gruppo, che prevede interventi sul patrimonio, sulla struttura dei costi e sulla rete distributiva.
Si preannuncia un periodo deprimente per i titoli bancari, al punto che la Fondazione MPS non potrà alienare altre azioni di Rocca Salimbeni come più volte preannunciato. Mercoledì 27 febbraio la Deputazione Generale discuterà nel segreto delle stanze la bozza di nuovo statuto studiata dall’avvocato Angelo Benessia, legale storico dell’ente. L’uscita di scena del candidato sindaco del Pd Ceccuzzi rischia però di sparigliare ulteriormente le carte, aumentando la fronda interna: potrebbero arrivare perfino dimissioni a catena, anche se il presidente Gabriello Mancini, secondo indiscrezioni raccolte da Milano Finanza, sembrerebbe intenzionato a mantenere l’incarico fino alla scadenza naturale, prevista per il prossimo mese di luglio. Certo è che un nuovo sindaco potrebbe chiedere una risposta in sede giudiziaria al colpo di coda che una parte della Deputazione vorrebbe fare, togliere il diritto a chi verrà di cambiare le cose.
Le grandi manovre anticipate, vedono già in corsa per la poltrona che fu di Mussari fino al 2006, alcuni nomi conosciuti in città ma forse sono voci solo per bruciare candidature. L’esito delle prossime amministrative di maggio è abbastanza incerto per formulare previsioni attendibili, e il commissario Laudanna in comune si sta distinguendo per un’azione prudente, quasi priva di iniziativa. Salvo quella di non firmare l’ok per il Palio (anzi, i Palii), dato che non c’è la prevista copertura finanziaria di 800mila euro per le spese del solo Comune. E il Commissario non intende permettere che si possa impugnare qualche sua decisione.
Tuttavia “il consenso delle principali correnti politiche starebbe a poco a poco confluendo su due candidati per la successione a Mancini” scrive MF. Che spiega: “il primo sarebbe Alessandro Piazzi, attuale ad della multiutility Estra Energia, nonché consigliere della Fondazione Mps. L’altro nome che i ben informati danno in pole position per il dopo Mancini sarebbe quello di Pier Luigi Fabrizi, storico presidente del Monte dei Paschi dal 1998 fino al 2006 e vicino all’ex primo cittadino di Siena, Maurizio Cenni”. E intanto l’ex-sindaco prende le distanze dai suoi attuali compagni di viaggio(elettorale)…
© RIPRODUZIONE RISERVATA