Prime indiscrezioni sulle soluzioni proposte al cda
di Red- foto di Corrado De Serio
SIENA. Lunedì pesantissimo in borsa per il titolo MPS (che sconta tra le altre cose, il rinvio tecnico del CdA attesissimo dai mercati) con un -7,06% a 0,2013 euro, dopo una giornata di scambi intensi. Il ritardo, secondo le informazioni circolate, dipende dai Tremonti bond. Profumo e Viola potrebbero raccontare ai consiglieri riuniti del benestare arrivato dal ministero dell’Economia per la riapertura dei termini di richiesta dei T-bond per circa 1 miliardo di euro, utili a completare la raccolta dei 3,267 che l’Eba ha chiesto alla banca senese. Una perdita teorica, in questo momento, sui circa 25/26 miliardi di titoli di Stato italiani a lunga scadenza che Rocca Salimbeni custodisce in portafoglio, ma che non necessariamente saranno perdite al momento del loro rimborso. Se anche nominalmente sono prodotti molto costosi, MPS per l’anno 2011 non ha pagato un euro di interessi al Tesoro, avendo chiuso il bilancio con perdite miliardarie. Se a suo tempo il direttore generale Vigni e il presidente Mussari invece di 1,9 miliardi se ne fossero presi 5 oggi parleremmo di altro e di come si fosse gabbato Tremonti. Tuttavia sull’ipotesi dell’intervento in corso i soggetti interessati non hanno rilasciato dichiarazioni. Per il momento non sono in vista ricapitalizzazioni: se ne riparlerà, infatti, nel 2014, quando Mps dovrà racimolare un miliardo di euro.
Invece comincia a prendere corpo il “socio pubblico” in arrivo a sostenere la banca che, pur pensando di soddisfare con il diretto finanziamento del Ministero del Tesoro i bisogni patrimoniali evidenziati dall’ente europeo, soffre ancora di problemi di liquidità con la clientela e nel mercato interbancario. Dalla galassia di agenzie pubbliche salta fuori il Fondo Strategico Italiano, inventato da Giulio Tremonti lo scorso anno. E’ una holding di partecipazioni che, guarda caso, ha la Cassa Depositi e Prestiti come socio al 90% con Fintecna al 10%. Studiata dapprima per rispondere con capitale italiano all’invasione dei francesi (casi Bulgari e Parmalat), ha deliberato i suoi primi investimenti dopo un anno di incubazione giusto un mese fa. Un’azienda fresca, dunque, e abbastanza malleabile nelle mani del potere romano. Al punto di parlarne anche se l’azienda MPS, per le caratteristiche di intervento, non sembra l’asset ideale per FSI. Nella giornata di ieri Maurizio Tamagnini, Amministratore Delegato del Fondo, interrogato sulla possibilità di un intervento in aiuto a MPS ha risposto: “Non sono in grado di commentare”. Recita la descrizione che accompagna il logo FSI che la holding “investe in imprese che abbiano l’obiettivo di crescere dimensionalmente, migliorare la propria efficienza e rafforzare la propria posizione competitiva sui mercati nazionali e internazionali”.
E’ evidente che MPS cerca la propria sopravvivenza applicando l’imperativo dettato chiaro e tondo da Profumo di retrocedere a banca regionale, vendendo per prima la partecipazione (tutta piemontese) in Biverbanca, poi alienando gli sportelli Antonveneta che gravitano in gran parte del Nord-Est italiano, per un totale di 400 dismissioni. Con queste premesse la risposta negativa e netta di Tamagnini doveva essere chiara e veloce: “che abbiamo noi a che fare con un partner che riduce la propria taglia?”, invece ha detto “Non sono in grado di commentare”. Meno male che è l’AD del Fondo. Il salvataggio politico di MPS passi attraverso questo strumento finanziario che fa riferimento, guarda caso, proprio a Franco Bassanini e al gruppo dirigente del PD (Bersani, D’Alema, Bindi), quello che un certo sindaco Renzi a Firenze vorrebbe rottamare. E che attraverso Tania Groppi e l’associazione Astrid (fondata nel settembre 2009, con firma davanti al notaio dello stesso Bassanini), di cui la docente universitaria senese è partner nel Comitato Scientifico sotto la guida di Giuliano Amato, è già presente e vigile nel CdA di Rocca Salimbeni. Nell’Italia dei conflitti di interesse due più due fa sempre cinque. Stai a vedere che la proprietà della banca MPS è altrove, e lo è sempre stata. Certamente non a Siena.