L'esponente delle liste civiche ed ex Pd replica all'attacco personale dei due segretari di circolo
Su Report, a mio parere, non si sono visti soltanto i “senesi inetti” (espressione usata dai due) che si limitano a tacere o che si rifiutano di confrontarsi con il meglio del giornalismo d’inchiesta in Italia, ma sono apparsi soprattutto i “senesi indignati”, quelli che non temono di chiamare le cose con il loro nome, quelli che l’informazione locale fa di tutto per renderli “invisibili”, ma che sono una parte della città non meno informata dell’altra, non meno integrata, non meno appassionata al futuro di noi tutti.
I due segretari di circolo dell’Acquacalda e del Petriccio nulla scrivono per contestare nel merito i fatti illustrati da Report, in gran parte già noti a chiunque viva tra le “lastre”; le opinioni che espongono non parlano di Siena e dei suoi problemi, ma lamentano che chi ha parlato in trasmissione non avesse sufficiente dignità per poterlo fare avendo un passato nelle liste civiche, una “vicinanza all’ex sindaco Piccini”, “storie personali e legami di parentela” non sufficientemente indagati in via preventiva. No, cari signori, nemmeno nelle vecchie sezioni comuniste che, come sapete, ho frequentato a lungo con passione, ho mai visto esprimere apertamente un tale metodo stalinista di soffocamento delle opinioni altrui!
Siena , per come è governata, sarà anche diversa dal resto del Paese, ma il mio diritto di esprimere idee e critiche non è cessato né quando mi avete espulso dal partito dei DS (nel 2004), né quando la maggioranza degli elettori senesi, nel 2011, ha bocciato il disegno politico “civico” che mi ha impegnato a lungo. I tanti segni di affetto e di stima che ricevo in questi giorni mi stanno svelando una città sempre più indisponibile a nascondere nell’omertà i propri problemi. Ceccuzzi, il Pd e chi difende il loro sistema di potere la pensa diversamente, ma avendo loro la responsabilità di gestire le istituzioni ci convincano di aver ragione esprimendosi sui fatti concreti e assumendosi le loro responsabilità, non agitando i bavagli. L’augurio poi che la Banca e la Fondazione “chiariranno i punti oscuri messi in luce dal servizio” non posso che condividerlo anche se, dalle notizie di oggi, temo che il problema più stringente delle due istituzioni sia di chiarire ben altri aspetti.
Renato Lucci