Il presidente del Consiglio comunale puntualizza...
SIENA. Di seguito pubblichiamo la lettera di Alessandro Piccini, presidente del Consiglio comunale di Siena, in risposta alle dichiarazioni del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che in merito alla situazione senese aveva dichiarato – tra l’altro – che “la crisi di Siena potrebbe avere ripercussioni in Regione”. ”E’ un atto grave – aveva dichiarato Rossi -, di cui portano la responsabilità coloro che, pur essendo stati eletti nelle liste del Pd, hanno deciso di non votare il bilancio”. Per il presidente regionale non è possibile ”che un gruppo di consiglieri, adducendo ragioni tecniche, possa rivoltarsi contro il suo stesso partito, mettendo in crisi la maggioranza del Comune in un momento, per di più, delicatissimo sul piano economico e sociale per la città”
“Egregio Governatore Rossi, mi chiamo Alessandro Piccini e faccio parte di quel gruppo di consiglieri del comune di Siena conosciuti come ‘dissidenti’. Leggendo la sua dichiarazione di ieri, mi preme sottolinearle alcuni aspetti:
1. Ho 50 anni; ho una famiglia, un cane, una casa di proprietà e un lavoro e sono in grado di prendere decisioni autonome; le assicuro che non ho nessun problema ad assumermi tutta la responsabilità della decisione di non aver approvato il bilancio consuntivo 2011 del comune di Siena perché mancante di entrate inequivocabilmente certe. Non so come si comporterebbe lei di fronte ad un rendiconto dove mancano 6milioni di euro; io mi sono regolato così. E credo di avere fatto gli interessi dell’amministrazione già ‘attenzionata’ dalla Corte dei Conti. La sua volontà di ‘sanzionare’ un atto amministrativo (amministrativo, non politico!) compiuto al comune di Siena, promettendo rese dei conti a livello regionale, mi sembra più un modo di cogliere un’occasione propizia per regolare i conti – e fare ulteriore confusione dentro il Pd – che per fare chiarezza.
2. Secondo la mia formazione politica, il consigliere comunale – anche se eletto nelle liste del Pd – prima decide secondo le norme e i regolamenti, e poi secondo le indicazioni del partito: ergo se le indicazioni del partito sono ‘eccentriche’, il consigliere non può limitarsi ad eseguire gli ordini; nel rispetto dell’autonomia degli organi amministrativi e di chi l’ha eletto.
3. Il suggerimento di votare il bilancio e poi chiedere adeguamenti tecnici, da lei avanzata a mezzo blog, mi lascia perplesso, visto che è stato anche sindaco (forse in tempi e con regole diverse?). Conoscendo il suo valore di amministratore, sono certo che lei sia stato fuorviato nel giudizio dalle notizie di stampa. Sa non tutti hanno a disposizione un ufficio stampa 24h24; e da un po’ di tempo, su questa vicenda, invece di rispondere con atti amministrativi, si sono solo fatti polveroni politici, ripetendo sempre lo stesso ritornello: il sindaco ha ragione a prescindere, della situazione politica senese non ne porta alcuna colpa; che, invece, è tutta dei ‘dissidenti’ (o di Report, o di chissà chi).
Comunque sono disponibile a consegnarle tutto il materiale di cui ha bisogno per farsi un’idea, forse più supportata. Ho fatto la stessa cosa con il segretario regionale Pd Manciulli, al quale non sia stato sufficiente viste le esternazioni sulla stampa (avrà letto la documentazione? Effettivamente mi aveva anche detto che, su queste cose, non era molto preparato).
4. Posso assicurarle che gli unici compromessi e accordi possibili – e senza spartizione di posti o nomine – sono quelli di avere atti che dimostrino le entrate certe che oggi mancano al bilancio consuntivo di Siena. Probabilmente il più volte evocato commissario ad acta avrà l’onestà di ammettere la necessità di aspettare le risorse della Fondazione che arriveranno quando sarà stato trovato l’accordo con le banche creditrici.
5. Siamo arcistufi – come lei – di un certo modo di fare politica, tutta slogan e chiacchiere. La crisi della rappresentanza ci impone di rimettere al centro il rigore, la competenza e una concezione della politica come servizio. Gli elettori vogliono chiarezza e il coraggio delle azioni e della verità, senza mistificare la realtà. Come, purtroppo, ha fatto il sindaco di Siena in questi giorni, inondando gli organi di informazione di notizie distorte, offese e insulti verso persone che hanno svolto il loro dovere di rappresentanti della città e cercando di condizionarne le scelte con il linciaggio politico.
6. Visto che la sua opinione risente di ciò che ha letto sulla stampa, desidero farle notare che, fra i numerosi commenti di autorevoli giornalisti, è mancata una riflessione: un sindaco che si dimette prima di affrontare il dibattito sul rendiconto di gestione da lui proposto, è un uomo che fugge dalle proprie responsabilità. È un politico che compie un atto disperato con un chiaro tentativo di condizionare le scelte dell’assemblea consiliare. Aspetto di vedere se avrà la coerenza ed il coraggio di andare fino in fondo (mancano 18 giorni perché le dimissioni siano effettive). Per me è uguale a un capitano che manda la barca sugli scogli e poi cerca di mettersi in salvo per primo. Peccato che i suoi movimenti siano ampiamente documentati da ciò che ha detto e che ha fatto negli ultimi 10 anni: anni in cui è stato protagonista di tutte le vicende politiche senesi da cui, tardivamente, cerca di prendere le distanze.
7. Non ho capito cosa c’entra con tutta la vicenda “la completa fiducia nel nuovo gruppo dirigente e nel nuovo corso del Mps”. Qualunque notizia possa avere avuto in merito, posso assicurarle che – come dissidenti – non abbiamo mai presentato mozioni di sfiducia al gruppo dirigente del Mps. Non ci compete come consiglieri comunali, nel rispetto dell’autonomia della banca. E non mi pare competa neppure al sindaco..!
Cordialità”.