"E' richiesto alla politica un sussulto di onestà intellettuale"
SIENA. Tanto tuonò che piovve! Tutti a Siena, da mesi, stavamo aspettando il fatidico momento nel quale la Fondazione MPS avrebbe dovuto rinunciare alla maggioranza assoluta delle azioni della Banca MPS, magari sperando in cuor nostro che avvenisse qualche miracolo a salvarci, ma a niente sono valse le alchimie finanziarie e diplomatiche di fronte alla cruda realtà di un pool di banche creditrici che con fredda determinazione ci hanno messi spalle al muro. E speriamo che sia finita qui, che l’Eba non costringa nelle prossime settimane la Banca MPS ad una ulteriore ricapitalizzazione. In questo caso anche la nuova “linea del Piave” del 33,5% sarebbe destinata ad essere travolta.
Il sindaco Ceccuzzi aveva promesso discontinuità e con questa promessa aveva ottenuto il 29 novembre la unanimità del consiglio comunale attorno ad una mozione che gli dava mandato di agire al meglio negli interessi della comunità senese. Purtroppo dobbiamo amaramente constatare che la montagna ha partorito il topolino. Ceccuzzi si è limitato a tuonare sui giornali e a convocare due o tre volte la conferenza dei Capigruppo, alzando cortine di fumo senza alcuna conseguenza pratica.
L’unica reale discontinuità che dobbiamo purtroppo constatare è la impossibilità da parte della Fondazione a mantenere la maggioranza assoluta delle azioni della Banca. Per il resto tutto continua come prima, come se la responsabilità di quello che è successo fosse davvero solo della crisi economica internazionale e delle oscure forze della reazione in agguato. La crisi mondiale è stata piuttosto l’occasione che ha fatto implodere un sistema profondamente compromesso dalla modalità con cui la sinistra ha gestito il potere soprattutto negli ultimi quindici anni, nei quali il bancomat della Fondazione ha gratificato gli innumerevoli clientes che hanno ricambiato assicurando un vasto consenso riscosso poi immancabilmente in sede elettorale. Ma il bancomat in questi anni è stato periodicamente e cinicamente rifornito con gli utili della Banca MPS, spremuti oltre il ragionevole a scapito della capitalizzazione. Di qui una Banca sottocapitalizzata e quindi esposta più di altre allo tsunami della crisi, un gigante dai piedi di argilla, oltretutto appesantito dai controversi e assai onerosi acquisti di Banca 121 e di Banca Antonveneta.
La eccezionale e qualche volta poco benevola attenzione della stampa nazionale nei confronti di Siena e delle sue secolari Istituzioni trova in questi giorni ulteriore alimento nella improntitudine dei suoi governanti che esigono l’applauso anche quando sbagliano, anche quando è a tutti evidente il declino della città causato da chi avrebbe dovuto tutelarla con amore e con orgoglio.
A questo punto, sull’orlo del baratro, è richiesto alla politica un sussulto di onestà intellettuale. E’ richiesto alla maggioranza, ma ancora di più alla opposizione. Noi ci auguriamo che dal prossimo congresso emerga un Pdl nuovo, forte, autorevole, unito nel dire basta a certe pratiche consociative che magari in passato avranno anche avuto ragione di essere, ma che in questo nuovo contesto risultano del tutto inadeguate. Il Pdl, proprio ora che in consiglio comunale dai banchi della minoranza alcuni sembrano ammiccare ai dirimpettai, può e deve porsi come reale alternativa ad una sinistra che non ha più niente da dire alla città se non porgere le sue scuse. Una sinistra che negli anni a venire, senza rifugiarsi in improbabili e improponibili auto-assoluzioni, dovrà rigenerarsi all’opposizione perché evidentemente logorata da troppi anni di (mal)governo.Francesco Michelotti consigliere provinciale gruppo Pdl
Enrico Tucci – consigliere comune di Siena gruppo Pdl
Fabrizio Camastra – consigliere provinciale gruppo Pdl
Massimo Mori consigliere provinciale gruppo Pdl