L'associazione si chiede se c'è ancora intesa tra Viola e Profumo

“Le modifiche allo statuto della Banca Mps che il presidente Alessandro Profumo vuole far approvare all’assemblea dei soci del 9 ottobre sono sostanziali e incidono in maniera profonda nella governance dell’istituto, non sono un ‘semplice assestamento’ come ha replicato la Banca. Crediamo dunque sia legittimo chiedersi: il presidente ha ancora fiducia nell’amministratore delegato Fabrizio Viola?
Come confermato da esperti del mondo bancario che abbiamo contattato le proposte di modifica che vengono portate alla prossima assemblea non sono né una semplice prassi, né un passaggio obbligato dalle normative. Si tratta, invece, di scelte precise, che portano da un lato all’indebolimento della Fondazione Mps, attraverso la riduzione dei poteri dell’assemblea, e dall’altro al rafforzamento della figura del presidente della Banca. Se passano, dunque, Profumo sarà più forte e la Fondazione più debole. Ma il rischio ancor maggiore che si presenta è un pericoloso cortocircuito tra il presidente e l’amministratore delegato: le funzioni gestionali saranno in capo al presidente in rappresentanza del cda o all’amministratore delegato? Il presidente, pertanto, manterrà il suo ruolo di garanzia o avrà anche ruoli di governo? Ad esempio sulla modifica dell’articolo 17: i poteri di nomina dei dirigenti centrali, prima attribuiti al solo direttore generale, ora verrebbero divisi tra presidente e amministratore delegato, invece di passare tutti all’amministratore delegato. Avremo dirigenti nominati da Profumo e dirigenti nominati da Viola. A chi risponderanno? A che serve aver istituito la figura dell’amministratore delegato se poteri rilevanti rimangono in mano a un altro membro del cda, il presidente?
Passando alle altre modifiche annunciate, il cambio dell’articolo 13 prosegue l’associazione senese – che riguarda il passaggio dall’assemblea dei soci al cda delle decisioni sulle dismissioni di rami d’azienda, non è un ‘semplice assestamento dei processi alle norme condivise da tutto il sistema bancario’, come riferisce la nota della banca, perché fa riferimento niente meno che a una legge di dieci anni fa, il D.Lgs 17 gennaio 2003. Se in dieci anni la Banca non ha ritenuto opportuno avvalersi delle possibilità previste da quella norma, avrà avuto motivi che la dirigenza di oggi non ritiene più validi. Un’altra modifica, quella all’articolo 17 comma 2, si richiama a una disposizione della Banca d’Italia del 4 marzo 2008, ben quattro anni fa.
Da sabato scorso, anche su organi di informazione di rilevanza nazionale viene riportato che con le modifiche allo statuto il presidente Profumo aumenterà pesantemente i propri poteri. La precisazione della Banca, arrivata con alcuni giorni di ritardo solo a seguito della nostra lettera al presidente della Fondazione Mps, non fa altro che confermarlo. E’ chiaro che, nel momento in cui aumentano i poteri in mano a un soggetto, l’altro, irrimediabilmente li veda diminuire”.