Nuove strategie per creare prospettive e opportunità di lavoro
Se possono in una certa misura tranquillizzare le dichiarazioni dei vertici sulla capacità di contrasto della Banca dei potenziali effetti negativi delle note operazioni, così come le prospettive di recupero alla reddititività valutate nel piano industriale, resta indispensabile secondo l’Associazione degli Industriali di Siena, che sia fatta rapidamente chiarezza sulle responsabilità così da concentrare ogni energia per garantire alla Banca il posizionamento di mercato che le compete ed il ruolo proprio di supporto all’economia anche locale.
Perchè c’è un rischio che va assolutamente evitato – sottolineano gli imprenditori di via dei Rossi – che l’attenzione sulle vicissitudini gestionali passate di MPS distragga non solo dalla costruzione di una prospettiva, ma anche dai tanti altri problemi che sono sul tavolo e che aspettano risposta. In un momento tanto difficile questa comunità non può infatti permettersi di perdere pezzi importanti del proprio sistema come, per citare qualche esempio: Siena Biotech, impegnata nel settore strategico delle biotecnologie, che rischia di vedere vanificate le enormi risorse investite in attesa che se ne definisca il futuro. L’Aeroporto di Ampugnano, sostenuto per decenni con risorse del territorio e che, nel silenzio generale, langue in assenza di prospettive e di valorizzazione nel contesto integrato della infrastrutturazione aeroportuale toscana. Il Santa Maria della Scala, potente strumento di traino per tutto il settore turistico, oggi praticamente fermo dopo gli ingenti investimenti che lo hanno riguardato. L’Enoteca Italiana, ambasciatore dell’importante settore vitivinicolo, che in assenza di una nuova progettualità di posizionamento strategico rischia di vedersi “assorbita” da realtà più dinamiche. Per chi potrebbe male interpretare – chiarisce il Presidente di Confindustria Cesare Cecchi – non si pensa con questo ad un “accanimento terapeutico” con risorse pubbliche, ma invece che si vadano ad individuare nuove e più attuali strategie nel rispetto di realistiche e concrete opportunità e prospettive.
E in questo quadro preoccupa molto lo stato di insicurezza in cui versa la procedura Pramac, con i suoi 250 lavoratori e le tante imprese dell’indotto. In particolare, che ancora una volta si guardi a soluzioni imprenditoriali esterne al contesto locale e quindi con tutti i rischi occupazionali e di trasferimento di know-how e ricchezza. Un caso certo non isolato, ma che si impone per l’importanza che l’Azienda rappresenta, non solo per il territorio valdelsano, ma per l’intera economia della provincia.
C’è poi il vasto tema dell’edilizia che pur subendo una situazione di grande difficoltà, vede il persistere dell’assegnazione di appalti fuori territorio con risultati che sono sotto gli occhi di tutti.