di Augusto Mattioli
SIENA. “Il dato sulla situazione dell’occupazione è quello che ci dà le maggiori preoccupazioni. Sappiamo che nei prossimi mesi questo dato sarà ugualmente serio e dovrà essere valutato il nostro impegno per cercare di tenere duro il più possibile”. Antonella Masi presidente di Confindustria Toscana parlando con i giornalisti prima dell’assemblea senese dell’associazione tenuta oggi (18 giugno) a San Felice, non nasconde le difficoltà dell’attuale momento. Anche se non manca qualche motivo per sperare che la situazione migliori.
Ma per tornare ad essere competitive Mansi ha detto che “le imprese dovranno lavorare per l’internazionalizzazione, per l’innovazione e per creare reti comuni. Non possiamo più raccontare favole e di rendite di posizione non possiamo più vivere. Siamo in una fase in cui abbiamo perduto molto ma stiamo recuperando qualcosa. Siamo ancora in una fase negativa rispetto a quelli che erano i nostri standard produttivi, nel 2007 in particolare. Questo significa che ci sono delle capacità produttive che non sono ancora utilizzate. Fino a quando non si arriva al riassorbimento evidentemente le quote di occupazione sono ancora a rischio. Il nostro impegno è cercare di tenere duro il più possibile”.
Mansi ha detto di guardare al futuro in maniera positiva. “ Noi imprenditori non siamo pessimisti altrimenti non faremmo questo lavoro. Stiamo attraversando una fase ancora a luci e ombre. Ci sono ancora delle criticità importanti, c’è un’instabilità complessiva a livello globale sui mercati finanziari che non aiuta, il tema della valuta può essere una pregiudiziale forte per le nostre imprese. In Toscana – ha poi aggiungo – andiamo un pochino meglio rispetto al 2009 in particolare nei settori della farmaceutica, meccanica, chimica, pelletteria. Ci sono stati segnali molto buoni o incoraggianti nel primo trimestre che comunque non ci dicono che siamo usciti dalla crisi”.
Nella sua relazione all’assemblea – presenti, politici, amministratori locali e regionali, tra cui Luca Ceccobao, assessore ai trasporti toscani e il presidente della provincia Simone Bezzini, Cesare Cecchi parlando della crisi ha detto che “nella nostra Provincia, il rallentamento dell’economia era già stato avvertito in maniera significativa, ma è stato nel 2009 che si è avuta l’accelerazione della crisi, con la produzione manifatturiera che ha subito in media d’anno una caduta nell’ordine del – 12,6%, calo degli ordinativi dall'estero di oltre l’8% e di quelli interni del 7,6%. Come sistema territorio – ha aggiunto fiducioso – la nostra Provincia presenta tutte le caratteristiche per ambire ad un posizionamento competitivo di rilievo nel panorama non solo nazionale e questo in forza di caratteristiche strutturali che spaziano da un patrimonio culturale e ambientale unico, un buon tasso di imprenditorialità, una ottima centralità geografica, la presenza di una importante Università, (qualificata e interconessa con le imprese ha aggiunto in un altro passaggio della relazione ndr), un Gruppo Bancario ed una Fondazione fra le prime del Paese”.
Secondo Cecchi “se è vero, oggi come non mai, che la piccola dimensione, intesa come massa critica, la scarsa innovazione e una debole internazionalizzazione rappresentano un limite allo sviluppo, e che il nostro territorio è rappresentato da tante piccole e piccolissime imprese, allora diventa indispensabile ragionare, da una parte in termini di “aggregazioni” e, dall’altra di apertura delle “filiere produttive” agli apporti del sistema della ricerca”. Da qui la sottolineatura che non è “più tempo di infrastrutturazioni in ottica locale”.
La parola d’ordine degli industriali senesi si chiama Contratto di reti di imprese “uno strumento capace di far superare l’individualismo tipico della nostra imprenditoria e favorire quelle potenzialità di crescita che comunque ci sono”. Cecchi ha ricordato che “la prima esperienza applicativa in Italia del nuovo Contratto di Rete è stata fatta proprio in Confindustria ed ha riguardato le tre società di servizi delle Associazioni Industriali di Arezzo, Grosseto e Siena, quale contenitore di iniziative e progetti oggi in itinere”.
Non sono mancate osservazioni anche sull’annosa esigenza di migliorare le infrastrutture ferroviarie, stradali e anche aeroportuali “con un trasporto aereo adeguatamente garantito attraverso collegamenti rapidi con i grandi scali … e qui sta il tema dell’aeroporto di Ampugnano che, in un’ottica di Sistema Regionale Integrato, assuma il ruolo di “porta internazionale” all’incoming sul territorio”. Il relativo progetto, secondo aquanto abbiamo appreso, dovrebbe essere già pronto e dovrebbe essere presentati ai primi del mese prossimo.
