Una circolare di fine anno di Bankitalia spinge i timori di aumenti di capitale. Anche per Mps
di Giovanni Elia
SIENA. C’è un motivo ben preciso dietro il rovinoso capitombolo dei titoli bancari di inizio settimana (Mps -3,92%, Bpm -3%, Unicredit -2,5% e così ruzzolando) che ancora oggi si sta facendo sentire, e sta in una circolare della Banca d’Italia risalente a qualche giorno prima dello scorso Natale.
Il 22 Dicembre 2010 Palazzo Koch ha infatti diramato un documento, che è venuto a galla solo all’inizio di questa settimana, nel quale si stabilisce che per adeguarsi ai criteri dei nuovi accordi di Basilea – spesso abbreviati in Basilea III, come un film – le banche non possono inserire le azioni di risparmio e privilegiate nel computo dei coefficienti usati per calcolarne i requisiti patrimoniali. La notizia pesa in maniera maggiore sugli istituti che nel corso degli anni hanno emesso un alto numero di questi titoli, e quindi sul Monte dei Paschi (che ha emesso quasi quasi 1.131,9 milioni di titoli privilegiati e 18,8 milioni di azioni di risparmio, a fronte di poco meno di 5.569,3 milioni di azioni ordinarie) e su Intesa San Paolo, anche se a soffrire della notizia sono stati un po’ tutti i titoli del comparto.
I nuovi coefficienti per calcolare il Core Tier 1 ed il Tier 1 Ratio – semplificando, la componente principale del capitale di una banca – si risolverebbero in uno 0,6% netto in meno sia per Intesa che per Mps. In cifre, un miliardo di Euro è quanto l’istituto di Rocca Salimbeni si troverebbe a dover aggiungere per ritornare a livelli consoni a quanto stabilito dai nuovi accordi di Basilea; il che implicherebbe o un oneroso aumento di capitale o una riscrittura dello statuto – sempre che le assemblee delle parti in causa diano il loro nulla osta al riguardo.
Secondo fonti di stampa gli analisti della banca svizzera Ubs reputerebbero come “gestibili”gli effetti di Basilea III sul settore, ma avrebbero anche sottolineato come gli utili delle banche italiane siano cresciuti a velocità dimezzata rispetto a quelli delle colleghe europee. Per questo Ubs rimarrebbe “neutral” sul settore, consigliando ai propri clienti l’acquisto di Bpm, Mediobanca ed Intesa. Ma non di Mps, che al momento in cui questo articolo viene pubblicato vede il suo titolo scambiato a 0.8977 a Piazza Affari rispetto allo 0.9575 di Lunedì.