Un artista che dà potenza alla semplicità della parole e delle cose
VIAREGGIO. E’ Yves Bonnefoy che quest’anno si fregia del Premio Internazionale Viareggio-Versilia assegnato annualmente in concomitanza con il Premio letterario Viareggio-Rèpaci «ad una personalità di fama mondiale che abbia speso la vita per la cultura, l’intesa tra i popoli, il progresso sociale, la pace».
Nell’opera di Bonnefoy, il poeta francese tradotto il 30 lingue e al quale sono state dedicate prestigiose esposizioni, che dà potenza alla semplicità della parole e delle cose e dell’infanzia e si è “tuffato” nel mare increspato dell’esistenzialismo, la Giuria ha riconosciuto all’unanimità “ aderenza alle caratteristiche statutarie, volute da Leonida Rèpaci, nella convinzione che la voce universale di una grande poesia sia il più efficace veicolo d’intesa, di elevazione, di fratellanza e di pace tra le genti”
L’Albo d’Oro del premio comprende Mario Vargas Llosa, Abram Yehoshua, Jean Daniel, Mario Luzi, Alberto Moravia, Norberto Bobbio, Günther Grass, Pablo Neruda e altre figure della grande letteratura che hanno contribuito al progresso letterario e civile della società umana. Lo scrittore sarà ospite a Viareggio il 26 agosto al Gala presso il Bagno Balena, per la premiazione dell’82.a edizione del Premio Viareggio-Rèpaci dei libri vincitori nelle sezioni Narrativa, Poesia e Saggistica.
Yves Bonnefoy è nato nel 1923 a Tours (Francia), la cittadina dove San Martino fu fatto vescovo nel V° secolo Dopo gli studi alla Sorbona di filosofia e storia delle scienze e una breve vicinanza al surrealismo dal quale divorzia per l’esistenzialismo, il brevilineo poeta dagli occhietti vivaci, vagamente somigliante a Ben Gurion, nel 1953, pubblica con Mercure de France, la raccolta Du mouvement et de l’immobilité de Douve, che lo fa conoscere al mondo come poeta. Seguirono Hier régnant désert, Pierre écrite, Dans le leurre du seuil riuniti oggi, con Douve, sotto il titolo Poèmes (Poésie/Gallimard); poi Ce qui fut sans lumière (1987), Début et fin de la neige (1991), La Vie errante (1993), Les Planches courbes (2003), La Longue Chaîne de l’ancre (2008). Ha inoltre pubblicato prose poetiche come Récits en rêve (1987) e pubblicazioni storiche e critiche che, con lo stesso intento delle poesie, trattano le diverse forme e epoche della creazione artistica, esplorando la coscienza che l’attività poetica ha di se stessa. Di pari passo intraprende l’attività di traduttore di William Shakespeare (a tutt’oggi ha tradotto quindici opere), di William B. Yeats, di John Keats, Giacomo Leopardi e Francesco Petrarca.
A partire dal 1960 collabora con le più prestigiose università francesi e straniere. Nel 1981 il Collège de France gli assegna la cattedra di studi comparati della funzione poetica. Ha ricevuto numerosi premi fra cui: il Grand Prix de poésie de l’Académie Française (1981), il Grand Prix de la Société des Gens de Lettres (1987), il Grand Prix national de Poésie (1993), il premio della Fondazione Cino del Duca (1995) il Prix Montaigne (1978), in Italia il premio Balzan (1995) e il premio Grinzane Cavour (1997) e, nella Repubblica Ceca, il premio Kafka (2007).
La sua opera è tradotta in più di trenta lingue ed è stata oggetto di molte esposizioni, l’ultima, nel 2005, è stata allestita nel Musée des Beaux-Arts et au Château de Tours.