Finirà con la cessione dell'ultimo pacchetto di azioni il laocoontico abbraccio tra ente e banca Mps
SIENA. La Fondazione Mps non seguià la banca nell’operazione di aumento di capitale da 5 miliardi; conserverà una quota di partecipazione simbolica, secondo quanto risulta a Radiocor. Palazzo Sansedoni ha fatto i conti: se l’adc fosse di 5 miliardi dovrebbe sborsare circa 75 milioni e questo non è nelle intenzioni (e nelle possibilità) della Fondazione. Clarich e le deputazioni valuteranno la dismissione di quell’1,49 per cento di azioni della banca che ancora detiene, prima dell’avvio della ricapitalizzazione.
Come si ricorderà solo nel 2012 la Fondazione deteneva il 51 per cento dei titoli di Mps, ma fu costretta a cederne buona parte (il 15 per cento) per saldare i debiti da cui praticamente soffocata, rinunciando con questo al controllo della banca. Nell’era Mansi, la cessione del 31% del capitale di banca Mps (2014) permise alla Fondazione di estinguere il debito finanziario da 340 milioni conservando una liquidità da oltre 400 milioni; poi Palazzo Sansedoni decise di limitare la propria partecipazione al 2,5 per cento in un patto di sindacato con Btg Pactual e Fintech. Naturalmente l’operazione non fu indolore, poiché significò per la Fondazione svalutare ulteriormente il bilancio. La partecipazione parziale all’aumento di capitale del 2015 ha portato l’ente all’attuale 1,49 per cento di azioni.
Lo scorso 21 luglio la Fondazione ha deciso di modificare i documenti strategici di programmazione, uno pluriennale e l’altro annuale, che danno le linee guida per agire sulla banca conferitaria. “Alla luce dei recenti eventi inerenti Banca Mps – come si legge nel resoconto pubblicato nella sezione ‘fondazione-trasparente’ di palazzo Sansedoni – sono stati modificati i documenti di programmazione al fine di consentire una maggiore flessibilità di azione alla Deputazione amministratrice, in relazione a eventuali operazioni strategiche riguardanti la conferitaria ed escludendo comunque la dismissione totale della partecipazione”.
Dopo essersi dissanguata nelle partecipazioni agli adc della banca con operazioni al limite del suicidio finanziario, la Fondazione ora ha detto basta. Ma intanto il tesoro costituito dal patrimonio di 5,7 miliardi del 2008 si è praticamente dissolto.