di Augusto Mattioli
SIENA. “Se sarò eletto segretario…”. Stefano Bonaccini, candidato alla guida del Partito Democratico ha fatto questa mattina nella sua tappa senese, una lunga sfilza di promesse, di cose che vorrebbe fare nel partito e nella politica italiana, una volta vinte le primarie, per decidere, finalmente, cosa vuole essere d’ora in poi il PD.
Bisognerà vedere cosa sarà, appunto, il partito dopo queste primarie e se resterà unito come sarebbe augurabile per l’area di un centrosinistra uscito sconfitto e non ancora ripresosi dopo il ko delle elezioni politiche.
Un partito “che dovrà essere a vocazione maggioritaria, che rappresenti i vari interessi delle persone”, ha precisato Bonaccini. In sostanza, da soli, secondo il presidente della Regione Emilia Romagna non si va da nessuna parte. “Occorre fare alleanze, ma non in condizioni di subalternità“. Intanto però quelli che potrebbero essere gli alleati non sembrano essere disponibili a collaborare, almeno ora, anzi, guardano interessati alla crisi del Pd, cercando di pescare nel suo elettorato. Vedi l’area Renzi-Calenda e quella di Conte, pendolare tra un governo con la Lega ed uno con il Pd. “Che ha governato anche senza avere vinto elezioni anche per responsabilità diffusa, ma non succederà più”, è l’ennesima promessa di Bonaccini, secondo il quale “noi potremmo tornare ad avere percentuali più consone delle attuali in tempi più rapidi di quello che pensiamo. Non ho dubbi che questo governo durerà, ma dai primi accadimenti si vede che la sua non sarà una passeggiata di salute”.
Non è mancato un riferimento – nelle risposte date dai giornalisti – sulla situazione politica a Siena in vista delle prossime amministrative. Bonaccini ha avuto buon gioco nel sottolineare come il passo indietro del sindaco De Mossi sia molto imbarazzante per il centrodestra locale: “Ho fatto per tanti anni il dirigente politico. Posso dire che, se un sindaco al primo mandato non si ricandida, vuol dire che c’è un giudizio negativo della sua maggioranza. Quindi ecco il primo dato: Siena non è stata governata bene”. Un’opinione, certo, che non ufficialmente è anche di alcuni esponenti dell’area del centrodestra senese, che ha molte difficoltà nell’individuare una figura che possa consentire di vincere ancora le amministrative.
In particolare, lo scontro è forte tra i partiti e le cosiddette liste civiche che permettono ai politici di lungo corso di travestirsi appunto da civici (tanto per citare i più noti Bellandi, Tacconi, Paglialunga, Marzucchi). In questa situazione il centro sinistra potrebbe avere possibilità di tornare alla guida del capoluogo. Ma la situazione soprattutto nel Pd non sembra semplice che possa chiarirsi con le primarie. Inoltre, bisognerà vedere qual è la forza dei candidati civici Pacciani (che ha l’appoggio di una lista guidata da Daniele Magrini) e Montomoli.
“Per le prossime elezioni amministrative – ha aggiunto Bonaccini – si spera che il Pd si metta al servizio di un’alleanza che possa vincere e guidare questa città. Infatti se andassimo da soli non potremmo pensare di vincere a livello comunale e regionale in questo Paese. Mi auguro inoltre che il Pd non litighi, visto che siamo spesso causa del nostro male: in alcuni Comuni perdiamo non per la nostra incapacità, ma perché andiamo divisi. I dem locali poi decideranno quello che credono: se scegliere loro un candidato competitivo o attraverso le primarie”.