L'astrofisica parla della mancanza di futuro per i giovani in Italia

SIENA. L’astrofisica e divulgatrice Margherita Hack ha aperto le porte della sua casa a Universita.it, il quotidiano on line d’informazione universitaria più letto dagli studenti, per raccontare come è cambiato il mondo della scienza, ma anche la nascita dei movimenti di protesta in cui i giovani italiani esprimono il proprio desiderio di vivere in un Paese migliore.
“Fanno bene. Speriamo che oltre agli studenti si indigni anche tanta gente, perché in Italia abbiamo qualche motivo in più per farlo. Io è da tanto che sono indignata e mi domando sempre perché la gente non si indigni più. Io è da tanto che sono indignata e mi domando sempre perché la gente non si indigni più”. E’ così che la grande studiosa commenta le ultime iniziative studentesche che hanno portato molti giovani a scendere in piazza.
Tema molto sentito anche da Universita.it che sarà in prima linea per seguire le proteste di Roma con approfondimenti e interviste a studenti, a ricercatori, e a personaggi di spicco nel mondo accademico e culturale.
Margherita Hack ha le idee molto chiare sui problemi che affliggono il mondo universitario : “Si deve rinsanguare l’università, i pensionamenti la stanno svuotando senza possibilità di ricambio, perché i giovani sono tenuti in sospeso. È vero che all’estero i posti a tempo indeterminato spesso non esistono, ma negli Stati Uniti se perdo un posto in questo settore ne trovo un altro subito dopo. In Italia ai giovani non abbiamo nulla da offrire”.
Al ministro Gelmini, consiglia, perciò, di ricominciare a investire nei concorsi poiché la riforma, eliminando la figura del ricercatore a tempo indeterminato, tarpa le ali ai giovani che vogliono proseguire nella carriera accademica costringendoli a emigrare: “ll guaio più grosso è quello di aver cancellato la figura dei ricercatori a tempo indeterminato. Non abbiamo nulla da offrire a chi finisce un dottorato,.[…] Avevo due collaboratori brillanti, uno è stato assunto a Parigi, l’altro in Spagna. Entrambi hanno meno di 40 e solo all’estero hanno trovato una posizione, guadagnando il doppio o il triplo di quello che percepirebbero in Italia. Se c’erano degli errori del passato da correggere, questa riforma li aggrava”.
Sul tema della politica e sul rapporto tra economia e ricerca, la studiosa italiana precisa “è un fatto di cultura della classe politica. […] la ricerca applicata non nasce in mezzo ai campi, le università vanno potenziate insieme alla ricerca di base. Qui invece si taglia e il sistema è bloccato”.
L’intervista completa: http://www.universita.it/margherita-hack-intervista-indignati-ricerca/