Video, lezioni, partite di pallacorda, ricordi a cura degli studenti

SIENA. “Le città sono piccole, le teste altrettanto. Piene di superstizioni e di pestilenze. Ma ora noi diciamo: visto che è così, così non deve rimanere. Perché ogni cosa si muove, amico mio. (…) Molto è già stato trovato, ma quello che è ancora da trovare, è di più. E questo significa altro lavoro per le nuove generazioni’’- (tratto da ‘Vita di Galileo’ di Bertolt Brecht)
In quanto esseri umani stuzzicati dal proficuo, fastidioso insetto chiamato curiosità, sentiamo la spinta ad occuparci di scienza e delle tante cose ancora da scoprire. In quanto studenti di un liceo scientifico che porta il nome di questo grande personaggio, immaginiamo con gioia infantile che il pensiero di Galilei sia indirizzato un po’ anche a noi, un incoraggiamento ad andare avanti e a superare pregiudizi di teste immobili. Le sue parole risuonano come un’eco fra i muri alti di questa piccola città. Una città che, nonostante tutto, si muove.
La spinta parte da noi, ma non solo; le nuove generazioni dialogano e si fanno trascinare in nuovi progetti da chi bambino ormai non è più ma conserva la vitalità e l’energia della scoperta.
Oltre a guardare al futuro con mente affamata, come scuola sentiamo il dovere di gettare uno sguardo anche al passato e di rendere quindi omaggio a colui che ci ha aperto la strada verso un cielo nuovo dove ogni stella, prima aggrappata all’autorità dei vecchi libri, si regge ora in equilibrio fra l’amaro peso della verità e l’assoluta bellezza della ragione.
“Gennaio 1610- abolito il cielo” Diario di Galileo.
Il 15 febbraio abbiamo colto l’occasione del 450° anniversario dalla sua nascita per organizzare, nei locali scolastici quella che è stata chiamata la “Giornata Galileiana’’. Un “buon compleanno” augurato attraverso la ricostruzione di un’atmosfera seicentesca, fra gare di pallacorda e “biricuocoli”, con riguardo particolare al periodo di 4 mesi, nel 1633, in cui Siena ha avuto l’onore di ospitare lo scienziato.
E’ alla base di uno dei pochi pendoli di Foucault perenni presenti al mondo, grande vanto della scuola, nello spazio museale intorno ad esso adibito, che il Liceo Scientifico Galileo Galilei ha voluto dare inizio alle Celebrazioni Galileiane. L’ha fatto ricordandoci che scienza e poesia possono intrecciarsi armoniosamente, tramite l’intervento delle persone-libro (nate da un progetto che trae spunto dal romanzo “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, nel quale si affidava alla memoria la conservazione dei libri ormai quasi estinti), diventate emblema dell’importanza della letteratura e della memoria anche in un liceo scientifico. Parole su Galileo, o di Galileo stesso, hanno aleggiato così in un’atmosfera di poesia, sulle note delle composizioni musicali di alcuni talenti della scuola.
Mario Poli ha poi raccontato la storia del pendolo a partire dai primi esperimenti condotti da un Galileo diciannovenne. Numerose conferenze sono state tenute nell’arco della mattinata, docenti universitari hanno offerto il loro contributo per una conoscenza più approfondita sull’argomento. Sul tema scientifico, Stefano Campi ha analizzato “Galileo e il problema isoperimetrico”. Alberto Righini, invece, ha delineato la figura del fisico attraverso il soprannome di “spirito della contraddizione”, datogli in età giovanile, quando Galileo aprì la tradizione del genio in netto contrasto con l’autorità dei professori e, in questo caso, anche del filosofo Aristotele e dell’istituzione ecclesiastica.
“Per trovare il bene io ho trovato che bisogna procedere per il contrario“
Particolare è stata la presentazione del video “Galileo a Siena”, nel quale alunni di più classi hanno rivestito il ruolo di attori, sceneggiatori e registi per introdurci nella vita senese del grande scienziato durante il soggiorno coatto a casa dell’Arcivescovo Piccolomini, nel Palazzo delle Papesse. Le persone-libro si sono poi spostate in Aula Magna, di nuovo sulle musiche originali degli alunni Paolo Kutufà e Federica Zagordo. Anche l’intervallo è stato rivestito di originalità: il gusto dei “biricuocoli”, antenati dei cavallucci, ha permesso di immergersi ancor di più nell’atmosfera dell’epoca. Questi biscotti sono ricordati nelle lettere scritte nel 1633 da Virginia Galilei, figlia di Galileo, al padre, durante il periodo della sua permanenza senese.
Dulcis in fundo, i ragazzi della nuova sezione sportiva si sono dilettati con costumi rinascimentali in un Torneo di Pallacorda – tipico ‘gioco gentile’, dove anche le donne potevano impegnarsi sul campo – un antenato del tennis che non prevede l’uso della racchetta.
La chiusura delle celebrazioni è stata affidata nuovamente alla letteratura, con la lettura di testi tratti da “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht.
Il nostro tributo allo scienziato, astronomo e filosofo, più che una formale celebrazione dell’anniversario di nascita, ha voluto essere un augurio di buon compleanno a una persona che sentiamo vicina. Ogni volta che, sovrappensiero, alziamo lo sguardo dalle ansie quotidiane e lo volgiamo verso il cielo, Galileo vive ancora. La nostra scuola si è dimostrata ancora una volta un piccolo ma coinvolgente polo culturale, in grado di far convergere intorno a sé l’entusiasmo di vecchie e nuove generazioni.
Elena Merola e Giada Finucci – VE Liceo Scientifico G. Galilei