SIENA. Il Museo dell’Acqua di Siena, ospitato nelle antiche fonti di Pescaia si apre ai visitatori. Sono state infatti organizzate tre visite programmate aperte a tutti coloro che vorranno conoscere lo spazio/laboratorio inaugurato nello scorso gennaio dall’amministrazione comunale di Siena.
Le prime visite sono previste per sabato 20 marzo quando due gruppi distinti di quindici persone potranno accedere al Museo alle 9 ed alle 11. Si replica mercoledì 24 marzo con un gruppo alle 16 ed uno alle 18 ed ancora sabato 27 marzo alle 9 ed alle 11. Per partecipare è necessario prenotare telefonando, in orari d’ufficio, al numero 0577/292299.
Per le visite successive sarà invece possibile scaricare un modello apposito sul sito dell’associazione La Diana, che cura le visite al museo occupandosi già della rete dei Bottini.
Il Museo dell’Acqua
Uno spazio che si sviluppa su una superficie di circa 300 metri quadri e che racconta la storia di Siena e del suo territorio attraverso l’invenzione e la costruzione dello straordinario sistema di adduzione dell’acqua, ovvero l’acquedotto medievale e i bottini, insieme all’uso e alla memoria dei luoghi che ne fanno parte.
E’ un museo-laboratorio che svela l’esistenza e la complessità dell’opera e spiega, a partire dalle particolarissime condizioni idrogeologiche di Siena, le soluzioni ingegneristiche adottate per la costruzione e la manutenzione dei bottini. Visitare e scoprire gli ambienti del museo implica “percorrere” itinerari sotto/sopra la città e il territorio, cogliendo una molteplicità di relazioni tra natura-geologia-arte-ingegneria, frammenti di memoria, storie ed uso dei luoghi. Il percorso si sviluppa dunque attraverso una sorta di “viaggio di scoperta” nel tempo (dal mare di tre milioni di anni fa alla Siena prima dell’uomo, dalla Siena degli Etruschi al Cinquecento e poi ad oggi) e nello spazio (sottoterra e in superficie), permettendo ai visitatori di compiere un’esperienza istruttiva ed emozionante. Tutto questo si fonde con l’idea di introdurre negli spazi del museo una contaminazione linguistica grazie all’uso di diverse tecniche di comunicazione che, utilizzando tecnologie avanzate e spettacolari, permettono ai visitatori di interagire e partecipare attivamente, trasformando gesti e movimenti in sensazioni e suggestioni. In questa atmosfera si incontrano e si muovono luci, suoni, voci, immagini, personaggi e oggetti diversi: come in una macchina del tempo ci si trova dentro una wunderkammer capace di aprirsi a curiose e improvvise scoperte attivabili attraverso sensori e sistemi interattivi.
Le prime visite sono previste per sabato 20 marzo quando due gruppi distinti di quindici persone potranno accedere al Museo alle 9 ed alle 11. Si replica mercoledì 24 marzo con un gruppo alle 16 ed uno alle 18 ed ancora sabato 27 marzo alle 9 ed alle 11. Per partecipare è necessario prenotare telefonando, in orari d’ufficio, al numero 0577/292299.
Per le visite successive sarà invece possibile scaricare un modello apposito sul sito dell’associazione La Diana, che cura le visite al museo occupandosi già della rete dei Bottini.
Il Museo dell’Acqua
Uno spazio che si sviluppa su una superficie di circa 300 metri quadri e che racconta la storia di Siena e del suo territorio attraverso l’invenzione e la costruzione dello straordinario sistema di adduzione dell’acqua, ovvero l’acquedotto medievale e i bottini, insieme all’uso e alla memoria dei luoghi che ne fanno parte.
E’ un museo-laboratorio che svela l’esistenza e la complessità dell’opera e spiega, a partire dalle particolarissime condizioni idrogeologiche di Siena, le soluzioni ingegneristiche adottate per la costruzione e la manutenzione dei bottini. Visitare e scoprire gli ambienti del museo implica “percorrere” itinerari sotto/sopra la città e il territorio, cogliendo una molteplicità di relazioni tra natura-geologia-arte-ingegneria, frammenti di memoria, storie ed uso dei luoghi. Il percorso si sviluppa dunque attraverso una sorta di “viaggio di scoperta” nel tempo (dal mare di tre milioni di anni fa alla Siena prima dell’uomo, dalla Siena degli Etruschi al Cinquecento e poi ad oggi) e nello spazio (sottoterra e in superficie), permettendo ai visitatori di compiere un’esperienza istruttiva ed emozionante. Tutto questo si fonde con l’idea di introdurre negli spazi del museo una contaminazione linguistica grazie all’uso di diverse tecniche di comunicazione che, utilizzando tecnologie avanzate e spettacolari, permettono ai visitatori di interagire e partecipare attivamente, trasformando gesti e movimenti in sensazioni e suggestioni. In questa atmosfera si incontrano e si muovono luci, suoni, voci, immagini, personaggi e oggetti diversi: come in una macchina del tempo ci si trova dentro una wunderkammer capace di aprirsi a curiose e improvvise scoperte attivabili attraverso sensori e sistemi interattivi.