Si è parlato della risorsa e dei rischi con CosvigCosvig
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. Richiamando – anche se con un fugace cenno – la recente delibera sulle emissioni delle centrali geotermiche, l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini al seminario “green economy e geotermia”, organizzato dal Cosvig (Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche) mercoledì scorso (13 novembre) a Casteldelpiano, alla presenza dei rappresentanti dei soci membri del Cosvig stesso e agli operatori dell’informazione, ha ripercorso il vasto e complesso quadro delle relazioni tra regione Toscana ed Enel. L’assessore ha ricordato che prima del 2007, anno di inizio delle relazioni tra Toscana ed Enel, i contatti e gli eventuali accordi avvenivano a tu per tu, direttamente con i Comuni, nella logica del “divide et impera” dell’Enel, che aveva carta bianca e non era obbligata a consultare nessuno. E nel relazionarsi con l’Enel la Regione non ha operato in modo verticistico o dirigistico ma ha sempre informato e contattato tutti i soggetti interessati, a cominciare proprio dai Comuni. La stessa discussa concessione dell’autorizzazione per la centrale di Bagnore 4 non era che un pezzetto della proposta più ampia e complessiva che era stata presentata per l’Amiata. La Bramerini ha anche menzionato che tramite l’Arpat e l’Ars sono stati raccolti dati sull’aria e sulle acque e sono stati avviati studi epidemiologici, messi a disposizione del Ministero della Salute per un’eventuale revisione della normativa sanitaria in materia, nella quale ancora mercurio e idrogeno solforato, emessi dalle centrali, non sono contemplati come inquinanti. Ci sono elementi di attenzione per alcune patologie e si faranno indagini a campione sugli abitanti e sui dipendenti dell’Enel, ma già ora sappiamo che la presenza di alcuni metalli è legata alla precedente attività estrattiva. Nel commissionare questi studi, che comunque continueranno, non abbiamo badato a spese, ha affermato la Bramerini, che ha concluso: “Condivido le attività di stimolo ma si deve evitare l’allarmismo più sfrenato e la diffusione di alcune voci mese in giro ad arte da alcuni competitors dell’Enel”.
Sul problema di un corretto uso della risorsa geotermia ha insistito durante il seminario anche Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, che, partendo dalla massima di Diderot “anche il bene va fatto bene”, ha parlato di “energie rinnovabili e territorio: un’occasione da non perdere”.
Secondo Ferrante la geotermia è una risorsa invidiata ma non sempre apprezzata e valorizzata. Intorno alla geotermia, che un bene, va costruito un consenso più vasto, inquadrando la risorsa a livello planetario. L’argomento dei cambiamenti climatici, arrivati a livelli preoccupanti se non già insostenibili, va tenuto come sfondo di ogni discussione, anche per gli aspetti etici (i paesi meno fruitori di energia sono quelli che subiscono i contraccolpi più pesanti). In tutto il mondo si è goduto in maniera diseguale dell’aumento del benessere, basato in larga parte sullo sfruttamento da energie da fonte fossile. C’è ogni tanto qualcuno che grida all’esaurimento ma cominciando dagli U.S.A. l’innovazione tecnologica consente oggi di produrre energia a costi più vicini a quella dei fossili, liberando dalle dipendenze dei produttori. Nel momento in cui la tecnologia va avanti, bisogna attrezzarsi per le nuove sfide. Occorre adeguare le reti di distribuzione ai processi già in atto di sfruttamento di energie direttamente utilizzabili. Oggi inoltre, ha proseguito il relatore, siamo nella fase in cui lo sviluppo economico non può non tenere conto delle risorse ambientali e paesaggistiche. La Regione Toscana sta effettuando un grande controllo costringendo l’operatore economico (nel caso specifico l’Enel) ad avere un approccio rispettoso dell’ambiente; è un obbligo ma è anche il modo migliore per produrre energia. Se a Bagnore si raggiungono i 20 megawatt di produzione, da altre parti si spengono centrali a combustibile fossile, con tutti i vantaggi che ciò comporta. Non utilizzare la risorsa e la tecnologia per sfruttarla, ha chiuso il relatore, è perdere una grossa occasione.
Sull’opportunità di sviluppo offerte dalla geotermia si è basata la relazione di sportello per il cofinanziamento di attività imprenditoriali nei territori dei comuni soci di Cosvig in ambito di Fonti da Energie Rinnovabili ed efficienza energetica. Per contribuire alla diffusione di tali energie e del loro uso anche mediante appropriati strumenti tecnologici, introducendo elementi di innovazione sulla base della “sostenibilità” dello sviluppo, e per contrastare la grave crisi economica particolarmente pesante sul proprio territorio, il Cosvig, in accordo con i propri soci, istituisce un fondo per concedere contributi, parificati a quelli pubblici, destinati al cofinanziamento di interventi produttivi legati alla geotermia. Il fondo è alimentato dalle entrate proprie del Cosvig sulla base dell’energia prodotta e dalle compartecipazioni dei comuni interessati. La quota di contributo a fondo preduto è pari al 30% delle spese sostenute, con un minimo di progetto di 50000 € e fino a un massimo di 20mila €, anche nel caso di spese superiori. Sono previste quote aggiuntive per ogni assunzione, per l’occupazione femminile e giovanile, per la formazione, per progetti che comportano miglioramenti ambientali significativi, per la collaborazione con organismi di ricerca, per raggruppamenti temporanei di imprese o associazioni temporanee di scopo. Si tratta insomma di una forma per incentivare l’uso delle energie alternative e affinare i processi e gli strumenti tecnologici per la loro fruizione.
AMIATA. Richiamando – anche se con un fugace cenno – la recente delibera sulle emissioni delle centrali geotermiche, l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini al seminario “green economy e geotermia”, organizzato dal Cosvig (Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche) mercoledì scorso (13 novembre) a Casteldelpiano, alla presenza dei rappresentanti dei soci membri del Cosvig stesso e agli operatori dell’informazione, ha ripercorso il vasto e complesso quadro delle relazioni tra regione Toscana ed Enel. L’assessore ha ricordato che prima del 2007, anno di inizio delle relazioni tra Toscana ed Enel, i contatti e gli eventuali accordi avvenivano a tu per tu, direttamente con i Comuni, nella logica del “divide et impera” dell’Enel, che aveva carta bianca e non era obbligata a consultare nessuno. E nel relazionarsi con l’Enel la Regione non ha operato in modo verticistico o dirigistico ma ha sempre informato e contattato tutti i soggetti interessati, a cominciare proprio dai Comuni. La stessa discussa concessione dell’autorizzazione per la centrale di Bagnore 4 non era che un pezzetto della proposta più ampia e complessiva che era stata presentata per l’Amiata. La Bramerini ha anche menzionato che tramite l’Arpat e l’Ars sono stati raccolti dati sull’aria e sulle acque e sono stati avviati studi epidemiologici, messi a disposizione del Ministero della Salute per un’eventuale revisione della normativa sanitaria in materia, nella quale ancora mercurio e idrogeno solforato, emessi dalle centrali, non sono contemplati come inquinanti. Ci sono elementi di attenzione per alcune patologie e si faranno indagini a campione sugli abitanti e sui dipendenti dell’Enel, ma già ora sappiamo che la presenza di alcuni metalli è legata alla precedente attività estrattiva. Nel commissionare questi studi, che comunque continueranno, non abbiamo badato a spese, ha affermato la Bramerini, che ha concluso: “Condivido le attività di stimolo ma si deve evitare l’allarmismo più sfrenato e la diffusione di alcune voci mese in giro ad arte da alcuni competitors dell’Enel”.
Sul problema di un corretto uso della risorsa geotermia ha insistito durante il seminario anche Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, che, partendo dalla massima di Diderot “anche il bene va fatto bene”, ha parlato di “energie rinnovabili e territorio: un’occasione da non perdere”.
Secondo Ferrante la geotermia è una risorsa invidiata ma non sempre apprezzata e valorizzata. Intorno alla geotermia, che un bene, va costruito un consenso più vasto, inquadrando la risorsa a livello planetario. L’argomento dei cambiamenti climatici, arrivati a livelli preoccupanti se non già insostenibili, va tenuto come sfondo di ogni discussione, anche per gli aspetti etici (i paesi meno fruitori di energia sono quelli che subiscono i contraccolpi più pesanti). In tutto il mondo si è goduto in maniera diseguale dell’aumento del benessere, basato in larga parte sullo sfruttamento da energie da fonte fossile. C’è ogni tanto qualcuno che grida all’esaurimento ma cominciando dagli U.S.A. l’innovazione tecnologica consente oggi di produrre energia a costi più vicini a quella dei fossili, liberando dalle dipendenze dei produttori. Nel momento in cui la tecnologia va avanti, bisogna attrezzarsi per le nuove sfide. Occorre adeguare le reti di distribuzione ai processi già in atto di sfruttamento di energie direttamente utilizzabili. Oggi inoltre, ha proseguito il relatore, siamo nella fase in cui lo sviluppo economico non può non tenere conto delle risorse ambientali e paesaggistiche. La Regione Toscana sta effettuando un grande controllo costringendo l’operatore economico (nel caso specifico l’Enel) ad avere un approccio rispettoso dell’ambiente; è un obbligo ma è anche il modo migliore per produrre energia. Se a Bagnore si raggiungono i 20 megawatt di produzione, da altre parti si spengono centrali a combustibile fossile, con tutti i vantaggi che ciò comporta. Non utilizzare la risorsa e la tecnologia per sfruttarla, ha chiuso il relatore, è perdere una grossa occasione.
Sull’opportunità di sviluppo offerte dalla geotermia si è basata la relazione di sportello per il cofinanziamento di attività imprenditoriali nei territori dei comuni soci di Cosvig in ambito di Fonti da Energie Rinnovabili ed efficienza energetica. Per contribuire alla diffusione di tali energie e del loro uso anche mediante appropriati strumenti tecnologici, introducendo elementi di innovazione sulla base della “sostenibilità” dello sviluppo, e per contrastare la grave crisi economica particolarmente pesante sul proprio territorio, il Cosvig, in accordo con i propri soci, istituisce un fondo per concedere contributi, parificati a quelli pubblici, destinati al cofinanziamento di interventi produttivi legati alla geotermia. Il fondo è alimentato dalle entrate proprie del Cosvig sulla base dell’energia prodotta e dalle compartecipazioni dei comuni interessati. La quota di contributo a fondo preduto è pari al 30% delle spese sostenute, con un minimo di progetto di 50000 € e fino a un massimo di 20mila €, anche nel caso di spese superiori. Sono previste quote aggiuntive per ogni assunzione, per l’occupazione femminile e giovanile, per la formazione, per progetti che comportano miglioramenti ambientali significativi, per la collaborazione con organismi di ricerca, per raggruppamenti temporanei di imprese o associazioni temporanee di scopo. Si tratta insomma di una forma per incentivare l’uso delle energie alternative e affinare i processi e gli strumenti tecnologici per la loro fruizione.
