Il ministro dell'Economia dice di aver saputo un anno fa della situazione

di Red
SIENA. Il ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha candidamente ammesso che la situazione del Monte dei Paschi “Non è un fulmine a ciel sereno. Sappiamo da un anno che la banca è in una situazione problematica”, ma ha escluso che si possa aprire una crisi anche in altri istituti: “Non ho evidenza di problemi simili in altre banche”.
La Banca d’Italia si affanna a dichiarare di essere a conoscenza dei derivati mussariani solo da ottobre, e orai arriva il ministro dell’Economia a dirci che custodiva questo segreto da un anno. Chi glielo aveva detto? Viola era arrivato a gennaio 2012, se anche avesse già scoperto il pentolone, doveva aspettare prima che Mussari concludesse la sua storia di presidente del Monte, c’era da approvare il bilancio monstre di oltre 4 miliardi di perdite. Poi l’attesa che Profumo si inserisse nei meccanismi dell’istituto e l’estate, con le mezze dichiarazioni fatte dal neopresidente in Fortezza alla festa di partito (sponsorizzata dalla banca), passata in ambasce. Poi la fatal scoperta nella cassaforte di Antonio Vigni. Quale, però, non lo ha specificato nessuno. Una cassaforte rimasta chiusa per lunghi mesi dentro Rocca Salimbeni o quella personale aperta dagli investigatori durante la perquisizione in casa del 9 maggio 2012? Anche fosse – secondo Grilli – a maggio il governo sapeva già tutto. Chi aveva parlato? E perché Monti non aveva passato immediatamente la patata bollente alla Banca d’Italia? Il ministro del governo Monti ai tempi dell’acquisto di Antonveneta era Direttore generale del Tesoro. Tra i suoi compiti precipui c’era “lo svolgimento dei compiti di alta vigilanza sul settore creditizio e finanziario”. Come è evidente a tutti Monte dei Paschi non aveva la taglia per comprare Antonveneta (a quel prezzo, poi!), anche senza essere a conoscenza delle operazioni sui derivati, Grilli poteva ostacolare se non bloccare l’operazione, ma non lo ha fatto. Misteri della seconda repubblica.
Intanto a Siena importante Assemblea Straordinaria che deve necessariamente approvare l’aumento di capitale per completare l’iter di legge per godere dei Monti bond. Fabrizio Viola dovrà anche presentare, entro il 17 maggio 2013, un nuovo e particolareggiato Piano Industriale per ottenere l’approvazione delle autorità finanziarie europee. Che stanno già col fucile puntato. Infatti l’European Banking Authority (Eba) – ha fatto sapere il presidente Andrea Enria a Reuters Tv – è entrata in contatto con le autorità italiane per avere maggiori informazioni sulla situazione della banca senese. La borsa ha continuato a punire il titolo MPS segnando un ulteriore ribasso -8,19% a euro 0,2333.
Il Ministero dell’Economia, alle 17:22 ha diramato il seguente comunicato: “Il Consiglio Europeo, nella riunione del 26 ottobre 2011, ha convenuto sulla necessità di potenziare il capitale delle banche. L’EBA ha conseguentemente chiesto alle autorità di vigilanza nazionali di assicurare che il Core Tier 1 delle principali banche europee fosse superiore al 9%. Il 3 aprile 2012, la Banca d’Italia ha approvato il piano di ricapitalizzazione presentato dal Monte dei Paschi di Siena per raggiungere la soglia fissata dall’EBA. Successivamente, la Banca d’Italia ha riferito al MEF che MPS non era in grado di raggiungere autonomamente il livello minimo di capitale fissato dall’EBA e ha chiesto l’adozione di una misura di sostegno pubblico fino a 2 miliardi di euro, coerentemente con quanto previsto nella dichiarazione dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea del 26 ottobre 2011. Con il decreto legge 87/2012 (trasposto poi nel DL 95/2012), il MEF è stato autorizzato a effettuare l’intervento. La legge permette al MEF la sottoscrizione di strumenti finanziari (Nuovi Strumenti Finanziari) per l’importo massimo di 3,9 miliardi di euro, di cui 1,9 miliardi destinati al rimborso degli strumenti finanziari già emessi da MPS e sottoscritti dal MEF(i c.d. Tremonti bond). L’esborso massimo netto sarebbe pertanto pari a 2 miliardi. Il 17 dicembre 2012 la Commissione Europea ha autorizzato la misura di aiuto. Il 21 dicembre 2012 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha emanato il decreto in cui vengono definiti criteri, modalità e condizioni della sottoscrizione dei Nuovi Strumenti Finanziari. Il decreto è stato pubblicato sul sito del MEF. Ad oggi, la sottoscrizione dei Nuovi Strumenti Finanziari non è avvenuta, perché non si sono ancora verificate alcune delle condizioni necessarie per completare l’operazione. In particolare, occorre in primo luogo l’adozione da parte dell’assemblea degli azionisti di MPS, convocata per domani venerdì 25 gennaio, della delibera che delega il Consiglio di amministrazione ad effettuare l’aumento di capitale al servizio dell’eventuale conversione in azioni dei Nuovi Strumenti Finanziari. In secondo luogo, l’acquisizione da parte del MEF del parere della Banca d’Italia che dovrà pronunciarsi, tra l’altro, sull’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica dell’istituto di credito”.
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