Chissà com'è che c'è sempre di mezzo il Monte...
di Augusto Mattioli
SIENA. Mps è al centro delle cronache. Finanziarie e giudiziarie.
Anni fa l’acquisto di Banca Antoveneta, annunciato a sorpresa dal presidente Giuseppe Mussari, (quello che ricordava che “fare il banchiere non è il mio mestiere”). Un’operazione che ha portato via la banca alla città con responsabilità politiche precise del centrosinistra, anche se inizialmente fu approvata dalla politica italiana di ogni parte. Salvo qualche isolata eccezione.
Oggi un Mps risanato è stato il mezzo per l’operazione di acquisto di Mediobanca (con l’occhio molto attento a Generali), sulla quale la magistratura milanese ha messo gli occhi per capire, se ci sono stati accordi segreti tra i vari interessati, magari anche con il Governo – come sostiene un esperto di banche come Bruno Tabacci – che non avrebbe fatto proprio da arbitro imparziale.
Insomma sulla pelle del non più nostro Mps continuano a “giocare”, non solo la finanza, ma anche la politica. Questa volta di un colore diverso.






