
SIENA. L’Assessore Flores d’Arcais evidentemente vuole, per Siena, una distinzione tra cultura di “serie A” e cultura di “serie B”. Nella prima rientrano iniziative, come ad esempio i mega concerti in Piazza del Campo, come i 400.000 Euro gettati al vento per l’esibizione di Laura Pausini qualche anno addietro, o l’uso e l’abuso fatto di Piazza del Campo, recentemente, con gli altrettanto costosi concerti di Dalla e De Gregori (senza discutere sul livello degli artisti, ma era obbligatorio fare il concerto in Piazza, allestendo enormi palchi ed allestimenti, in contrasto con il regolamento comunale d’uso del Campo?), o le iniziative nelle quali i rappresentanti dell’élite senese possono mettersi in bella mostra. Nell’altra, invece, rientrano le commedie popolari, vera tradizione senese, quella del “Vernacolo Clebbe”, delle Feriae Matricolarum di Tambus, dei Ragazzi del ’53 o dei piccoli delle Contrade con Ondeon, ma anche quella di Luca Virgili detto “Fresco”, personaggio molto conosciuto in Città, nell’ambiente contradaiolo ed in quello della Goliardia, autore di diverse commedie di successo. Senza dimenticarsi, poi, di tutti gli autori di successo che hanno avuto i propri natali a Siena e che si sono succeduti negli anni, che hanno fatto sì che la nostra Città abbia saputo, nel tempo, esprimere anche una grande cultura.
Pensiamo che la Città che ha la giusta pretesa di diventare la capitale europea della cultura nel 2019, debba essere più attenta alle proprie peculiari e radicate tradizioni artistiche, in qualsiasi campo; avere avuto a disposizione delle risorse straordinarie aggiuntive come quelle della Fondazione MPS (circa 2.000 miliardi di vecchie lire in dieci anni), e non aver saputo creare a Siena un centro produttivo di teatro, di musica, di pittura, di cultura, di artigianato in genere, la dice lunga sul completo fallimento di questa maggioranza. Ma se per l'Assessore Flores, in questo mare di utili mal distribuiti, sono troppi 200.000 euro per l'attività teatrale e per il sostegno dei piccoli gruppi, la vicenda è molto chiara.
Il popolare "Fresco", come apparso sul suo profilo Facebook, si è sentito negare l’utilizzo del Teatro dei Rinnovati, con la motivazione che è “un teatro troppo delicato”.
Peccato che per sistemare i Rinnovati, il teatro di Siena e dei Senesi, il Comune abbia speso, dopo sette anni di chiusura al pubblico, oltre 10 milioni di Euro (finanziamento della Fondazione MPS); se ora questo enorme investimento deve avere la negatività di aver creato un "monumento" inaccessibile ai piccoli gruppi teatrali senesi, anche quelli con profonde e radicate tradizioni, la cosa appare del tutto comica.
Forse è giusto isolare chi fa cultura a Siena, ed a queste persone si cercano di creare mille difficoltà? Forse si vuole che i Senesi arrivino a perdere del tutto le loro peculiari caratteristiche e la loro inventiva? Si preferisce alla gente di Siena, agli spettacoli popolari e popolani, i grandi artisti di livello “internazionale” (così li definiscono), per farsi grandi e fare grandi i soliti noti, proprio quando qualcuno vorrebbe candidare la Città di Siena a città europea della cultura… ma su quali basi?!?
Vi sembra giusto che ai Rinnovati possano essere ospitati solo spettacoli od iniziative direttamente od indirettamente organizzate (o controllate?) dall’Amministrazione comunale, quindi a quest’ultima ben gradite?!? Perché non si vuole far lavorare in questo teatro chi fa spettacoli nell’ambito della tradizione senese e non si investe invece proprio in questa direzione?!?
Pensiamo che l'Assessore Flores d'Arcais debba fornire risposte più chiare e convincenti.
Francesco Giusti
Segretario Provinciale Lega Nord Siena