L'ex direttore de La Nazione si confronta sul ruolo dell'informazione libera
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di Max Brod
SIENA. Mauro Tedescini torna a Siena per partecipare all’evento di ieri(12 maggio), sulla libertà di stampa organizzato dall’Osservatorio Civico Senese. Lo abbiamo visto l’ultima volta nell’intervista di Report. In quella occasione spiegò che la pubblicazione di un articolo – in cui si riferiva di un comunicato ufficiale della Fondazione MPS – aveva fatto irritare profondamente il Sindaco di Siena (il quale ha sempre smentito questa versione, senza però prendere posizione in maniera ufficiale). A seguito di quanto accaduto, continua Tedeschini, il suo Editore gli comunicava il licenziamento in tronco. Dopo il fatto, numerose sono state le prese di posizione a favore dell’ex-direttore de La Nazione. Tra queste i comunicati della Federazione Nazionale della stampa, i radicali, nelle persone di Marco Perduca e Giulia Simi, e Fabio Evangelisti (segretario Idv Toscana), che interpella il Governo in merito, senza ricevere risposta. Ma quale è stata la vita professionale di Tedeschini prima e dopo il licenziamento? Quale il sostegno ricevuto dai senesi? Per questa ed altre domande, lo intervistiamo tra le mura della città che lo ha “concepito” ed espulso, appunto, nel giro di 9 mesi.
Direttore, quali erano i suoi rapporti con l’Editore prima del licenziamento?
“Buoni, c’era stata qualche piccola divergenza di vedute, ma come capita normalmente. Ci sono stati un paio di episodi sui quali ci si era confrontati e si avevano opinioni diverse, ma sono cose che facevano parte di una normalissima dialettica tra direttore ed editore. Per me è stato un fulmine a ciel sereno. Pensavo che le divergenze non avessero lasciato nessuno strascico, col senno di poi, posso pensarla diversamente invece”.
Lei ha avuto il sostegno di molte persone: tra queste il suo cdr che ha scioperato per un giorno. Ha avuto anche il sostegno di realtà locali?
“A Siena no. Da Siena non ho più sentito nessuno, fino all’iniziativa di stasera. Nessuno si è più fatto vivo, non ho avuto particolari contatti o chiarimenti”.
Qual è il suo giudizio sulla attuale redazione de La Nazione?
“Sinceramente non saprei dire. So che ci sono bravi colleghi”.
Quali sono i suoi rapporti con l’ex Editore adesso?
“Non ci siamo più sentiti. C’è una causa in corso. Spero che arriveremo ad una transazione per evitare il processo. Ci sono gli avvocati che si stanno parlando”.
Il suo prossimo incarico nel mondo del giornalismo?
“Spero che ce ne sia presto uno. Per ora faccio solo collaborazioni, ma spero che si possa definire qualcosa di più consistente”.