Tre giovani (Charles e Stanley della Nigeria e Karamon del Senegal) affiancano gli esperti nella ricostruzione dell’Archeodromo, museo open air dedicato all’altomedioevo
Per il momento i migranti impegnati sono tre, Charles e Stanley della Nigeria e Karamon del Senegal, ma il progetto è destinato a crescere. Sostenuto con i fondi governativi destinati all’accoglienza, il progetto porta la firma dell’associazione Started ed è realizzato in collaborazione con il Comune, con la direzione scientifica del parco, con Archeotipo e con Arkè Archeologia Sperimentale. Si tratta di un progetto di integrazione sociale basato sulla collaborazione dei migranti accolti all’interno della comunità (sia con progetti prefettizi sia con progetti Sprar) all’attività di restauro e di implementazione dell’Archeodromo, museo open air dedicato all’altomediovo che sta attraversando la terza fase di crescita con la ricostruzione già iniziata di nuove strutture, in particolare della capanna C32 (tutta l’operazione di ricostruzione è documentata sulla pagina facebook Archeodromo live) . L’associazione Started si è occupata e si occupa degli aspetti di formazione e del coordinamento del progetto.
“L’intento – spiegano – è quello di favorire l’integrazione dei migranti all’interno del tessuto sociale e culturale cittadino attraverso un’opportunità che per loro è formativa e che rappresenta un contributo al mantenimento e allo sviluppo del polo sociale e culturale della collina di Poggio Imperiale e della relativa area di parco. La ricerca non è solo l’ottenimento di risultati scientifici. E’ anche etica. La cultura è liberazione della mente e crescita morale”.
“Ringrazio i migranti volontari e ringrazio gli archeologi per il loro impegno che procede incessante su tutti i fronti – dice Bussagli – Sempre più numerose sono le occasioni in cui l’attività svolta su Poggio Imperiale unisce la dimensione sociale con quella culturale determinando un arricchimento complessivo di tutta la progettualità che interessa il nostro parco archeologico”.
“Grazie a questo ulteriore progetto questi ragazzi, in attesa di conoscere come evolverà la loro situazione, diventano parte attiva della comunità – chiude il Sindaco – contribuendo allo sviluppo del polo sociale e culturale. Una bella iniziativa per una città orgogliosa della propria identità e della propria storia”.