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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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I conti in rosso del Comune e il "no" dei dissidenti. Chi aveva ragione?

La Corte dei Conti era stata chiara fin dal 2009, ma i nostri amministratori ...

i Raffaella Zelia Ruscitto

SIENA. Nel tempo in cui viviamo, sempre spinto a velocità supersonica, è difficile per chiunque riflettere. Per gli italiani è una oeprazione ancora più complicata. Causa il nostro tutto intimo piacere di parlare, parlare, parlare. E, di conseguenza, discutere, discutere… Peccato che, per il piacere di parlare, si perda il fine ultimo della comunicazione: la comprensione delle cose che ci circondano, attraverso un confronto che metta in luce i diversi aspetti di una cosa, di un fatto, di una vicenda. I diversi aspetti – che non vuol dire: le diverse verità. Di verità, ce n’è una sola. Può essere difficile da digerire, può avere delle spiegazioni diverse, essere ammorbidita o indurita a seconda delle circostanze ma è pur sempre una. E la novella dello stento o la dissertazione filosofica non potranno cambiarla più di tanto.
Il problema è che, nella fretta della vita, nella continua corrente delle parole e del tempo, si fa fatica a trovare il bandolo e chi parla di più, a volte, ha la meglio su chi parla meno. E questo a volte anche a discapito della verità.
I politici, in questo, sono bravi, ottimi maestri. 
In città si è appena concluso un capitolo decisivo della politica e della “cosa pubblica” senese: quello del bilancio comunale, su cui il sindaco Ceccuzzi ha rimesso il suo mandato lanciando anatemi sui consiglieri da allora definiti “dissidenti” (ma è stato il termine più lusinghiero o meno offensivo che gli è stato affibiato)…
Il Commissario Laudanna non ha fatto politica. Ha snocciolato i dati. Le casse del Comune sono vuote. Il disavanzo di bilancio pauroso (anche alla luce della continua elargizione di fondi dalla Fondazione Mps) e i conti dell’ente pubblico sono sotto “analisi” anche in previsione di una dichiarazione di pre-dissesto o di dissesto dell’ente. Peggio di così non poteva andare. Restando nella “visione tecnica” quella non politica (solo per qualche riga) Ceccuzzi & co. possono dire quello che vogliono ma i conti parlano da soli  e la filosofia non basta. 
Lo scontro tra ex Ds e ex Margherita può essere nato all’ombra delle nomine in Fondazione (o forse anche all’epoca della formazione delle liste elettorali!), ma a maturare sul Bilancio aveva le carte assolutamente in regola.
Del resto, lo stesso sindaco dimissionario, in una nota stampa del 14 aprile scorso, ammetteva che, senza la certezza dell’elargizione della Fondazione Mps, il bilancio consuntivo – che sarebbe andato ai voti da lì a poco – era da rivedere. Aveva rincarato la dose, l’assessore al Bilancio e vicensindaco Marzucchi che, tre giorni dopo, sempre alla stampa (ma parlarsi tra amministratori, no?!?) aveva ammesso che “senza avere incassato le risorse che sono state iscritte nel bilancio 2011, rischieremmo di far approvare un documento suscettibile di conseguenze amministrative, nel caso che le erogazioni dello scorso anno non dovessero arrivare”.
Insomma, detto in parole povere, i consiglieri comunali della ex-maggioranza di Ceccuzzi sembra che non si rendano ancora conto della fortuna di cui hanno beneficiato da questo scontro interno al Pd. Dai rilievi della Corte dei Conti della Toscana (deliberazione 22 maggio 2012, n.111) si capisce che l’approvazione del bilancio sic et simpliciter del prospetto redatto da Marzucchi avrebbe consolidato un danno erariale per almeno 6,6 milioni di euro, che avrebbero dovuto rimborsare di tasca propria tutti quei consiglieri che l’avessero votata favorevolmente. Dividere 6,6 milioni in 15 minimo… c’è da rovinarsi l’esistenza. E da rovinarla anche ai poveri cittadini.
I consiglieri comunali, infatti, che avessero approvato un bilancio “irregolare” sarebbero stati considerati responsabili davanti alla legge di tale irregolarità. Chi lo avrebbe fatto, comprendendo a pieno i rischi a cui andava incontro? I consiglieri dissidenti l’avevano capito, evidentemente. Ed era accaduto nel momento in cui è stata data notizia della lettera della Fondazione Mps, solo qualche giorno prima del “famigerato” Consiglio Comunale. Cosa avrebbero dovuto fare? Semplice. Essendo nella maggioranza, avrebbero dovuto confrontarsi con i consiglieri dello schieramento, con gli assessori e con il sindaco, per cercare, insieme, una soluzione al problema. Al grosso, reale, grave, problema.
Evidentemente non ci sono stati margini di trattativa dal momento che, in un documento ufficiale i dissidenti chiedevano al sindaco solo di ripresentare il Rendiconto di Gestione 2011 con le dovute correzioni, tenendo conto della variabile “fondi Fondazione”, quindi prevedendo più incisive manovre che potessero in qualche modo rimettere in sesto i conti del Comune o comunque di tenere in maggiore considerazione i suggerimenti del Collegio dei revisori dei Conti che, in diversi punti, aveva richiamato ad intraprendere azioni di controllo della spesa pubblica e a monitorare con grande attenzione l’andamento delle operazioni messe in atto dalla Fondazione, soprattutto al fine di non rendere i conti comunali “dipendenti” da contributi di carattere straordinario.
Sappiamo per certo che quanto richiesto dai consiglieri dissidenti è stato “lettera morta”.
Nessuna operazione di “condivisione” è partita da questo momento di crisi. Nulla che potesse sembrare neppure lontanamente simile ad un lavoro di “maggioranza coesa”. Al di là delle questioni inerenti le correnti interne al partito si può dire, in coscienza, che la scelta dei consiglieri dissidenti sia stata sbagliata?  Ai lettori la risposta a questa domanda.
Per il dimesso Ceccuzzi c’erano altre strade, ben diverse da quella da lui intrapresa delle dimissioni. Sebbene – ed è umanamente comprensibile – abbassarsi ad un confronto con individui altri da sè, può essere un esercizio ben faticoso…
Ma, da qualche giorno, è arrivata anche l’analisi della Corte dei Conti? Ed ecco cosa dice. “Sussistendo ‘di fatto’ un disavanzo di amministrazione la Sezione richiama l’Ente  all’adozione dei provvedimenti correttivi necessari ed idonei a sanare il bilancio ed ad indirizzarne lo stesso ad una corretta e sana la gestione finanziaria, evitando il ripetersi delle gravi irregolarità riscontrate” ecco la verità: sanare il bilancio da gravi irregolarità ripetute. Infatti “Tale situazione di sostanziale disavanzo era già emersa in occasione del controllo monitoraggio sul rendiconto della gestione 2009 (deliberazione n. 136/2011/PRSP), e dove, in sede di contraddittorio, l’Ente aveva rappresentato che già con atto consiliare n. 229 del 29/9/2009 veniva preso atto del potenziale rischio per la tenuta dell’equilibrio dell’esercizio finanziario 2009…” tanto da destinare “quota parte dei proventi derivanti da dismissioni immobiliari”. Ma, scrive la Corte: “Le misure di salvaguardia individuate non hanno però consentivo di superare la grave irregolarità riscontrata nell’esercizio 2009, in quanto nel rendiconto 2010 viene nuovamente riscontrata tale grave irregolarità, ulteriormente aggravata anche dal fatto che i fondi vincolati da ricostituire risultano di entità superiore rispetto al precedente esercizio”. 

Ma in campagna elettorale, l’assessore al bilancio uscente non aveva avvisato della situazione il candidato sindaco? A sentire l’interessato, in Fortezza, no. E neppure il sindaco uscente, iscritto al Pd, in forza alla corrente ceccuzziana, voluto da quest’ultimo, ha mai informato minimamente il suo responsabile politico? E le note della Corte dei Conti, uscite anche sui giornali negli anni passati, erano sfuggite all’ex-sindaco dimesso?

Il giudizio dell’Ente di controllo è tagliente: “Ciò denota scarsa capacità di monitoraggio e valutazione delle situazioni di bilancio, e benché la Sezione, con deliberazione n. 192 del 17 novembre 2010, in sede di verifica del bilancio 2010, avesse rilevato e sottoposto all’attenzione dell’Ente la presenza di sintomi di precarietà degli equilibri che possono aver contribuito alla realizzazione dei risultati di consuntivo nei termini rappresentati”.  Segue un dettagliato elenco di prescrizioni che dal 2009 venivano puntualmente ignorate: “Inoltre, la grave irregolarità contabile riscontrata, oltre a perdurare nel tempo, assume particolare gravità in quanto dalle risultanze del controllo monitoraggio sul bilancio preventivo 2011 (deliberazione 487/2011/PRSP), veniva riscontrato la mancata copertura del disavanzo sostanziale 2010 nelle scritture contabili del bilancio di previsione, oltre all’applicazione di quota parte dell’avanzo di amministrazione ed in ultimo, come dalla risposta alla nota istruttoria e dalla documentazione fornita (deliberazioni C.C. n. 82/2011 e 141/2011), veniva dichiarato che le misure correttive adottate per ripiano del disavanzo sostanziale 2010, individuate in specifici piani di dismissioni patrimoniali, alla data del 27 settembre 2011, non avevano realizzato i proventi attesi” e ogni commento è superfluo. 

Appena occupato lo scranno di assessore al bilancio della giunta Ceccuzzi, giusto un minuto dopo essere sceso dalla carica di vicesindaco di Cenni, Mauro Marzucchi poteva non sapere nulla? E in un anno di governo avrà letto gli accorati appelli della Corte dei Conti che Bianchi aveva dovuto, necessariamente, lasciare in bella evidenza sulla scrivania? Il 17 gennaio 2012 sul sito di Siena Futura Marzucchi parlava della crisi economica in atto, dei minori trasferimenti dallo Stato, della mancanza delle erogazioni della Fondazione. Non una parola sui debiti pregressi e sulla situazione di pre-dissesto (2009, 2010) che incalzava nella relazione della Corte. Che, esaustiva più che mai, ricordava nel maggio scorso: “La Sezione quindi, come già richiamato nella deliberazione n. 487/2011 ritiene tale fenomeno di particolare gravità in quanto espone a pericoli strutturali il bilancio dell’Ente”. 

Altro che dissidenti o renitenti; quando si è dimesso il sindaco di Siena aveva appena fatto ampia ricognizione sul da farsi; e di tutti gli scenari possibili quello meno gratificante era di offrirsi al pubblico ludibrio come “il sindaco fallimentare di Siena”. Gli atti della Corte dei Conti ormai li conosceva, e conosceva anche la disposizione finale del documento: “il Magistrato istruttore/relatore provveda all’invio di apposita richiesta documentale, per l’avvio della procedura citata in premessa ai fini delle valutazioni sulla effettiva sussistenza delle condizioni di dissesto o pre-dissesto”. 

I fortunati consiglieri di maggioranza non potevano avere tra gli appunti dell’OdG del Consiglio Comunale del 21 maggio la copia della deliberazione, che è stata approvata – guarda caso – solo il giorno dopo e pubblicata il giorno 23 a Firenze, anche se non escludiamo l’uccellino che possa aver avvisato del probabile esito chi di dovere. Se il bilancio 2011 fosse stato approvato, ora sarebbero veramente in un mare di guai perdipiù per un bilancio che non hanno redatto (spetta alla Giunta) e di cui non conoscono nemmeno le partite contabili.

Ma se i dissidenti non avessero sollevato obiezioni sui conti del Comune oggi a Palazzo Pubblico siamo davvero sicuri che siederebbe ancora quel sindaco democraticamente eletto nel maggio 2011? O l’operazione di esasperare gli animi dei consiglieri “dissidenti” è stata solo funzionale alla “uscita di scena” alla Giulio Cesare per tornare poi redivivo una volta che i conti in rosso fossero stati digeriti e magari fosse anche stata trovata una qualche soluzione?

Pare, infatti, che il sindaco uscente sia intenzionato a ripresentarsi alle prossime elezioni. Ma ci saranno le primarie di coalizione? Se così fosse oltre al sempre convinto Marzucchi per Siena Futura, potrebbe anche esserci un altro avversario. L’Api, a livello nazionale, potrebbe anche stringere un’alleanza con il Pd. E allora chi potrebbe rappresentare il partito di Rutelli e Tabacci a Siena se non l’ex sindaco più temuto dal Pd? Piccini (Pierluigi) pare non disdegnare il confronto pubblico e questo potrebbe far pensare ad un suo rientro sulla scena politica. 

E alle primarie di partito? Ci saranno? E quanti validi sostenitori ha ancora Franco Ceccuzzi? Chiuso un capitolo, se ne apre un altro, e i conti sono tutti da fare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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