"E’ rimasto del tutto inascoltato il nostro pressante invito ad affrontare per tempo la questione dei crediti deteriorati"
SIENA. il Circolo Città Domani – Sinistra per Siena ritiene che la gravissima crisi che sta attraversando il Monte dei Paschi sia anche il frutto delle scelte della direzione (Profumo, Tononi e Viola) che si sono limitati in questi anni a dare un quadro ottimistico per tranquillizzare i senesi, sostenuti da alcuni organi di stampa e dalla debolezza dell’Amministrazione Comunale che non ha saputo operare (e non solo parlare) per difendere il risparmio dei cittadini e il posto di lavoro dei dipendenti. Come può accettare il Sindaco che il Presidente della Fondazione, da lui sostenuto e definito come “l’innovatore e rilanciatore della fondazione”, continui a sostenere le scelte della Banca?
Ne dovrebbe chiedere le dimissioni, insieme a tutta la Deputazione Amministratrice ed a quella Generale, che hanno continuato a sostenere passivamente la politica della Banca.
E’ rimasto del tutto inascoltato il nostro pressante invito ad affrontare per tempo la questione dei crediti deteriorati, attivando modalità di recupero in primis dai cosiddetti “grandi prenditori”, di cui ufficialmente non si riesce a conoscere i nomi, ma che tutti sanno essere grandi imprese industriali che potrebbero restituire quanto avuto in prestito dalla Banca Monte dei Paschi.
Perché l’AD Viola solo dopo 4 anni dal suo insediamento ha preso la decisione di ricostituire una apposita Area interna dedicata al recupero dei crediti, che in precedenza erano di competenza di una società del Gruppo?
Come mai, nonostante l’evidenza delle voci di bilancio inerenti le sofferenze per gli anni che vanno dal 2008 al 2013, che già allora rappresentavano l’aspetto in assoluto più rilevante, non si sono state assunte le necessarie decisioni organizzative ed operative che la gravità del problema imponeva?
Forse perché i debitori sono soggetti potenti politicamente e sono protetti nelle alte sfere?
La mancanza di una linea chiara, praticata nei fatti e non solo proclamata a parole – come fanno tutti – da parte della direzione della Banca, l’ha esposta a manovre speculative che adesso hanno fatto precipitare il titolo. Ormai il danno per i tanti azionisti è fatto e recuperarlo sarà difficile.
Ma cosa si prospetta a questo punto? Un intervento dello Stato nella ricapitalizzazione della Banca, qualora il mercato non partecipasse? Certamente sarebbe una soluzione preferibile all’arrivo di qualche squalo che con il valore attuale dell’azione, potrebbe comprarsi con pochi spiccioli il Monte dei Paschi. È davvero sospetta anche la tempistica della pubblicazione della lettera della BCE a MPS da parte di un giornale romano, verrebbe da pensare che la banca sia continuamente preda di incursioni speculative e in mano ad un gioco molto più grande della stessa.
La cosa veramente importante è che non si arrivi al bail in, che vorrebbe dire azzerare tutte le obbligazioni subordinate ed i conti correnti oltre 100.000 Euro.
Il PD e Renzi hanno determinato questa situazione: prima hanno dilapidato il patrimonio della Banca all’epoca di Mussari e Vigni, poi hanno continuato a consentire che la finanza speculatrice si accanisse sul Monte dei Paschi. Sono responsabilità che non si possono dimenticare, dicendo che adesso bisogna guardare avanti.