I parlamentari europei hanno votato a maggioranza l'equiparazione delle due ideologie
di Mauro Aurigi
SIENA. Il 19 settembre i parlamentari europei a Strasburgo hanno votato a larga maggioranza una risoluzione che certifica l’equiparazione dell’ideologia e dei simboli del “comunismo” a quelli del “nazismo”, dando così una volta di più ragione a Goya e al suo “sonno della ragione che provoca mostri”. Infatti devono essere usciti di cervello per dare una veste legittima e istituzionale a una materia la cui abbondante, anzi sterminata esegesi era fino al giorno prima, e giustamente, esclusivo e condiviso appannaggio di migliaia di storici e eruditi. Di tutto sentivamo il bisogno, tranne che il vertice politico europeo ci dicesse, anzi, ci imponesse la sua versione, quale che essa sia. Ed ora c’è da domandarsi: a quando una risoluzione che “Dio c’è” o “Dio non c’è”, scippando a teologi e sacerdoti il loro mestiere; o che “E’ la Terra che gira intorno al Sole” e non viceversa; o che è piatta e non sferica, scavalcando così d’un solo balzo geografi, astronomi, astrofisici e perfino Galileo?
PIU’ DI 100 MILIONI TRA MORTI E FERITI
Quella risoluzione (chiarimento o spiegazione di un dubbio, secondo i dizionari) è emersa così, quasi all’improvviso, come materia leggera che avesse bisogno di poche chiacchiere e riflessioni. Mentre invece quella materia fu un evento spaventoso che caratterizzò l’intero secolo passato e che terminò con la più terribile guerra della storia: 50 milioni di morti, di cui 20 milioni nella sola Russia sovietica, 8 nella Germania nazista e 6 tra gli Ebrei, nonché altri 56 milioni di feriti. Non può quindi non meravigliare che così tanti mercenari della politica politicante, ossia la cremina del potere politico europeo, siano entrati allegramente a gamba tesa su un argomento di questo peso, praticamente ignorandone o sottacendone colpevolmente la portata.
Sicuramente né i parlamentari europei, né i partiti di cui sono espressione avevano nel proprio programma elettorale una questione del genere. Né prima né durante né dopo la votazione nessuno o quasi ha sollevato obiezioni in proposito. E qui già c’è un vulnus al concetto di democrazia.
Ma la cosa più grave è un’altra. L’ignoranza (o la furbizia) con cui questa cremina della classe politica europea ha trattato la questione ci dice un’altra cosa: non hanno la più pallida idea del terreno di coltura su cui i sistemi dittatoriali del XX secolo basarono, con incredibile successo, la loro tirannia e il conseguente sterminio di massa. Si trattò infatti, e prima di tutto, di un indottrinamento ideologico, capillare e impetuoso delle masse, soprattutto dei ceti medi e sottoproletari. A ben vedere sembra questa la strada che il parlamento europeo avrebbe imboccato con la risoluzione in questione, non tanto per il contenuto, quanto per il modo. Forse ci risiamo? A questo inquietante aspetto sembra che nessuno abbia posto attenzione. Cominciò così anche nell’Italia degli anni ’20.
UNA NOTA A PROPOSITO DEL “COMUNISMO”
Il termine “comunismo” è entrato nel lessico politico grazie al più influente pensatore del XIX secolo, Karl Marx, Ma il suo comunismo niente aveva a che vedere col sedicente comunismo sovietico. Tanto per essere chiari la “dittatura del proletariato” – termini che credo Marx abbia mai usato – consisteva solo nella previsione che, considerato il veloce evolversi della rivoluzione industriale, prima o poi la popolazione sarebbe stata composta in maggioranza assoluta da operai, i quali, acquisita una “coscienza di classe”, avrebbero avuto tutto il diritto, fino ad allora negato, di votare e formare gli ordini legislativo, esecutivo e giudiziario (da qui il suddetta “dittatura del proletariato”). Per cui gli stati dove Marx preconizzava la sua rivoluzione, erano l’Inghilterra e la Germania e anche la Francia (ma non la Russia, anzi… come vedremo subito). E qui Marx sbagliò di grosso: i proletari, ossia gli operai, non sono mai diventati maggioranza, anzi sono in continua contrazione perché semmai ora è il ceto medio a costituire la maggioranza, per giunta in forte crescita perché si sta proletarizzando. Tuttavia trovo giusto precisare che né in Russia né in Italia Marx viene più studiato, ma nelle migliori università del mondo, quelle nord-americane, lo si studia ancora. Stranezze della storia.
Tanto per precisare: a proposito di Marx e “comunismo” russo, è bene ricordare che Marx fu contrario all’espansione dell’ideologia comunista in Russia, paese abitato in grande maggioranza da contadini poveri ed analfabeti, veri servi della gleba, che ben difficilmente avrebbero maturato quella coscienza di classe necessaria a rivoluzionare il potere. Aveva ragione da vendere. Infatti lì uno zar ce l’hanno ancora.
Così, tanto per dire quanto superficialmente la “risoluzione” europea è stata redatta.
TUTTO CAMBIO’ AFFINCHE’ NULLA CAMBIASSE
E se ci si pensa bene la rivoluzione “comunista” russa fu gattopardesca, nel senso che tutto dovette cambiare affinché nulla cambiasse. Lo zar Nicola, assassinato con tutta la famiglia, fu sostituito da Lenin e poi da Stalin e successori, che, ovviamente, si stabilirono nella residenza zarista, il Cremlino. E la nobiltà (i boiari) furono sostituiti con la nomenklatura, vedi soprattutto i membri del Soviet Supremo. Peggio: lo zar mai aveva pensato di costruire per i propri boiari speciali ospedali e speciali cittadelle di dacie protette da guardie armate con speciali negozi dove acquistare ogni tipo di merce occidentale introvabile nei negozi del popolo. Ma gli zar rossi invece lo fecero per la propria nomenklatura. Dello zarismo invece mantennero i terribili gulag in Siberia dove far marcire e morire gli oppositori politici, quei pochi scampati al capestro o al veleno. Insomma niente hanno da vantarsi quelli che hanno votato orgogliosamente la “risoluzione” come atto di coraggio, perché non è mai esistita alcuna sostanziale differenza tra il bolscevismo e il nazismo. Anzi, una differenza ci fu: i nazisti si dichiaravano anti-bolscevichi e i bolscevichi si dichiaravano anti-nazisti. Tutto lì.
P.S.: se penso a quanto ci costa quella gente affinché discuta del sesso degli angeli, mi vengono in mente brutte idee, poco democratiche.
