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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Consiglio Comunale a Siena: interrogazioni e mozioni discusse

Numerosi i temi di interesse collettivo che sono stati affrontati oggi durante la seduta

SIENA. Di seguito alcuni degli argomenti affrontati durante la seduta del Consiglio Comunale in corso a Siena.

FESTA DELLA REGIONE TOSCANA: #NOPENADIMORTE IN CONSIGLIO COMUNALE

Il Consiglio Comunale, riunito insieme agli studenti senesi per la Festa della Regione Toscana, che celebra l’abolizione della pena di morte attuata dal Graduca di Toscana, Pietro Leopoldo, primo nel mondo, con la promulgazione del Codice Leopoldino del 30 novembre 1786.

L’assemblea consiliare ha ricordato, oggi, questo storico evento, insieme a alcuni studenti degli istituti superiori cittadini (Caselli, Marconi e Monna Agnese) che, interagendo con i consiglieri, e gli utenti connessi, hanno letto brani del test leopoldino, con particolare riferimento all’art. LI sulla pena di morte, commentandoli su Twitter con l’ashtag #NoPenaDiMorte.

“Una riflessione comune – come ha evidenziato il presidente del Consiglio comunale Mario Ronchi – sulle radici della pace e della giustizia fortemente presenti nella nostra tradizione toscana, al contempo un’opportunità per mantenere la memoria consegnandola alle future generazioni utilizzando, in modo consapevole, i social”.

Il tema affrontato quest’anno dalla Festa è: “Le riforme di Pietro Leopoldo e la Toscana moderna: iniziativa economica (liberalizzazioni); delle comunità (enti locali e loro identità); dell’organizzazione corporativa (scioglimento delle corporazioni e costituzione delle Camere di commercio); dei diritti umani (abolizione della pena di morte e della tortura)”.

“La stagione di Pietro Leopoldo – ha proseguito Ronchi – è unanimemente riconosciuta come un momento storico di grandi riforme, di progresso per i diritti civili, ma anche come il periodo che ha lasciato un segno indelebile nell’organizzazione dei Comuni, contribuendo a far crescere l’identità e l’autonomia degli Enti locali, tratto distintivo della Toscana. Per questo la necessità di proseguire in questo confronto così da contribuire, nel tempo, alla costruzione di una nuova stagione di grandi riforme degli Enti per rendere protagonista in Europa la nostra Regione e i sui Comuni”.

LO STATO DI FINANZIAMENTO DELLA COSIDDETTA “LEGGE SALVACONTRADE” IN UN’INTERROGAZIONE DEL GRUPPO SIENA RINASCE

Qual è lo stato attuale della cosiddetta “legge salvacontrade”? Nella seduta consiliare odierna, Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) hanno presentato un’interrogazione sulla legge n° 296/2006, la quale disciplina gli aspetti del trattamento fiscale delle associazioni e di quei soggetti, come le Contrade di Siena, che operano per la realizzazione di manifestazioni di particolare interesse storico, artistico e culturale, legate agli usi e alle tradizioni delle comunità locali.

“Per quanto riguarda la nostra città – ha detto Neri durante l’illustrazione – la materia contempla le Contrade e le Società di Contrada, le quali vengono equiparate allo Stato e agli Enti Locali e, quindi, non sono tenute all’imposta sui redditi. Le stesse, nelle attività connesse alle finalità istituzionali, tra cui la partecipazione al Palio e i rapporti con i fantini, sono esentate dall’obbligo di effettuare le ritenute di acconto. Un successivo decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF, ndr) ha altresì esentato tali soggetti dall’obbligo della tenuta delle scritture contabili”. Neri ha quindi chiesto “lo stato di finanziamento e le prospettive future della legge in oggetto, ovvero se a livello governativo ne è garantita la copertura futura”  e, “nel malaugurato caso di tagli alla spesa pubblica che interessino tali voci di spesa, quali sono gli scenari che si prospettano e cosa intenda fare l’Amministrazione”.

Il sindaco Bruno Valentini ha ricordato che la cosiddetta “legge salvacontrade” è una disposizione permanente, con decorrenza dal 1° gennaio 2007, che trova applicazione nell’ambito di uno stanziamento annuo non superiore a 5 milioni di euro, ai sensi del successivo comma 186 della legge n° 296/2006. Entro tale limite, il MEF provvede annualmente all’individuazione dei soggetti ai quali si applicano le disposizioni richiamate nell’interrogazione.

“A oggi, da quanto abbiamo appreso dall’Esecutivo – ha aggiunto il sindaco – non risultano essere previste né modifiche alla legge, né alla relativa copertura finanziaria di 5 milioni di euro. Nel decreto di assegnazione delle risorse annuale emesso dal MEF, le Contrade e le Società di Contrada si sono sempre posizionate ai primi posti. Tra l’altro, ci risulta che, negli anni scorsi, le coperture finanziarie stanziate non siano mai state utilizzate interamente”.

Neri ha preso atto “della risposta telegrafica – come ha affermato – su questo tema, che meriterebbe anche il coinvolgimento delle Contrade. Questa legge, frutto di un patto scellerato della precedente Amministrazione comunale con il Governo nazionale, è infatti connotata da una valenza economica che rischia di ridurre la missione delle Contrade soltanto alle iniziative di natura gastronomica”.

“Credo infatti che le Contrade – ha concluso Neri – se sottoposte a un po’ “di dieta” tornerebbero a essere migliori”.

I DIRITTI D’AUTORE DEL MANIFESTO DEL PALIO NEL DIBATTITO CONSILIARE

Il Manifesto del Palio, realizzato da Dario Neri su commissione comunale nel 1928, è stato oggetto di un’interrogazione presentata, nella seduta consiliare odierna, da Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce). Neri, sottolineando come il Manifesto sia ormai parte dell’iconografia della Festa, ha domandato “se esistano ancora, ed eventualmente dove si trovino, gli intagli lignei e, in particolare, le matrici policrome che permettevano la sua composizione, a seconda delle Carriere e delle Contrade che vi partecipavano”.

Il consigliere ha chiesto, inoltre, di essere informato sulle modalità di utilizzo da parte del Comune e sull’eventuale concessione a terzi, richiamando le leggi in materia “che stabiliscono come i diritti d’autore abbiano validità per settanta anni dopo la sua morte e invece, nel caso si tratti di amministrazioni pubbliche come in questo caso, per i successivi venti anni a partire dalla prima pubblicazione, trascorsi i quali gli eredi riassumono la disponibilità dell’opera”.

Infine, stigmatizzando come il Manifesto venga utilizzato “liberamente, spesso impropriamente e senza alcun controllo anche da terzi, quali editori e web designer”, Neri ha chiesto “quale uso intenda farne il Comune e se intenda regolarizzare tali anomalie e farsi carico della tutela di questo simbolo della città di Siena”.

L’assessore alla Cultura, Massimo Vedovelli, ha introdotto il suo intervento sostenendo che “Dario Neri è senz’altro uno dei più illustri artisti senesi e italiani del Novecento: non solo autore del Manifesto del Palio, ma anche il fondatore della casa editrice Electa, la quale ha onorato l’arte e la cultura italiana a livello internazionale”. “Nella sua attuale forma come avviso del Palio – ha poi detto l’assessore – le stampe tratte dal Manifesto originario risultano accorciate per una migliore gestione della loro affissione. A tale riduzione di grandezza fu autorizzato l’allora sindaco Mauro Barni, da parte di Achille Neri”.

“Le matrici xilografiche, collocate fino alla metà degli anni Ottanta in un magazzino comunale – ha proseguito Vedovelli – si trovano ora nei depositi del Museo Civico. Sono state registrate al n° 1043 dell’inventario speciale delle opere d’arte del Comune di Siena e soggette al medesimo regime di tutela di ogni altra opera d’arte, come prescritto dal Codice dei beni culturali”.

“La matrice consta di due parti fisse – ha specificato l’assessore – e di una terza componibile che contiene le informazioni varianti da Palio a Palio. Proprio per la sua rilevanza artistica, oltre che storica e simbolica, è stata esposta nell’ambito di due mostre, la prima delle quali nel 1993 organizzata dall’Istituto d’Arte e, più recentemente, nel corpus della mostra Palio Memorabilia insieme ad altri oggetti di proprietà del Comune di Siena. Per il prestito di queste opere è stato dato corso alla procedura prescritta dal Codice dei beni culturali che prevede, tra l’altro, il parere obbligatorio della Soprintendenza competente”.

Per quanto riguarda i diritti di utilizzazione e di concessione, “il Comune di Siena, che da tempo si è dotato di uno specifico regolamento sulla riproduzione e l’utilizzazione di immagini del patrimonio artistico, come imposto dalla legge – ha continuato Vedovelli – non ha concesso a nessuno i diritti di riproduzione. Copia del Manifesto è peraltro in vendita presso le museali comunali. Evidenzio che, nel 2014, il Comune non ha aderito all’invito pubblicato da Wikipedia a liberalizzare totalmente la riproduzione e l’utilizzazione delle immagini del patrimonio artistico, proprio per evitare una proliferazione incontrollata di immagini per usi disparati>>.

<<Sulle anomalie segnalate – ha concluso Vedovelli – diventa difficile procedere con un’azione amministrativa, soprattutto in riferimento ai nuovi canali digitali di comunicazione. L’assetto normativo vigente non sembra in grado di stare al passo delle questioni poste dall’evoluzione tecnologica. Sarà comunque cura dell’Amministrazione porre rimedio alle più evidenti anomalie, dove e quando tale azione sia possibile. L’Amministrazione si impegna, pertanto, a promuovere un’azione di tutela del Manifesto che possa permettere un controllo dell’uso dell’opera, soprattutto nei circuiti editoriali. Più in generale, l’impegno è a mantenere vivo il riconoscimento della personalità artistica dell’autore, a Siena e nel mondo, anche per il tramite dell’azione per il Manifesto del Palio”.

Neri, il quale ha specificato di aver voluto presentare l’interrogazione dopo aver trovato sul web che il Manifesto era stato abbinato a un “Paliotto”, come ha sostenuto, di un’altra città, si è dichiarato “in gran parte soddisfatto”.

“Per quanto riguarda il mondo dei nuovi media – ha concluso il consigliere – invito però l’assessore a formalizzare degli atti che siano in grado di rafforzare la tutela di questo bene così importante per il nostro Palio e per tutta la città di Siena”.

SIENA RISCHIA DI PERDERE IL SUO STORICO PRIMATO NELLA SANITÀ?

Sulle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese (AOUS), Pierluigi Tosi, si è concentrato l’interesse dei consiglieri Laura Sabatini e Alessandro Trapassi (Siena Cambia), Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce), Massimo Bianchini (Nero su Bianco), Pietro Staderini e Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra).

Sabatini, con un’interrogazione, ha chiesto informazioni in merito a quanto pubblicato su La Nazione lo scorso 27 settembre. In particolare, come ha sostenuto, “sul rischio di perdere il primato nella sanità e sulla inidoneità dell’attuale ospedale Santa Maria alle Scotte rispetto al nuovo modello regionale sanitario”.

Per questo, la consigliera ha chiesto “come mai e per quanto tempo rimarranno chiusi interi reparti di area critica e intensiva che rappresentano presidi indispensabili e impiegabili per il primato della sanità senese, come un’intera area del blocco operatorio detta Recovery Room, appena restaurata e con le attrezzature necessarie. Oppure, un intero blocco di 4 letti di terapia intensiva postoperatoria della Cardiologia chirurgica, che non solo impedisce l’espansione ma anche le attività quotidiane di questa branca di altissima specialità”.

Sabatini ha inoltre domandato “quali iniziative si intende porre in atto per migliorare il rapporto numerico tra degenti e infermieri, problema ben più di spessore di quello delle strutture murarie”; infine, “di quanti infermieri – ha concluso la consigliera – necessita l’AOUS per la ripresa a pieno regime delle attività cliniche; a quando la riapertura di numerosi reparti ora chiusi alla degenza o destinati ad altre attività; e se si intende ricollocare in servizio attivo il personale passato ad altre attività non direttamente connesse all’assistenza dei pazienti”.

Il sindaco Bruno Valentini, nel dar lettura della nota pervenuta dalla direzione generale dell’Azienda ospedaliera, ha informato che, per quanto concerne la Recovery Room e i letti di terapia intensiva, la direzione dell’AOUS, nel corso del 2016, intende procedere a un’analisi organizzativa complessiva del DAI cardio-toraco-vascolare, che comprenderà gli aspetti inerenti la gestione dei ricoveri di urgenza e programmati, la degenza preoperatoria, la programmazione degli accessi alle sale operatorie, il fabbisogno di letti di terapia intensiva e postoperatoria intensiva cardiochirurgica. “Proprio in quest’ottica – ha detto il primo cittadino – verrà rivalutata l’attuale gestione del comparto operatorio, il fabbisogno degli spazi necessari alla Recovey Room e il fabbisogno del personale per l’assistenza”.

Sulla carenza di personale, il sindaco ha fatto presente che, come comunicatogli, “sono state intraprese tutte le azioni necessarie a garantire la correttezza della presenza del personale addetto all’assistenza, fermi restando sia le difficoltà di reperimento sia i limiti di spesa, visto il rispetto al vincolo di -1,4% sulle spese del 2004, per le aziende sanitarie, sul numero di occupati e sul costo globale”.

“Non risulta – ha proseguito Valentini, sempre riportando i contenuti della nota dell’AOUS  – che le attività cliniche non siano riprese a pieno regime dopo la pausa estiva; così come non risulta che vi sia personale dedicato all’assistenza non coinvolto direttamente in attività clinico-assistenziale organizzative. Negli ultimi due anni, parte dei dipendenti recuperati dalla riorganizzazione è stata utilizzata per un incremento delle ore di sala operatoria, soprattutto nel settore urgenza delle Chirurgie generali e dell’Ortopedia, dove esiste sempre una sala operatoria disponibile sulle 24 ore”.

“In generale – ha concluso il sindaco – le Scotte esprimono, da sempre, un’alta professionalità nel settore medico e delle eccellenze di specializzazione che meritano di essere mantenute e migliorate. Per questo, rivolgiamo un forte invito al dg dell’AOUS e al rettore dell’Università degli Studi affinché tali eccellenze vengano ulteriormente implementate. La richiesta di 17 milioni di euro di investimenti per il rifacimento strutturale delle sale deve, infatti, essere accompagnata da un’operazione di riqualificazione scientifica se vogliamo che l’ospedale e la città di Siena restino un punto di riferimento centrale anche nel nuovo contesto regionale sanitario”.

Sabatini ha apprezzato le conclusioni finali del sindaco, ma si è dichiarata “non soddisfatta della risposta fornita dal dg Tosi, in particolare per i quesiti sulla Recovery Room e sul suo mancato utilizzo che presuppone anche uno spreco di soldi pubblici. Non concordo neanche sul quadro fornito sulla dotazione di personale e sul turn overperché vari infermieri in estate non hanno neanche potuto godere delle ferie”.

“Manca un progetto per il futuro dell’AOUS – ha concluso la consigliera – che non può essere rappresentato solo dagli investimenti strutturali. Alle Scotte, vero e proprio modello di eccellenza, esistono grandi professionalità che rischiamo di perdere, e in sanità le specializzazioni importanti richiedono tempi lunghi di formazione e di affiancamento: elementi che mancano da troppo tempo, così come manca il turn over del personale. Ora, con l’applicazione della nuova normativa comunitaria relativa all’orario di lavoro, c’è l’ulteriore rischio di creare gravi disagi ai cittadini: è ora che tutte le istituzioni cittadine si impegnino se non vogliamo che i senesi debbano andare a curarsi altrove”.

L’AGRICOLTURA PER LE START-UP DI GIOVANI E IMPRENDITORIA FEMMINILE

L’attività agricola come fonte di occupazione e reddito per i giovani è sempre più al centro del dibattito nel nostro Paese. E proprio la Regione Toscana, nell’ambito del progetto Giovanisì, ha promosso il ricambio generazionale con l’avviso pubblico “Aiuto all’avviamento di imprese per giovani agricoltori” grazie ai fondi comunitari del Piano di Sviluppo Rurale 2015/2020. “Un invito – come ha illustrato, durante la sua interrogazione, la consigliera PD Stefania Bufalini – rivolto ai giovani, fra i 18 e i 40 anni non compiuti (nel caso di imprenditoria femminile non ci sono limiti di età), che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola in forma singola o associata, quali società di persone, di capitale e cooperative di conduzione”.

Un’occasione significativa per incentivare la crescita occupazionale giovanile e femminile in un settore in grado di offrire concrete prospettive di crescita per le nostre eccellenze produttive. Per questo, la consigliera ha chiesto “se sia possibile utilizzare terreni incolti di proprietà comunale, affidandoli a coloro che sono interessati a usufruire dei finanziamenti messi a disposizione tramite il bando regionale e agevolando, così, la proliferazione di start-up di giovani imprenditori e imprenditoria femminile”.

La normativa regionale, come ha spiegato il vicesindaco Fulvio Mancuso, ha introdotto la disciplina per l’utilizzazione di terreni abbandonati o incolti da rendere disponibili all’imprenditoria privata, sia per un recupero produttivo sia per la prevenzione dei rischi derivanti dall’abbandono. “Con l’istituzione della Banca della Terra – ha detto il vicesindaco – il nostro Comune ha avviato, da tempo, le procedure per l’inserimento di questi terreni. Sono già state censite 1709 particelle catastali, delle quali solo 58 risultate incolte e 76 in attesa che trascorrano i 180 giorni di legge per la loro rimessa a coltura: cosa che sarà controllata con appositi sopralluoghi perché, in caso negativo, saranno inserite nella Banca”.

“In parallelo – ha aggiunto Mancuso – il censimento è stato allargato anche ad aree interne alle mura, non tanto per fini agricoli, bensì per incentivare i proprietari a un loro decoroso mantenimento. Per 15 di queste 33 particelle non sono pervenute dichiarazioni da parte dei proprietari, mentre gli altri 18 hanno dichiarato di metterle a coltura entro 180 giorni”.

Nella Banca della Terra confluiranno, quindi, 73 particelle, mentre le altre 94 dovranno essere controllate allo scadere dei 180 giorni dalla data della lettera di dichiarazione di intenti per la rimessa in coltura. La giunta ha già approvato e trasmesso l’elenco definitivo all’Ente Terre, che lo pubblicherà nella specifica sezione del sito dell’Agenzia regionale toscana per le erogazioni in agricoltura (ARTEA). Con questo strumento, chiunque fosse interessato a coltivare uno o più terreni presenti può fare domanda allegando un piano di sviluppo e, in caso di più domande per le stesse particelle, la priorità sarà data ai più giovani.

“Il bando regionale – ha proseguito il vicesindaco – al quale ha fatto riferimento la consigliera è finalizzato a favorire il ricambio generazionale, offrendo ai giovani un premio economico per l’avviamento dell’attività agricola e contributi agli investimenti per l’assestamento strutturale, l’ammodernamento delle strutture e le dotazioni aziendali. Non è necessario che venga dimostrato il possesso dei terreni al momento della domanda, che diventa, invece, obbligatorio entro il prossimo 9 marzo. Tra le varie possibilità, i giovani potranno attingere, con apposita domanda, anche ai terreni inseriti nella Banca della Terra, che entro quella data avrà recepito anche gli appezzamenti che si trovano nel territorio comunale. Per quanto riguarda la proprietà pubblica, stiamo valutando la possibilità di censire anche i nostri appezzamenti incolti per poterli inserire nella Banca, così da incentivare  una nuova imprenditoria e start up giovanili”.

Bufalini si è dichiarata “soddisfatta per la risposta dettagliata ed esaustiva che dimostra che il percorso intrapreso dall’Amministrazione è quello giusto: adesso l’auspicio è che i nostri giovani possano cogliere al più presto le opportunità messe a disposizione dal bando regionale”.

IL SINDACO VALENTINI HA RISPOSTO A UN’INTERROGAZIONE DI PIETRO STADERINI SULLE INDENNITÀ DEGLI ASSESSORI

Partendo dalla normativa sulla corresponsione delle indennità di funzione a favore degli assessori comunali, Pietro Staderini (Moderati di Centrodestra) ha presentato un’interrogazione sottoscritta anche dal collega di gruppo Andrea Corsi, da Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce), Luciano Cortonesi e Massimo Bianchini (Nero su Bianco).

In particolare, Staderini, facendo riferimento ai casi di assenza prolungata dovuta a motivi extraistituzionali, o comunque diversi dalla malattia, ha chiesto “se l’indennità viene proporzionalmente ridotta” e “se, nel corso di questo mandato, si sono verificati situazioni del genere, specificando, in caso affermativo, i periodi e le eventuali decurtazioni”.

Come ha risposto il sindaco Bruno Valentini, da un punto di visa procedurale “il Servizio Personale riceve gli atti d’insediamento della Giunta insieme ai nominativi degli assessori, dei quali viene riportata la situazione lavorativa sia in relazione all’aspettativa dal proprio datore sia alla sua tipologia, pubblica o privata, e alla relativa contribuzione. Tali dati vengono evidentemente aggiornati”.

Il sindaco ha quindi spiegato come il Servizio provveda alla liquidazione mensile dell’indennità per tutta la durata del mandato e come non siano previsti controlli sulle presenze e l’operatività degli assessori, i quali non sono tenuti ad alcuna timbratura.

Valentini ha specificato come, nel corso dell’attuale mandato, “siano pervenute due richieste di sospensione dell’indennità da parte dell’assessore alla Cultura, Massimo Vedovelli: la prima per il mese di agosto 2014, la seconda per il periodo dal 9 settembre al 18 ottobre 2015”.

Staderini si è dichiarato soddisfatto della risposta del sindaco, ma ha definito “curiosa e preoccupante la totale mancanza di alcun tipo di controlli sull’attività della Giunta, a maggior ragione in quanto composta da soggetti che non sono stati eletti. Per questo, chiedo che venga valutata la possibilità di prevedere verifiche sull’attività e soprattutto sulle assenze non derivanti da impegni istituzionali degli assessori”.

LA CONTROVERSA TRA IL COMUNE E I SUOI DIPENDENTI NELL’INTERROGAZIONE URGENTE ILLUSTRATA DA SIMONE VIGNI

Essendo prossima all’esame del giudice che domani ha convocato le parti, la controversia tra il Comune e i suoi dipendenti inerente la messa in mora cautelativa per impedire la possibile prescrizione di quanto contestato in sede ispettiva, è stata al centro dell’interrogazione orale urgente presentata, questo pomeriggio, dai consiglieri PD Simone Vigni, Carolina Persi, Massimiliano Bruttini, Giulia Periccioli e Rita Petti.

Vigni “Nel riconfermare piena solidarietà a tutti i dipendenti” ha chiesto “formazioni aggiornate sulla questione ancora in corso”.

L’assessore al personale Mauro Balani, nel riconoscere le preoccupazioni generate dalla verifica amministrativo-contabile del 2013, ha ripercorso, in sintesi, i vari passaggi che hanno interessato l’Amministrazione comunale e, di conseguenza, i suoi dipendenti, dirigenti ed assessori, fino alle due comunicazioni arrivate recentemente. Quella del MEF  (Ministero Economia e Finanza), dello scorso agosto, dove si ritengono superate le irregolarità grazie agli interventi correttivi già conclusi o avviati dall’Ente, come il piano di riduzione degli organici in base ai requisiti pre-Fornero e l’eliminazione di tutte le indennità atipiche. La seconda inviata, nel settembre, dal Magistrato della Corte dei Conti alla Ragioneria Generale dello Stato e nella quale è stata comunicata l’archiviazione della sentenza.

“Abbiamo fondato ottimismo – ha detto Balani – che si possa ricevere  da parte del MEF, da cui è partita tutta la vicenda,  un positivo atto conclusivo. Da tener presente che non siamo di fronte ad un ravvedimento sui contenuti dell’accertamento, bensì alla positiva valutazione delle azioni, concluse e in progresso, intraprese dall’Amministrazione”. “L’auspicio – ha concluso – è di arrivare, quanto prima, ad una risoluzione definitiva con la possibile revoca della messa in mora, anche se ad onor del vero non esiste, in merito, una giurisprudenza univoca. Il tempo a disposizione non ha consentito accordi con il personale che non agisce collettivamente, ma attraverso procure individuali. La volontà politica è quella di ricomporre la divergenza, in un quadro di legittimità ma nei tempi quanto più rapidi,consapevoli di come il clima più sereno  può, indubbiamente, rappresentare un valore imprescindibile per garantire una positiva azione dei dipendenti rispetto le legittime aspettative della città. A testimonianza di questo la recente condivisione con le Organizzazioni sindacali sulla chiusura del fondo di produttività per l’anno 2015, oltre all’individuazione di  alcuni punti per l’accordo relativo al triennio 2016/18”.

Il consigliere Simone Vigni, nel dichiararsi soddisfatto per la risposta ottenuta, dalla quale è emerso il lavoro svolto dall’Amministrazione per sanare la questione, ha rimarcato come “i dipendi comunali e il rispetto  della loro dignità di persone e lavoratori rappresentino un valore fondamentale per il buon funzionamento dell’agire amministrativo. La chiusura di questa controversia sarà a vantaggio di tutta la comunità”.

UNA PICCOLA RIVOLUZIONE DIDATTICA ED EDUCATIVA PER AFFRONTARE IL PROBLEMA DEL PESO DEGLI ZAINI SCOLASTICI

Attenzione e sensibilità nei confronti della questione del peso degli zainetti scolastici cui devono farsi quotidianamente carico gli alunni. Con un’interrogazione presentata nella seduta consiliare odierna, Gianni Porcellotti (PD) ha evidenziato i rischi per la salute degli studenti, in particolare per la colonna vertebrale, derivanti dagli eccessivi carichi del materiale scolastico.

Il consigliere ha fatto riferimento al documento congiunto redatto nel 2009 a livello ministeriale e inviato agli assessorati regionali e ai dirigenti scolastici, in cui viene stabilito “che il peso complessivo dello zaino non deve superare il 10-15% del peso corporeo dell’alunno che lo porta e come sia necessaria un’educazione alla salute e ai corretti stili di vita che contempli, anche da parte dei docenti, l’aspetto organizzativo della didattica”.

Porcellotti ha aggiunto che la Regione Toscana, con un investimento di 50mila euro annui, sta sostenendo un percorso educativo e didattico d’avanguardia, denominato “100 Scuole senza zaino in Toscana”, al quale hanno già aderito molti istituti. “Un progetto finalizzato non solo ad alleggerire i pesi degli zaini attraverso diverse modalità organizzative e didattiche – ha sostenuto il consigliere – ma anche a trasformare l’ambiente scolastico in una comunità accogliente in grado di stimolare la creatività dei bambini”.

Il consigliere ha quindi chiesto di conoscere “se hanno aderito al progetto anche gli istituti senesi, o se comunque vi sia, da parte degli stessi, una dimostrazione di sensibilità sul tema degli zainetti pesanti”, sollecitando il Comune a farsi promotore di iniziative volte a migliorare la problematica evidenziata.

La risposta dell’assessore all’Istruzione, Tiziana Tarquini, è stata molto articolata. Innanzitutto, l’assessore ha elogiato le finalità del progetto regionale, “di cui continueremo a sollecitare l’adozione da parte delle nostre scuole, ma che presuppone un netto cambio di paradigma rispetto al sistema scolastico canonico in termini di supporti per lo studio, materiali, formazione di docenti e ridefinizione funzionale di spazi e arredi”.

Tarquini ha quindi fornito il quadro delle scuole senesi per dimostrare come la questione del peso degli zainetti sia stata affrontata con diversi approcci: “Il comprensivo Mattioli-Tozzi adotta testi scolastici in volumi separati e un orario settimanale fisso, cercando al contempo di responsabilizzare i ragazzi affinché trasportino solo il materiale necessario alle lezioni. I docenti della scuola secondaria hanno optato, da tempo, per le cosiddette “edizioni piuma”, ovvero volumi fascicolati anziché tomi unici. Alcuni docenti del Cecco Angiolieri hanno partecipato al corso “A scuola senza zaino” e nel prossimo POF triennale sarà inclusa una formazione specifica su tale aspetto; talvolta è incentivata la condivisione dei libri di testo tra compagni di banco e vi è, inoltre, una classe 2.0 che prevede l’uso di strumenti informatici al posto del cartaceo. Approccio analogo a quello dell’istituto comprensivo Mattioli, dove il ricorso ad attrezzature informatiche permette di ovviare ai testi in uso che vengono utilizzati soltanto per i compiti a casa. Nella primaria dell’istituto comprensivo Jacopo della Quercia sono stati predisposti armadietti nei quali gli alunni possono lasciare il materiale che non serve a casa”.

“La dirigente dello Jacopo della Quercia – ha aggiunto l’assessore – ha valutato la possibilità di aderire al progetto “100 scuole senza zaino in Toscana”, pur riconoscendone la portata rivoluzionaria in termini di organizzazione degli spazi e metodologie didattiche. Al San Bernardino, invece, i bambini della primaria lasciano i libri a scuola, in appositi spazi, mentre per la secondaria gli insegnanti stimolano l’uso condiviso dei libri di testo>>.

<<In forma più diretta – ha concluso Tarquini – siamo intervenuti nella questione del peso degli zaini nei confronti dei due istituti comprensivi con i quali abbiamo attivato il progetto “Piedibus”, sollecitando i dirigenti scolastici a far lasciare i libri dei bambini a scuola per tutta la settimana>>.

Porcellotti, che si è dichiarato soddisfatto per la completezza della risposta dell’assessore, ha comunque esternato amarezza per le difformità riscontrate a livello dei vari istituti e anche tra insegnanti della stessa scuola. <<Si tratta di affrontare tutti insieme questa piccola rivoluzione in termini didattici ed educativi – ha concluso il consigliere – combattendo le dinamiche commerciali del mercato dei libri e dotando le aule di armadietti che possano accogliere i materiali degli alunni, così da non dover costringere i genitori all’acquisto di zaini che sembrano più funzionali ma che in realtà sono costosi e non simmetrici per il trasporto del peso”.

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