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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Caritas Siena: presentati i dati del V rapporto

SIENA. “L’anno passato, con il rinnovo dell’Equipe Caritas, siamo riusciti a coinvolgere maggiormente le parrocchie (in particolare quelle della parte centro-settentrionale della Diocesi) nelle attività di ascolto e vicinanza alle famiglie. Questo per noi è un primo passo importante per sviluppare ulteriormente la testimonianza della carità nelle zone pastorali della Diocesi che sono attualmente carenti sotto questo punto di vista.

Abbiamo terminato il 2024 concludendo l’emergenza dei profughi ucraini (i nuclei rimasti abitano in accoglienze temporanee di alcune case parrocchiali) e proseguendo l’impegno nell’accoglienza dei richiedenti asilo nelle nostre strutture (27 posti disponibili nel dormitorio accanto alla nostra sede in Via Mascagni e 8 nella sede di Arbia).

Nel 2024 i centri di ascolto della Diocesi hanno incontrato 1.209 persone, un dato in leggera flessione rispetto al 2023 con 1.329 incontri. In questo dato sono comprese sia le parrocchie che utilizzano il programma informatico MIROD, sia quelle che effettuano una rilevazione cartacea. Il centro di ascolto diocesano ha incontrato 442 persone, ne consegue che nel 2024 la maggior parte delle persone sono state incontrate nelle parrocchie o nei nostri servizi decentrati per la distribuzione di beni materiali. Si rafforza quindi l’impegno della Diocesi nella promozione delle Caritas Parrocchiali, che come numero sono le stesse dello scorso anno ma con un impegno e un’attenzione maggiore al territorio. Un’altra motivazione per cui abbiamo avuto un calo di accessi al nostro centro d’ascolto diocesano sta nel fatto che molti richiedenti asilo vengono presi in carico da realtà con cui Caritas collabora, mancando pertanto la registrazione.

Le persone che si sono presentate per la prima volta nel 2024 ai nostri sportelli sono 266, in diminuzione rispetto allo scorso anno. Il calo del numero degli ascolti non deve portarci a conclusioni affrettate rispetto alle difficoltà presentate dagli assistiti. Primo fra tutti, rispetto allo scorso anno c’è stato un aumento notevole di persone singole che si sono rivolte ai nostri centri, passando da 146 a 224. Questo dato è scaturito dal fatto che nel conteggio quest’anno abbiamo anche una parrocchia del centro storico che si trova nelle vicinanze della stazione dei pullman e svolge quindi una funzione di “primo accesso” di orientamento per gli altri servizi Caritas, anche se spesso quello resta l’unico contatto con la persona. Altro numero in crescita che ci preoccupa è l’aumento del numero delle famiglie con almeno un minore a carico, che passa da 364 a 400.

Passiamo adesso ad un focus sui dati dei centri e servizi collegati al programma informatico MIROD. Rispetto allo scorso anno abbiamo, possiamo contare su una nuova parrocchia che ha iniziato la rilevazione degli assistiti usando il programma on-line, per l’anno in corso ci aspettiamo la messa in rete di altre 2/3 Caritas parrocchiali, andando così ad adeguarsi anche alle nuove normative in materia di privacy. In totale sono state incontrate 942 persone nel 2024, una leggera diminuzione di 80 persone in valore assoluto rispetto al 2023. Il primo dato che balza agli occhi è una presenza di persone di nazionalità italiana mai registrata nel corso degli ultimi anni, pari al 37%. Rispetto al 2023, le presenze dei connazionali sono aumentate dal 28,6% al 37,3%. In termini assoluti, il dato è ancora più allarmante: se nel 2023 erano 289 gli italiani a fronte di circa 1.000 utenti totali, nel 2024 sono 351 a fronte di 942 utenti complessivi. Quindi per il 2024, il dato è molto simile rispetto ai periodi dell’emergenza Covid-19. Gli stranieri rappresentano il 63%.

Aumenta il numero delle visite complessive ai nostri sportelli: 9.406 che in rapporto alle persone ascoltate almeno una volta abbiamo una media di quasi 10 accessi annui per ogni singolo utente; rispetto al 2023 che aveva una media di 8,5 visite/utente c’è stato un aumento del 9%. Per quanto riguarda il rapporto tra assistiti maschi e femmine, il trend è invertito rispetto allo scorso anno, abbiamo una presenza maggiore di assistiti femmine (poco più del 51%) rispetto al 2024 quando era del 46%. Questo dato non è stabile, ma varia generalmente di anno in anno. Se facciamo un raffronto negli ultimi cinque anni, il grafico successivo ci conferma quanto stiamo affermando.

Analizziamo adesso la cittadinanza degli utenti che si rivolgono ai nostri centri. Superata parzialmente, come detto all’inizio, l’emergenza dei richiedenti asilo proveniente principalmente dal Pakistan con arrivi più o meno stabili durante l’arco dell’anno, le presenze ai nostri centri ricalcano sostanzialmente quelle osservate nel corso degli anni.

Osserviamo che, con tutta probabilità, diversi cittadini ucraini arrivati subito dopo lo scoppio della guerra si sono stabilizzati nel nostro territorio. In valore assoluto sono 42 i nuclei familiari che abbiamo attualmente in carico in Diocesi, alcuni già presenti prima della guerra. Abbiamo registrato un incremento di cittadini peruviani rispetto al 2023, in particolare nella zona di Siena e limitrofe, a conferma che è una comunità ormai abbastanza radicata. La maggior parte di cittadini senegalesi, come osservato negli scorsi anni, si trova nella zona della Valdelsa, dove è presente anche qui una realtà ben consolidata da anni. Mentre per gli albanesi e i romeni abbiamo una distribuzione omogenea su quasi tutto il territorio diocesano.

Analizziamo adesso la condizione professionale che abbiamo rilevato. Quello seguente è un grafico che ci pone diversi spunti di riflessione, anche in relazione alle differenze con lo scorso anno.

La prima cosa che risalta è che abbiamo quasi il 30% delle persone incontrate con un’occupazione più o meno stabile. Questo è un dato che da una parte ci fa ben sperare per i prossimi anni, dall’altra parte ci dice che avere un lavoro spesso non è sufficiente per sostenere le spese del proprio nucleo familiare, specie dove ci sono figli o altri membri a carico. Il secondo dato importante è che è aumentato, seppur di poco, la presenza di pensionati, sono il 6% del totale, la loro presenza era intorno al 3% negli anni del Covid-19: anche questo dato è importante perché ci fa capire che, mentre fino a circa 10 anni lo status di pensionato poteva garantire una certa stabilità, oggi, con l’aumento del costo della vita, si avverte una maggiore difficoltà. non è più così. Altro fattore, non meno importante, è un aumento degli studenti, in particolare coloro che vengono dall’estero all’Università: per loro il grosso problema è l’alloggio in quanto spesso arrivano senza aver ottenuto il nulla osta per la borsa di studio e non hanno diritto al posto letto nella residenza universitaria convenzionata.

Un dato che ci fa riflettere è sicuramente quello della fascia d’età. Negli anni abbiamo visto come l’accesso ai nostri sportelli non è riservato solamente a persone dai 30 ai 50, come poteva esserlo circa 10 anni. Se nel 2015 la fascia che va dai 25 ai 54 anni era rappresentata per circa il 70%, negli ultimi anni invece è scesa al 60% a favore di un aumento di presenze nella fascia over 55, in particolare tra 65 e 74 anni, che fino al periodo pre-covid era presente in misura marginale. Nel 2024 in particolare, rispetto agli ultimi due anni, abbiamo osservato un aumento di over 64, come possiamo vedere dal grafico sottostante. Giusto per citare un esempio, le presenze al nostro centro di accoglienza notturno per adulti residenti sul territorio è composto da 10 persone che hanno un’età compresa tra 52 e 65 anni.

Per quanto riguarda l’abitazione, anche in questo caso i dati che emergono mostrano un panorama in chiaro-scuro. Se da una parte diminuiscono notevolmente le situazioni di marginalità abitativa a causa delle maggiori risposte, non solo di Caritas, al fenomeno dei richiedenti asilo (come già detto sopra,), dall’altra parte è in crescente aumento la richiesta di coloro che si rivolgono ai nostri che lamentano problemi abitativi. Ma andiamo per ordine.

Il 74% degli utenti che abbiamo in carico vive in una situazione alloggiativa stabile: intendiamo coloro che abitano in casa propria o affitto o in un alloggio ERP, un dato in aumento rispetto al 2023. Crescono in particolare coloro che abitano in affitto e diminuiscono leggermente quelli con casa di proprietà.

Rispetto al 2023 quindi abbiamo un numero di persone inferiore che vive in situazioni di marginalità abitativa (più che altro CAS o dormitori), resta quasi inalterata la condizione di chi non ha un alloggio. Nonostante questo impulso “positivo”, gli utenti che lamentano una situazione di disagio abitativo sono il 21,7%.

Abitazione precaria/inadeguata

2,5%

Accoglienza provvisoria

1,9%

Altro

3,7%

Mancanza di casa

10,9%

Privo di residenza anagrafica

1,5%

Sfratto/Morosità/Casa all’asta

1,0%

Sovraffollamento

0,2%

Balza subito come una persona su 10 che si rivolge a noi non abbia casa. Ciò non vuol dire che la sua situazione attuale sia quella di dormire fuori, ma si trova a vivere una situazione alloggiativa transitoria che rischia di peggiorare da un momento all’altro. È il caso ad esempio degli studenti universitari che provengono dall’estero e arrivano in Italia senza la certezza di un alloggio, ci chiedono spesso soluzioni temporanee o a lungo periodo in attesa che si attivi la loro borsa di studio; oppure, come nel caso dei richiedenti asilo, arrivano nel nostro paese e non hanno un posto dove stare. Da questa tabella si nota in maniera marginale la situazione degli sfratti, che rappresentano una piccola percentuale delle problematiche abitative: questo dato però non deve trarci in inganno, richieste di accoglienze per trovare situazioni emergenziali che spesso vengono dai servizi sociali, sono state abbastanza frequenti nel 2024, purtroppo siamo spesso costretti a rispondere quasi sempre negativamente per la mancanza di risorse.

La stragrande maggioranza dei nostri utenti lamenta durante i colloqui la loro difficoltà a far quadrare il loro bilancio familiare, sono il 92% coloro che incontrano queste difficoltà, un dato che conferma sostanzialmente quanto osservato lo scorso anno. È opportuno evidenziare come, specie nei bisogni di natura economica, le persone esprimono più di una problematica (multi-problematicità), ad esempio, oltre a dichiarare di avere un reddito insufficiente, hanno anche una situazione debitoria, oppure coloro che sono senza fissa dimora generalmente sono persone che non hanno nessuna fonte di reddito.

Altro

1,4%

Difficoltà di gestione del reddito

0,4%

Indebitamento

0,5%

Indisponibilità straordinaria

1,3%

Nessun reddito

6,6%

Povertà estrema (persona senza dimora, gravemente emarginata)

4,6%

Reddito insufficiente rispetto alle normali esigenze

86,6%

Rispetto allo scorso anno c’è stata una diminuzione di situazioni di persone in povertà estrema, questo per effetto di quanto dicevamo prima del contenimento dell’emergenza di richiedenti asilo.

Traendo alcune conclusioni dopo la nostra analisi, le preoccupazioni che abbiamo sono relative al problema abitativo ed economico. Abbiamo visto che nonostante una buona parte dei nostri utenti sta lavorando, spesso le loro entrate non sono sufficienti per vivere con dignità. Per questo si rivolgono ai nostri sportelli per chiederci un aiuto di tipo alimentare oppure un contributo economico per far fronte alle spese familiari che, spesso, se non si interviene, si rischia di peggiorare notevolmente le loro situazioni. La maggior parte dei nostri interventi sono fatti in collaborazione con i servizi sociali del territorio che hanno in carico i nuclei che si rivolgono in Caritas: questo vale per entrambe le zone distrettuali presenti in Diocesi, quella senese e quella della valdelsa, con entrambe abbiamo contatti frequenti e collaborazioni condivise con i casi che si presentano. Con loro verifichiamo periodicamente le famiglie beneficiarie dei pacchi alimentari, concordiamo eventuali contributi economici e le accoglienze in emergenza.

Per rispondere al problema della gestione dell’abitazione, supportiamo i nuclei familiari con dei contributi economici (totali o parziali a seconda dell’esigenza) per utenze domestiche, affitti e/o caparre. Altra forma di aiuto materiale a sostegno delle famiglie è il pacco alimentare: i centri distribuzione e le parrocchie della Diocesi erogano un pacco quindicinale per i nuclei familiari, dove ci sono situazioni di maggior disagio si interviene anche con quello settimanale. Oltre agli aiuti AGEA tramite il Banco Alimentare o la Croce Rossa, le donazioni provenienti da negozi cittadini, le nostre realtà integrano con fondi propri i pacchi per essere maggiormente a sostegno delle famiglie. Abbiamo calcolato che nel 2024 sono stati erogati quasi 19.000 pacchi alimentari a circa 1.000 nuclei familiari.

L’importante servizio effettuato da alcuni centri distribuzione e parrocchie di recupero delle eccedenze alimentari, costituisce un’importante risorsa. Giornalmente i nostri volontari si recano presso supermercati, negozi di quartiere, mense universitarie e aziendali per ritirare gli esuberi di cibo e redistribuirli alla mensa oppure ai centri di distribuzione che, dopo un accurato lavoro di scelta del bene alimentare, viene dato alle famiglie.

Nonostante le donazioni e gli aiuti AGEA, le spese effettuate per acquistare gli alimenti dei due centri di distribuzione su Siena (Arbia e San Girolamo), ammontano a oltre 62.000 €.

Il valore economico erogato agli utenti che si sono rivolti ai centri d’ascolto della Diocesi ammonta a 22.100 euro. Sono esclusi da questo conteggio i contributi erogati dalle parrocchie che non sono nel sistema Mirod.

APPENDICE CON DATI DAL 1 GENNAIO 2025 AL 30 GIUGNO 2025

Nel 1° semestre 2025 sono aumentate le parrocchie che inseriscono i dati nel programma informatico Mirod. Per questo motivo riusciamo anche ad essere più precisi nella lettura dei dati. Si è aggiunta la parrocchia cittadina di San Miniato che rappresenta un grosso bacino di utenti, visto che si trova in un quartiere popolare.

Il dato degli ascolti effettuati in ogni caso non è confortante: nei primi sei mesi abbiamo già incontrato quasi 700 persone, un cospicuo aumento se consideriamo che in tutto il 2024 i centri collegati a Mirod ne avevano incontrate 942. Altro dato rilevante è l’aumento del numero degli italiani, sicuramente influenzato dalla parrocchia di San Miniato che con 51 persone in carico, quasi la metà sono italiani: globalmente rappresentano il 40% del totale degli incontri dei primi sei mesi.

Per quanto riguarda la divisione tra uomini e donne si conferma l’aumento delle presenze delle femmine. Per quanto riguarda il numero totale degli ascolti, incontri, erogazione di servizi sono 5.242.

Un dato su cui stiamo riflettendo in questa prima metà dell’anno riguarda la problematica abitativa. Per i nostri utenti è diventato un problema che supera pure quello lavorativo come ci mostra il grafico seguente.

Preoccupante è, ad esempio, il numero degli sfratti: sono già 12, pari all’1,7%, quelli rilevati dai nostri sportelli, senza contare quelli per cui i servizi sociali ci chiedono delle soluzioni emergenziali che purtroppo non abbiamo. Se facciamo un raffronto con il 2024, come possiamo vedere dalla tabella seguente, diminuiscono le persone che non hanno una casa, ma aumentano coloro che vivono in una situazione di accoglienza provvisoria (ospiti temporanei di amici ad esempio).

 

2024

1°sem. 2025
Abitazione precaria/inadeguata

2,5%

2,0%

Accoglienza provvisoria

1,9%

2,7%

Altro

3,7%

3,0%

Mancanza di casa

10,9%

8,4%

Privo di residenza anagrafica

1,5%

0,6%

Sfratto/Morosità/Casa all’asta

1,0%

1,7%

Sovraffollamento

0,2%

0,3%

La problematica maggiormente rilevata è quella economica, concausa di diversi fattori: lavoro precario, eccessive spese per la gestione dell’abitazione, aumento degli affitti e dei prezzi dei supermercati; questo dato rispecchia comunque quanto già osservato nei dati del 2024.

Nonostante questo, crescono le persone che abitano in una situazione di stabilità abitativa, ovvero in casa di proprietà, o affitto o edilizia popolare e diminuiscono coloro che vivono in una situazione di marginalità abitativa (dormitorio, centro accoglienza, auto, baracca…) Anche qui sicuramente il dato della parrocchia di San Miniato ha influito positivamente su questo aspetto. Da annotare che nel conteggio non sono compresi i richiedenti asilo che seguiamo ormai da diversi anni: per molti di loro la situazione abitativa resta precaria, ospitiamo nei nostri dormitori tra la sede di Via Mascagni e di Arbia 35 persone ormai da diversi mesi visto che non ci sono posti disponibili nei centri di accoglienza straordinari. Di seguito il grafico situazione abitativa del 1°semestre 2025

Per quanto riguarda la condizione professionale, nel 1° semestre 2025 si riduce leggermente la percentuale di utenti che sono in stato di disoccupazione, aumentano lievemente anche gli occupati ma registriamo un aumento dei pensionati pari al 7,8%

Per quanto riguarda la tipologia degli assistiti, i principali fruitori dei nostri servizi restano le famiglie con figli: nel 1° semestre c’è stato un incremento del 6,8% di coloro che abitano in un nucleo familiare con uno o più figli a carico (minorenni e/o maggiorenni); esse rappresentano in questo periodo più della metà del bacino dei nostri utenti (54,4%). Di poco invariato rispetto al 2024 è la percentuale di coloro che abitano soli, sono il 19%.

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