
BOLOGNA. Benatia, Pjanic, Pjaca, Cuadrado, Dani Alves, Higuain. Più il giovane Mandragora. Nonostante qualche cessione ‘dolorosa’ come quelle di Pogba e Morata, la Juventus è stata senza dubbio la regina incontrastata del calciomercato italiano. I bianconeri sono riusciti a rinforzare ulteriormente una rosa già largamente competitiva: sei acquisti dal grande spessore tecnico e caratteriale per provare a portare a casa anche quella Champions che a Torino manca addirittura dal 1996.
Ecco perché in molti tra gli addetti ai lavori considerano il campionato 2016-2017 già chiuso in partenza: troppo superiore la Vecchia Signora, che non dovrebbe fare alcuna fatica ad assicurarsi il sesto scudetto consecutivo (che sarebbe record in Serie A, ndr). Ma è davvero così?
In attesa del prossimo turno di Serie A, cerchiamo di capire se può esistere una squadra capace di contendere il titolo di Campione d’Italia alla corazzata Juventus.
Napoli: l’avversaria più forte
Partiamo ovviamente dal Napoli. Non solo perché ha concluso con un brillantissimo secondo posto lo scorso torneo, ma anche perché ha perso il suo pezzo pregiatissimo, quel Gonzalo Higuain (36 gol nel 2015-16, battuto il record di Angelillo) finito proprio alla corte di Allegri. Lo spostamento di una pedina così forte dovrebbe comportare l’allargamento di una forbice già esistente tra i partenopei e i torinesi. Ma il Napoli ha saputo reggere l’urto dell’addio del Pipita, ed è andato a prendersi una delle punte più promettenti in circolazione: Arkadiusz Milik, 47 gol tra campionato e coppe nelle ultime 2 stagioni con l’Ajax. Higuain a parte, il team di De Laurentiis ha mantenuto tutti i suoi top player: Reina, Koulibaly, Ghoulam, Allan, Hamsik, Mertens, Callejon, Insigne e soprattutto Maurizio Sarri, vero artefice della crescita napoletana. Il coach è riuscito a dare al Napoli un gioco efficientissimo, senza trascurare la solidità difensiva, la compattezza e la voglia di lottare su ogni pallone. Al di là della rosa degli interpreti, che resta ancora di livello assoluto, il Napoli può far leva proprio sulla sua capacità di aggredire l’avversario fin dal primo minuto, sfruttando la velocità e l’imprevedibilità dei suoi funamboli e il tasso tecnico della mediana. È l’avversaria più accreditata per il titolo: la Juve dovrà stare all’erta.
Roma: l’eterna seconda?
La Roma, come ogni anno, “potrebbe ma non si impegna”. Il terzo posto conquistato da Spalletti nello scorso campionato è una buona base da cui partire, ma il mercato giallorosso ha lasciato un po’ a desiderare. L’apice del dissidio tra il club di Pallotta e i tifosi è stato rappresentato dalla cessione di Pjanic, finito alla Juventus (sì, anche lui) che ha pagato la clausola rescissoria di “soli” 37 milioni di euro. E a conti fatti, il bosniaco non è stato adeguatamente rimpiazzato. Respinte molte offerte per Manolas e Nainggolan, la Roma ha provato a cautelarsi rinforzando la retroguardia con Vermaelen dal Barcellona e Fazio dal Tottenham. Suscitava molta curiosità l’ingaggio di Mario Rui, ma il portoghese – autore di due ottime stagioni all’Empoli – si è infortunato gravemente ancor prima di mostrare le sue (indubbie) qualità. Roma sfortunata, quindi, ma anche incapace di trovare una soluzione alla ‘grana’ Totti-Spalletti: “Er pupone” vorrebbe giocare sempre, ma per il tecnico toscano va utilizzato con il contagocce. Nel frattempo si spera che Dzeko ritrovi finalmente la via del gol e che Salah ed El Sharaawy siano quasi sempre al top della forma. La Juve sembra lontana, ma se riesce a non farla scappare subito, al girone di ritorno (con i bianconeri ‘distratti’ dalla Champions) si può tentare lo scherzetto.
Inter: c’è bisogno di continuità
Ed eccoci all’Inter. I nerazzurri, per tradizione, si caratterizzano per una “follia” insita nel loro DNA: ne è un’ennesima prova l’esonero di Mancini prima dell’inizio del campionato. Il nuovo tecnico è Frank De Boer, uno che parla poco e lavora molto. Niente scuse: la rosa è più che competitiva, e non ha niente da invidiare a Napoli e Roma. Giocatori come Handanovic, Miranda, Murillo, Kondogbia, Medel, Brozovic, Perisic, Candreva, Joao Mario, Banega, Eder, Icardi, Palacio sono assolutamente all’altezza: l’Inter ha solo bisogno di un trainer che sappia come utilizzare tutto questo ben di Dio, tramutandolo in gioco e risultati. Ci riuscirà l’olandese? Non lo sappiamo, ma di certo il sodalizio della Suning non può nascondersi. Forse manca qualcosa negli esterni difensivi, ma D’Ambrosio e Santon non sono gli ultimi arrivati: certo, Dani Alves e Alex Sandro sono un attimino superiori… Battere la Juventus? Nella gara secca è fattibilissimo, anche allo Stadium: la vera sfida che aspetta l’Inter è riuscire a trovare la continuità fino a Maggio, se vuole davvero strappare il tricolore dal petto di Buffon e soci.
Milan: la fine della crisi è ancora lontana?
Il Milan viene da due tra le stagioni peggiori di sempre nella storia rossonera. I diavoli rossoneri non giocano una gara di Champions dalla primavera 2014, e sembrano essere sprofondati in un abisso dal quale nessuno appare davvero in grado di tirarli fuori. Ci proverà Montella, che si ritrova con una rosa che presenta diverse lacune un po’ in tutte le zone del campo. A parte davanti: Bacca è uno dei centravanti più forti del mondo, e riuscirebbe a far gol anche da solo contro tutti. E poi c’è Lapadula, il bomber che ha fatto impazzire Pescara in Serie B, senza dimenticare Niang, Suso e Honda. Insomma, l’attacco è probabilmente la zona del campo che crea meno grattacapi all’ex Aeroplanino. A centrocampo non paiono sufficienti la grinta di Kucka e la qualità del pur bravo Bonaventura, mentre i nuovi arrivi Sosa e Pasalic sono delle incognite. Dietro le maggiori speranze sono riposte nello straordinario Donnarumma, portiere di 17 anni all’anagrafe ma che sembra averne già 30, e nella promessa paraguayana Gustavo Gomez. Romagnoli non ha ancora mostrato le sue doti migliori: che sia l’anno buono? Montella lo spera, ma sa anche che per insidiare la Juve servirà ancora molto tempo.
Fiorentina, Sassuolo e Lazio: belle realtà, ma non basta per vincere
La Fiorentina e il Sassuolo sono due belle realtà: i viola mantengono sempre quello status di ‘outsider’ e giocano un calcio piacevole e divertente (bravo Paulo Sousa); stesso discorso per i neroverdi dell’encomiabile Eusebio Di Francesco, che potranno accumulare esperienza internazionale in Europa League e consolidarsi ulteriormente in Serie A. “Attaccare” la Juve resta chiaramente un’utopia per entrambe.
Così come per la Lazio, abbandonata da Bielsa e ‘curata’ da Simone Inzaghi. I biancocelesti sono distanti anni luce dalla caratura necessaria per aggredire il vertice della classifica, nonostante i buoni acquisti di Bastos e Immobile. La Juve, da queste parti, non conviene nemmeno guardarla…