Via al progetto benefico "Un gesto che conta" con le maglie in palio
CHIUSI. I Bulls tornano a giocare in casa per l’ultimo turno dell’anno solare. I biancorossi attenderanno Casoria e, oltre che per la partita e i punti in palio, sarà una giornata importante in quanto sarà la prima del progetto benefico “Un gesto che conta”. Le maglie indossate dai giocatori saranno oggetto di donazioni.
La sfida, con palla a due all’Estra Forum alle ore 18:00 di domenica 21 dicembre, sarà arbitrata dai signori Francesco Cattani di Rieti (RI), Giorgio Silvestri di Roma (RM), Mattia Coda di Roma (RM). A presentarla il capo allenatore biancorosso Nicolas Zanco.
“Casoria ha giocato poco più di due quarti poi la partita è stata interrotta perché il campo era umido, si scivolava e non c’erano le condizioni per continuare. Detto questo, tra l’altro il Casoria aveva anche alcune assenze che vediamo se riuscirà a recuperare per domenica. Noi siamo ancora alle prese con qualche acciacco, capiremo se riusciremo a recuperare Candotto, però ci aspetta un’altra sfida importante, che si preannuncia tesa perché ci sono punti in palio estremamente importanti per entrambe. Sia noi che loro abbiamo bisogno di fiducia, siamo squadre che hanno cambiato tanto per motivi diversi e dobbiamo ritrovare un’identità precisa. Penso che i ragazzi ci stiano provando in tutti i modi. Servirà avere un focus difensivo maggiore, limare quei piccoli errori e quelle piccole distrazioni che, sommate all’interno di una partita, possono costare dei parziali. Dovremo essere molto concentrati, essere pronti ad aiutarci”.
“Io penso, anche rivedendo le partite e ragionando, che questi momenti siano frutto anche di un po’ di frustrazione e ansia di voler cercare di portare a casa delle vittorie che ci darebbero morale e spinta. La squadra nella formazione che abbiamo oggi manca di qualche punto di riferimento quando è nei momenti di difficoltà. In questo momento non abbiamo dei riferimenti interni importanti e quindi, con le scelte difensive degli avversari oppure quando si sbagliano un paio di canestri, viene meno il gioco di squadra e la circolazione della palla. Per quanto riguarda l’aspetto difensivo, dobbiamo essere in grado di pensare che se l’attacco non gira, se non subiamo canestro, male che vada si rimane nella stessa situazione. Invece a volte tendiamo a togliere aggressività e commettiamo errori di distrazione e di superficialità. Quindi se l’attacco deve continuare ad avere fiducia e ritrovare percentuali al tiro migliori, dall’altra parte dobbiamo essere ancora più maturi nel capire che con la difesa possiamo essere solidi e rimanere in partita”.
E sull’iniziativa benefica in programma Zanco dice: “Tutto dà un contributo. C’è bisogno di qualsiasi cosa quando si gioca tanto e non si è in un periodo magari molto brillante. Quindi non pensare sempre solo alle cose negative, non pensare sempre solo a cosa sta andando male in campo. Passare un pomeriggio di festa con tutto il settore giovanile, minibasket e le loro famiglie è stato molto bello. I ragazzi della prima squadra si sono divertiti molto ed è stato un colpo d’occhio veramente imponente. Penso che la missione di questa società, come di tutto lo sport in generale, sia prima di tutto una missione sociale per il territorio. Dare l’opportunità ai ragazzi di divertirsi e poi anche di evitare le cose peggiori che possono succedere fuori dal campo. La prima missione è quella di creare una famiglia, oltre la famiglia tradizionale, essere un punto di riferimento fuori dalle case per tutti i ragazzi e le loro famiglie. Questo è un ambiente sano, un ambiente che può dare una mano, che ci crede e che vuole lavorare nel migliore dei modi con i loro figli. Prende il via anche l’iniziativa di beneficenza. Non vediamo l’ora di scoprire anche a quanto arriveranno le maglie a livello di donazioni perché c’è grande voglia di dar seguito a questo progetto voluto fortemente dal presidente Trettel e da Matteo Martini. Le magliette sono molto belle, ma oltre a questo, quando c’è la possibilità di dare una mano a chi ne ha più bisogno, è giusto che noi, come sportivi e come privilegiati, si scenda in campo”.






