L'altro quarto a Varese, ieri vittoria di Sassari e Reggio Emilia
di Umberto De Santis
SIENA. Nel pomeriggio di giovedì la Mens Sana è arrivata a Milano, dopo l’allenamento del mattino a Siena in cui si è deciso di portare anche Matt Janning, con la speranza di vederlo in campo in gara due. In serata poi si sono giocate le prime due gare in programma dei playoff, cui seguiranno stasera Varese-Venezia e, al Mediolanum forum di Assago EA7 Emporio Armani vs. Montepaschi Siena. Diretta televisiva su Raisport 2 alle ore 20:30. Mentre per la sfida di domenica alle ore 19 non è prevista copertura televisiva: eppure si tratta delle finaliste dello scorso anno! Con serenità, conscio di aver raggiunto gli obbiettivi individuati dalla società ad inizio di questa stagione di rinnovamento, il coach Luca Banchi esprime i concetti guida della serie che i suoi ragazzi vanno ad affrontare: “Questo quarto di finale presenta una sfida affascinante che ha contraddistinto alcune delle finali degli ultimi anni. Protagonista e favorita annunciata per questo titolo fin dall’inizio della stagione, Milano potrà godere dell’invidiabile rendimento raggiunto nel girone di ritorno ed un profondissimo organico cui potremo tener testa solo grazie a prestazioni al massimo delle nostre possibilità. Affronteremo questa doppia trasferta consapevoli delle sue asperità, ma determinati a competere per rendere questa serie quanto più equilibrata possibile”.
Rilassati, i senesi, che hanno in bacheca la Coppa Italia e un cammino importante in Euroleague, che in alcuni momenti ha dato autentico spettacolo. Si dovrà verificare contro il peggior avversario possibile in questo momento i benefici di un mese senza impegni infrasettimanali che spesso avevano fatto prendere le gare di campionato con superficialità, l’esatto contrario della forma mentis di Pianigiani negli ultimi sei anni, che voleva sempre combattere per vincere a ogni costo. Vero che quella squadra aveva un tasso di qualità immenso, che però non veniva dal cielo ma si era conquistato con una abnegazione totale partendo quasi dall’anonimato: il cammino di Varese quest’anno ne ha molti punti in comune. Oggi però Brown e compagni dovrebbero mettere in un cantina pause e distrazioni e, senza alibi, cercare di giocare il miglior basket di squadra possibile, muovere la palla senza palleggio, imprevedibilità, esecuzione perfetta di giochi. Di fronte c’è l’Armani che in mezzo a tanti dubbi e polemiche, rivoluzioni di roster e allontanamento di vice allenatori ha il miglior ruolino di marcia del girone di ritorno, talento e mezzi fisici per potersi dimostrare in meno di due mesi degna di vincere quello scudetto che manca dal 1996.
In quella stagione la formazione allenata da Tanjevic partiva dal quinto posto in stagione regolare ed era guidata in campo da Ferdinando Gentile, che stasera vedrà il figlio Alessandro (dato in gran forma) cercare di emulare cotanto padre. C’erano Fucka, Bodiroga e Rolando Blackman. Oggi c’è l’addizione sotto le plance di Pops Mensah-Bonsu accanto a Radosevic, Bourousis e il giovane Melli: brutti clienti per Ress, Eze e Sanikidze. La chiave per Siena sarà nella precisione nel tiro dalla lunga distanza che aprirà le porte alle penetrazioni di Hackett, e un ruolo importante potrebbe averlo l’ultimo arrivato Dionte Christmas. Attenti dunque a Kangur, se sarà servito bene ha triple micidiali nelle mani e all’imprevedibilità di un Bobby Brown che dovrebbe cercare la consacrazione definitiva. Poi ci saranno quelli che non ti aspetti e le certezze come David Moss. Nel campo avversario molto dipenderà dalla vena di Langford, sempre una spina nel fianco per la Montepaschi, Hairston e Gentile. Poi ci sono Fotsis, Bremer, Green e il veterano Basile.
Le prime due gare hanno dato una conferma e una sorpresa. Conferma del banco di Sardegnai che dispone agevolmente di Cantù, dimostrando una superiorità a tratti irridente, benché la truppa di Trinchieri abbia tentato di rientrare in gioco più volte. 90-70 (D. Diener 20, Becirovic 16; Ragland 14, Tyus, Aradori 10) con successo nell’innesto dei nuovi Becirovic e Gordon positivamente inseriti nella filosofia di gioco di Romeo Sacchetti. Per la Lenovo partita da dimenticare subito, compreso l’infortunio agli adduttori per Pietro Aradori che sarà costretto a disertare gara-2 di sabato a Sassari. Sorpresa ma non troppo, visto che i padroni di casa li avevamo dati in calo di forma al contrario degli ospiti, a Roma dove l’Acea viene dominata dalla Trenkwalder a lungo. 58-70 (Datome 19, J. Taylor 12; D. Taylor 17, Bell 15). Nervosi, imprecisi e sempre in svantaggio (5-14 il primo quarto), i romani con la tripla di Datome riagganciano i reggiani (53-53) al 35’, ma qui scoppiano, subendo un parziale di 0-12 che chiude definitivamente l’incontro. A Lawal si è girata la caviglia, Jordan Taylor ha una frattura al setto nasale: sabato c’è la rivincita. Coach Menetti invece contento a metà, visto che dopo aver dominato per 30’, la sua squadra si è fatta rimontare 16 punti di margine.
