La scarsa comunicazione della società si riflette negativamente sul marketing?

di Umberto De Santis
SIENA. Invece di interrogarsi sul futuro del basket senese – che è cominciato male lo scorso anno con la rinuncia del Cus alla prima squadra, sta proseguendo adesso con il ridimensionamento della Virtus Siena (benedetta la decisione a suo tempo di non tentare l’avventura in serie A!) e del Costone oltre che delle realtà del cosiddetto “basket minore” da non dimenticare – i vari soloni continuano a scagliarsi disordinatamente contro chi i problemi li mette sul tappeto.
I forum, che è risaputo essere il prolungamento ideale delle chiacchiere da bar, e di riflesso certi commentatori dalle pruderie facili hanno criticato il nostro articolo sulla situazione di mercato della Mens Sana. Benché non si potesse negare che tutto quello che abbiamo scritto fosse vero, si è voluto banalizzare il contenuto dell’articolo con una scontata e acritica levata di scudi.
Ma noi siamo sempre gli stessi, quelli che hanno scritto nell’estate 2012 che chi voleva vincere lo scudetto doveva vincere a Siena (e a Varese non è bastato neanche quello), contro il parere generale che dava per scontato il ridimensionamento; quelli che hanno criticato le precarie condizioni fisiche di Kasun e Kemp (e si è visto poi come è andata a finire); quelli che hanno apprezzato il prendere un trofeo subito (la Coppa Italia, anche sacrificando un Ress che non era in condizioni di giocare, ma monumentale poi contro Sassari ad aeternum), che un prolungamento agonico del viaggio in Euroleague, minato proprio dalle scelte sbagliate sulla “doppia K”.
Ma anche quelli che hanno dato conto ai lettori delle perquisizioni e delle indagini della Guardia di Finanza … Per venire all’informazione, abbiamo scritto a suo tempo che la banca MPS non ha festeggiato con la squadra la Coppa Italia. Anche perché poi si è ben guardata per lungo tempo dal corrispondere il premio che era stato stabilito nel contratto di sponsorizzazione per la vittoria. Pensiamo sia lecito che dalla fine di febbraio la società abbia cercato uno sponsor alternativo piuttosto che tenersi uno sponsor riottoso e poco rispettoso dei patti firmati, benché li avessero firmati per conto di Rocca Salimbeni personaggi oggi rinviati a giudizio e non i manager attuali. Riottoso tanto da mettere in pericolo la gestione ordinaria delle spese correnti e, come si è letto poi nel comunicato che trasferisce Moss a Milano, perfino il pagamento degli stipendi dei giocatori: è giusto tacere tutto ciò? Ed evidentemente se si continua col marchio Montepaschi per l’ultima stagione di contratto problemi ce ne sono a volontà, le voci sull’arrivo di quella o di quell’altra azienda non sono venute da noi, e una riflessione sulla politica del marketing ad alta voce crediamo sia giusto poterla fare.
Al marketing della Mens Sana fa bene il silenzio ufficiale quasi assoluto? Anche oggi c’è chi scrive, bene o male informato che sia, come Ortner sia confermato per la prossima stagione e che il raduno ufficiale della squadra avverrà il 26 agosto. L’unica cosa certa è che, se non arriverà Stefano Mancinelli (che qualcuno, puntualmente da anni, si ostina a voler legare a Siena ogni estate che viene), per la prima volta da diverso tempo la preparazione inizierà con il gruppo che poi disputerà l’intera stagione e non con una formazione ibrida e senza futuro, visto che Hackett è a riposo e non sarà una stella degli Europei. Una buona chance in più per Crespi di costruire un gruppo coeso con un programma di crescita tecnica sul lungo periodo, che potrebbe aiutare ad ovviare alla mancanza di campioni conclamati. Si prospetta un annus horribilis, in Viale Sclavo, dove le riflessioni su tredici anni di sponsor Montepaschi dovranno indirizzare le nuove strategie di marketing che potrebbero interessare potenziali sponsor. Che oggi – è chiaro – non ci sono.
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