Edizione senza pronostico con due protagoniste della passata stagione

di Umberto De Santis
SIENA. Al Media Day, conversando con il Gm senese Ferdinando Minucci, abbiamo avuto modo si scambiare la stessa opinione. Cioè che la vittoria nella semifinale scudetto tra Siena e Varese fosse dovuta a due dettagli importanti: la crescita di forma di Siena nel finale di stagione e l’assenza di Dunston e Polonara nella decisiva gara 7 nelle fila di Varese. Ma adesso le due protagoniste di quel playoff così discusso e animato sono animali differenti. Molte le partenze e i cambiamenti di prospettiva delle due formazioni in una estate difficile, non solo per loro, ma per tutto lo sport che deve fare i conti con il restringimento delle risorse a disposizione. Grandi protagonisti come Mike Green o Bobby Brown sono emigrati verso altri lidi; perfino i coach Banchi e Vitucci sono altrove.
Dopo gli anni del dominio della corazzata Pianigiani, per la seconda volta consecutiva sarà difficilissimo fare un pronostico. Perchè lo scorso anno a Rimini già Siena e Cantù si affrontarono in una gara dall’esito incerto, e la serie infinita dei pluricampioni (vinta ogni competizione nazionale dal 2008 in poi dalla Mens Sana) si fermò per un momento, salvo poi ricominciare con coppa Italia e scudetto 2012-13. Resettiamo tutto una buona volta, il passato non abita più qui.
Varese dovrebbe essere più avanti come preparazione, visto che è andata a Vilnius per un sfortunato impegno europeo. Importante sarà la capacità di Frates di far metabolizzare ai giocatori la delusione di non aver potuto nemmeno provare la semifinale “impossibile” contro i padroni di casa del Lietuvos Rytas, e di aver dimenticato le due sconfitte subìte dai senesi nelle amichevoli estive. Intorno al nucleo storico Ere-Polonare-Sakota-De Nicolao dovrà dimostrare che la squadra ha una identità, che Hassell è Frank Hassell e non Bryant Dunston per cui si valorizzerà al sua pallacanestro e non la verticalità del neocampione dell’Intercontinentale. Clark e Coleman dovranno dare il tocco dell’esperienza e del talento quando l’organizzazione di gioco subirà pause.
Marco Crespi invece ha scelto la via di un basket più complesso. Nell’ansia di non dare riferimenti agli avversari attribuendo ruoli precisi ai suoi quintetti, corre il rischio che il cattivo amalgama di inizio stagione metta confusione in campo nell’applicazione dei giochi. Toccherà ai senatori Ress e Nelson, con l’ausilio di un Hunter che, a dispetto della stazza, sembra piuttosto avanti nella preparazione, equilibrare le intemperanze dei giovani americani, tra i quali è particolarmente atteso Kim English. Per le situazioni di stallo c’è naturalmente pronto Daniel Hackett, che rimane ancora un mistero di quanto possa dare, dopo l’infortunio al tendine d’Achille, in questo momento, capace tuttavia di forzare il gioco con le sue percussioni.
Rivalità forte, ambiente caldo: ma pensiamo che sarà una partita corretta anche tra il pubblico: come ha detto Hackett proprio nei momenti difficili del dopopartita di gara 7 (senesi bloccati negli spogliatoi prima che alcuni delusi decidessero di andare a casa), finita la partita finita la ruggine. Sono attesi tanti tifosi varesini e vincere nella tana del leone sarebbe ancora più bello, visto che il boccone amaro della passata stagione non è stato ancora digerito. Il pubblico di Siena invece vive con curiosità il debutto ufficiale della nuova (e ultima, allo stato attuale) edizione della Montepaschi nel momento del declino delal città, delle sue istituzioni e della sua realtà economica. Se davvero i soldi non sono tutto, come negli anni passati hanno rinfacciato molti, si potrebbe ricominciare la stagione alzando un altro trofeo. Sognare non costa, per tutto il resto basta aspettare martedì sera.