Cinotti: "Continuare la crescita del movimento e trovare una soluzione per l
“Nel 2010 abbiamo festeggiato il 75° anno di attività sportiva e il decimo di attività dell’Associazione Siena Rugby Club. Ricorrenze a parte è stata la prima volta in cui la palla ovale senese ha lottato per qualcosa di importante, raggiungendo i play off per la promozione in serie B, un traguardo, come tutti sanno, sfuggito negli ultimissimi minuti nella finale di zona contro Imola. Ovviamente questo risultato è frutto della crescita di tutto il movimento e del lavoro fatto in questi ultimi anni: volendo sintetizzare è stato un anno in cui abbiamo raccolto sui campi di gioco quanto ‘seminato’ negli anni precedenti. Non tutto ovviamente, è stato bello: non dobbiamo dimenticare il lutto che ci ha colpiti con la morte di Mirko Monaci. Tutti i ragazzi si sono stretti assieme nel dolore e questa disgrazia li ha ancora di più uniti”.
Quali aspetti intende sottolineare?
“Il lavoro svolto nel minirugby, che ci consente di far crescere tanti bambini con la palla ovale in mano sin dai primi anni: un elemento molto importante per la loro crescita tecnica se, quando saranno più grandi, vorranno come speriamo proseguire la loro attività sportiva nella nostra società. Anche le under, curate da Scarpelli, Bani, Bielsa e Ferluga hanno fatto grandi passi in avanti. Speriamo solo che possano contare su un organico più corposo”.
Perché è così importante l’attività giovanile?
“Perché la confidenza con l’attrezzo e i movimenti atletici che il gioco richiede si apprendono tanto più facilmente quanto l’atleta è ancora piccolo e plasmabile. Questo non significa che non si possa iniziare da grandi: la nostra squadra seniores è in gran parte composta da atleti che nell’adolescenza praticavano altre discipline”.
Cambiamo argomento. Come possono andare avanti le società sportive in anni di crisi economica come questi?
“Riducendo al massimo le spese e contando al massimo sull’impegno dei volontari. E anche su un altro aspetto, che non tutti sanno e che invece è della massima importanza: i nostri atleti, tutti, gareggiano senza alcun compenso. Giocano perché si divertono a giocare a rugby. E basta. Anche per questo motivo formare gli atleti nelle nostre giovanili ci consente di guardare al futuro con ottimismo”.
Gli obiettivi per il 2011?
“Alla Cena degli Auguri i presenti erano 270. Un numero che fa ben sperare. Vogliamo far crescere ulteriormente il movimento raccogliendo i frutti del lavoro”.
Concludiamo questa intervista parlando della prima squadra. E’ interessante notare che c’è un continuo incremento di pubblico alle partite. Certo non si tratta di numeri colossali, ma ci sono sempre più cento spettatori a partita. Da un punto di vista tecnico come giudica l’ambientamento della categoria superiore?
“Si tratta di un campionato più difficile del nostro vecchio palcoscenico regionale al quale eravamo abituati. C’è, ovviamente, una scala di valori, ma non ci sono partite vinte o perse prima di scendere in campo. E’ abbastanza affascinante conoscere realtà nuove: dallo scambio c’è sempre la crescita. Senza togliere nulla al valore delle squadre umbre o marchigiane, quello che più ha impressionato piacevolmente il nostro ambiente è stato il contatto il rugby dell’Emilia Romagna, un rugby evoluto ed elegante, molto bello da vedere”.
Con il quale il Banca Cras Cus Siena sul campo si è confrontato sostanzialmente alla pari. Come vede il girone di ritorno?
“Come primo bilancio posso dire che è bello essere posizionati nella prima parte della classifica. Tutto dipenderà da come partiremo. Le squadre allenate da Biagioli di solito disputano un girone di ritorno migliore di quello di andata. Inoltre potremo contare sul recupero di Movileanu, il forte mediano di origine rumena, fermo dal febbraio dell’anno scorso, e sul crescente adattamento al ruolo di Dupré e Gaggelli, tanto per fare due nomi, e sulla maggiore possibilità per Barone di allenarsi e giocare (il capitano è divenuto babbo da pochi mesi, e naturalmente ha avuto altre priorità!).
La questione del campo di gioco a che punto è?
“Per ora non ci sono prospettive. Al momento il Siena Nord ci ha dato la sua disponibilità a farci allenare sul suo terreno di gioco, in sintetico, in questi mesi in cui lo stato del nostro è pressoché pietoso e di questo ringrazio la società”.
Sulla possibilità di disporre di un terreno di gioco in erba anziché in fango o sabbia e di uno spazio adeguato per gli allenamenti si giocherà gran parte del futuro del rugby senese. All’Acquacalda gli spogliatoi non sono sufficienti, lo spazio per Club house è inesistente e tutto deve essere fatto su un unico terreno. E Banca Cras ha superato i duecento tesserati.
“Teniamo presente che in molte città si sta iniziando a investire sulla palla ovale. Senza andare troppo lontano nella vicina Firenze in accordo con il Comune sta per essere ristrutturato il Padovani, il campo più importante, ed è prevista la costruzione di tre nuovi terreni. Per chi non lo sapesse il campo di gioco, per il rugby, è più importante che per altre discipline, perché è tutt’uno con la Club house (la sede sociale), dove giocatori e appassionati si ritrovano per convivi, per vedere le partite in tv, per il terzo tempo. E’ una delle caratteristiche basilari di questo sport, dove i rapporti sociali sono importanti quanto quelli tecnici. Spero che in un prossimo futuro si possano prendere contatti con le amministrazioni locali e avviare una road map che ci consenta di risolvere questo problema che rischia di strangolare la nostra crescita”.
Abbiamo visto che negli anni scorsi è stato possibile intervenire cospicuamente sugli impianti sportivi del Petriccio, di via Custoza e di Torre Fiorentina.
“D’altra parte non è possibile, con le risorse di cui disponiamo, tentare da soli. Da soli possiamo gestire l’ordinaria amministrazione”.
