"Mi alleno sei volte a settimana", dice la promessa del salto in alto

SIENA. Prosegue la nostra rubrica dedicata ai giovani atleti senesi distintisi nella propria disciplina di appartenenza. Dopo aver raccontato le storie del mezzofondista Yohanes Chiappinelli e della schermitrice Alice Volpi, ci rituffiamo nuovamente nell’atletica con Matteo Baldi. Impiegato da circa 4 anni presso una fabbrica all’interno della quale vengono progettati e costruiti macchinari per la farmaceutica e cosmetica, Matteo è passato all’atletica dopo aver praticato calcio per quasi 10 anni. “Mi mancavano voglia e motivazione per sfondare nel calcio” ci ha raccontato, elementi che ha invece trovato sin da subito nell’Atletica leggera. Ecco cosa ci ha raccontato in dettaglio.
Com’e nata la passione per questo sport?
Ho praticato per 10 anni calcio, poi a 16 anni ho smesso per mancanza di voglia e motivazione e 2 anni dopo, a scuola, è nata la mia passione per l’atletica, quando la professoressa ci faceva fare le gare per i giochi della gioventù.
Come ti sei avvicinato a questa disciplina e quando hai pensato di poterla praticare a livello agonistico?
Come ho detto, mi sono avvicinato a questo sport grazie alla scuola e da subito il mio allenatore mi ha fatto fare le gare, anche perchè un atleta deve avere un obbiettivo, una gara, un trofeo, altrimenti vengono a mancare le motivazioni per continuare ad allenarsi.
Qual è il rapporto che hai con il tuo allenatore?
Il rapporto con il mio allenatore è molto bello; prima di tutto è un amico, e dopo è un preparatore atletico.
Che tipo di risultati hai ottenuto sin qui?
Sin qui sono riuscito a partecipare a 3 Campionati Italiani (la manifestazione più importante in Italia) e a fare, quest’anno, con la misura di 2,05 mt il record sociale di salto in alto della UISP Atletica Siena.
Che tipo di preparazione fisica conduci per poterti mantenere ai tuoi livelli?
Noi, diciamo, “agonisti”, facciamo dai 5 ai 6 allenamenti alla settimana, e chi riesce anche qualcuno in più. Non è facile l’Atletica, in quanto devi allenare tutto il tuo corpo in diverse sfumature, forza, velocità, elasticità, flessibilità, e questo comporta numerosi allenamenti e sacrifici.
Ti è mai pesato rinunciare al tempo libero o agli amici per allenarti?
No, anche perchè se per te comincia ad essere un peso non riusciresti a fare 6 allenamenti alla settimana.
Sacrificheresti la possibilità di avviare una certa carriera professionale pur di continuare a praticare questa disciplina?
Allora, questa è una domanda difficile, io conosco, bene o male i miei limiti atletici, so che per vivere facendo l’atleta dovrei “vincere le olimpiadi un paio di volte” e questo sarebbe un vero e proprio miracolo. Quindi credo che continuerei ad allenarmi nei limiti del possibile, ma comunque al primo posto metterei il lavoro.
Cosa ti attrae di questo sport in maniera particolare?
In questo sport mi attrae la sua completezza nel allenamento di ogni parte del corpo, lo spirito che c’è alle gare, l’avversario non esiste, se non dentro di te e tutti gli altri ragazzi sono dei compagni e non il nemico da battere.
Se dovessi convincere un bambino o un giovane ad approcciarsi a questa disciplina che cosa gli diresti?
Che se ha voglia di fare un vero sport, e ha voglia di farsi un bel “mazzo”, l’atletica è lo sport che fa per lui.
(Foto di Andrea Bruschettini)
Com’e nata la passione per questo sport?
Ho praticato per 10 anni calcio, poi a 16 anni ho smesso per mancanza di voglia e motivazione e 2 anni dopo, a scuola, è nata la mia passione per l’atletica, quando la professoressa ci faceva fare le gare per i giochi della gioventù.
Come ti sei avvicinato a questa disciplina e quando hai pensato di poterla praticare a livello agonistico?
Come ho detto, mi sono avvicinato a questo sport grazie alla scuola e da subito il mio allenatore mi ha fatto fare le gare, anche perchè un atleta deve avere un obbiettivo, una gara, un trofeo, altrimenti vengono a mancare le motivazioni per continuare ad allenarsi.
Qual è il rapporto che hai con il tuo allenatore?
Il rapporto con il mio allenatore è molto bello; prima di tutto è un amico, e dopo è un preparatore atletico.
Che tipo di risultati hai ottenuto sin qui?
Sin qui sono riuscito a partecipare a 3 Campionati Italiani (la manifestazione più importante in Italia) e a fare, quest’anno, con la misura di 2,05 mt il record sociale di salto in alto della UISP Atletica Siena.
Che tipo di preparazione fisica conduci per poterti mantenere ai tuoi livelli?
Noi, diciamo, “agonisti”, facciamo dai 5 ai 6 allenamenti alla settimana, e chi riesce anche qualcuno in più. Non è facile l’Atletica, in quanto devi allenare tutto il tuo corpo in diverse sfumature, forza, velocità, elasticità, flessibilità, e questo comporta numerosi allenamenti e sacrifici.
Ti è mai pesato rinunciare al tempo libero o agli amici per allenarti?
No, anche perchè se per te comincia ad essere un peso non riusciresti a fare 6 allenamenti alla settimana.
Sacrificheresti la possibilità di avviare una certa carriera professionale pur di continuare a praticare questa disciplina?
Allora, questa è una domanda difficile, io conosco, bene o male i miei limiti atletici, so che per vivere facendo l’atleta dovrei “vincere le olimpiadi un paio di volte” e questo sarebbe un vero e proprio miracolo. Quindi credo che continuerei ad allenarmi nei limiti del possibile, ma comunque al primo posto metterei il lavoro.
Cosa ti attrae di questo sport in maniera particolare?
In questo sport mi attrae la sua completezza nel allenamento di ogni parte del corpo, lo spirito che c’è alle gare, l’avversario non esiste, se non dentro di te e tutti gli altri ragazzi sono dei compagni e non il nemico da battere.
Se dovessi convincere un bambino o un giovane ad approcciarsi a questa disciplina che cosa gli diresti?
Che se ha voglia di fare un vero sport, e ha voglia di farsi un bel “mazzo”, l’atletica è lo sport che fa per lui.
(Foto di Andrea Bruschettini)