Per il direttore del Biotecnopolo: "identifica in tempi brevissimi i bersagli più promettenti"
Rino Rappuoli SIENA. Un nuovo studio pubblicato su Science Translational Medicine segna un punto di svolta nella ricerca sui vaccini contro il vaiolo delle scimmie. La novità più significativa riguarda l’uso dell’intelligenza artificiale, impiegata per identificare in modo diretto e rapidissimo il bersaglio virale di anticorpi isolati da persone guarite o vaccinate.
Il team di ricerca ha analizzato migliaia di anticorpi umani grazie all’intelligenza artificiale e alla piattaforma AlphaFold3 e ha poi ricostruito il loro bersaglio con una precisione mai raggiunta finora. Per la prima volta la tecnologia ha individuato l’antigene OPG153 partendo solo dalla sequenza amminoacidica dell’anticorpo. È un risultato che cambia i tempi della ricerca, perché riduce la scoperta di nuovi antigeni da anni a pochi giorni.
Le analisi cryo-EM e gli studi preclinici hanno confermato il valore di OPG153 come candidato per vaccini e terapie anticorpali di nuova generazione. La ricerca arriva mentre si rafforza l’idea che l’immunità indotta dal vaccino oggi in uso possa durare poco. In questo contesto, la capacità dell’intelligenza artificiale di indicare in modo immediato nuovi bersagli rappresenta un salto tecnologico decisivo per la preparedness globale.
Rino Rappuoli, direttore scientifico della Fondazione Biotecnopolo di Siena, sottolinea la portata di questo passaggio. “Questo studio dimostra che l’intelligenza artificiale può identificare in tempi brevissimi i bersagli più promettenti. Cambia il modo in cui sviluppiamo i vaccini e apre una fase nuova per la protezione dalle malattie emergenti”.
Lo studio nasce dalla proficua collaborazione fra ricercatori italiani e statunitensi e rafforza ulteriormente il ruolo della ricerca italiana nei programmi internazionali dedicati alla sicurezza sanitaria.






