“Migliorativa la riduzione rispetto all’ipotesi iniziale del 30%, ma servono risorse europee per le filiere più esposte come il vino. Aspettiamo di capire questione dazi zero”

TOSCANA. “L’accordo con tariffe al 15% è sicuramente migliorativo rispetto all’ipotesi iniziale del 30% che avrebbe causato danni fino a 300 milioni di euro gravando sul prezzo finale dei consumatori americani e sul Made in Tuscany agroalimentare. Tuttavia, il nuovo assetto tariffario, avrà impatti differenziati tra i settori e deve essere accompagnato da compensazioni europee per le filiere penalizzate anche considerando la svalutazione del dollaro. Dobbiamo aspettare di capire bene i termini dell’accordo e soprattutto di leggere la lista dei prodotti agroalimentari a dazio zero sui quali ci auguriamo che la Commissione Ue lavori per far rientrare, ad esempio, il vino che altrimenti sarebbe pesantemente penalizzato”.
È quanto afferma Coldiretti Toscana commentando l’accordo trovato tra Europa e Usa dopo l’incontro di ieri tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen. L’impatto dei dazi sul settore potrebbe ridurre dello 0,2% il valore aggiunto del comparto primario secondo l’analisi di Irpet. I settori più penalizzati, dall’introduzione dei dazi, sarebbero vino e olio che insieme valgono il 93% del totale delle esportazioni oltreoceano con un valore poco inferiore al miliardo di euro.
Come già ribadito, Coldiretti Toscana sottolinea che non possono essere ammessi in Italia prodotti agroalimentari che non rispettano gli stessi standard sanitari, ambientali e sociali imposti alle imprese europee. È fondamentale che l’Unione Europea continui a difendere con fermezza il sistema delle Indicazioni Geografiche, che rappresentano una garanzia di qualità e origine, e un presidio culturale ed economico del nostro cibo.
“Abbiamo sempre sostenuto la necessità di arrivare ad un accordo anche per superare l’incertezza portando ad una riduzione nel primo trimestre del 5,6% delle esportazioni, un dato in controtendenza rispetto alla media decennale. – spiega ancora Coldiretti Toscana – Gli Stati Uniti restano un mercato fondamentale, il primo sbocco extra UE per i nostri prodotti, dove dobbiamo proteggere i consumatori dalle imitazioni del falso made in Italy. In un mercato già invaso da prodotti tarocchi dobbiamo portare avanti un’azione strutturale per promuovere il Made in Italy autentico e contrastare l’italian sounding, che negli Stati Uniti provoca ogni anno perdite stimate in 2 miliardi di euro per il nostro solo agroalimentare”.
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