Prove di vendemmia in Toscana: la Versilia la prima a partire con la raccolta dei primi grappoli dell’annata 2025/2026

TOSCANA. Prove di vendemmia in Toscana dove la raccolta tra i filari di Pinot Nero e Chardonnay destinate alle bollicine Made in Tuscany è appena partita. Le altalene climatiche degli ultimi mesi non influenzeranno la vicina annata vinicola con le uve che si presentano, alla vista, belle ed in salute. Anche dal punto di vista della quantità le previsioni sono incoraggianti con la produzione che dovrebbe essere in linea con la media degli ultimi anni (circa 2,2 milioni di ettolitri). A fornire una prima proiezione è Vigneto Toscana, l’associazione dei viticoltori di Coldiretti, in occasione dell’avvio della vendemmia con la raccolta dei primi grappoli di Pinot nero e chardonnay per gli spumanti nell’azienda Il Segreto di Massarosa.
“Il momento più critico di questa stagione sono state le temperature bollenti di fine giugno ed inizio luglio: una settimana in più a quelle temperature avrebbe compromesso un anno di lavoro e la prossima annata. In questa fase temiamo le grandinate che, come successo nel Chianti e nell’area della Vernaccia, possono essere devastanti nell’immediato, portando ad un azzeramento del raccolto e per le prossime annate visto che servono anni alle viti per riprendersi dopo un evento di questo tipo. Non prevediamo una vendemmia anticipata come si era ipotizzato alcune settimane fa. Cruciali saranno le prossime settimane per definire esattamente qualità e quantità di questa vendemmia nella nostra regione. – spiega Letizia Cesani, Presidente di Coldiretti Toscana – Le uve si presentano sanissime e di grande qualità: elementi che ci portano a pensare che saranno in grado di darci dei vini che potranno invecchiare a lungo. Le escursioni termiche di queste ultime settimane garantiranno alla prossima annata dei buoni profumi ed una buona struttura. La qualità sarà ancora di più la chiave su cui puntare per consolidare la presenza dei nostri vini sui mercati internazionali e intercettarne di nuovi anche alla luce dei recenti scenari nazionali dove i dazi sulle importazioni negli Stati Uniti rischiano di avere un impatto molto negativo sul nostro agroalimentare. L’auspicio è che il vino, il prodotto più esportato negli Stati Uniti, sia escluso o che, in alternativa, sia beneficiario di misure di compensazione o aiuti per trovare nuovi sbocchi commerciali”.
Partite con le uve da spumanti Pinot e Chardonnay – precisa Vigneto Toscana – le operazioni di raccolta di estenderanno ad agosto alle varietà Ciliegiolo, Merlot e Vermentino, per proseguire a settembre ed ottobre con il Sangiovese e Cabernet sauvignon, vitigni cardine della produzione vinicola toscana, in particolare per vini come il Chianti Classico e il Brunello di Montalcino.
Ma l’inizio della vendemmia cade anche in un momento delicato per il settore, con i dazi Usa che vanno a colpire il principale mercato di riferimento in valore per le cantine toscane, mentre proseguono i tentativi di ingiustificata demonizzazione di un prodotto che rientra a pieno titolo nella Dieta Mediterranea e i cui benefici legati a un consumo consapevole sono stati ampiamenti provati. Il vino è un settore importante per il Made in Tuscany a tavola nel mondo. Una icona interplanetaria a cui contribuiscono 16 mila azienda che coltivano 60 mila ettari a vite di cui il 32% con metodo biologico; 58 le indicazioni geografiche riconosciute, di cui 52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT che generano un valore alla produzione di poco meno di 1,2 miliardi di euro ed altrettanti di esportazioni con il 74% delle bottiglie vendute nei paesi extra Ue.
Per informazioni www.toscana.