“Nessun condizionamento dai nemici di Siena. Le esclusioni sono sempre dolorose”

SIENA. “Un percorso condiviso che coinvolga tutti i soggetti che a vario titolo partecipano all’organizzazione del Palio per affrontare tutti assieme le criticità emerse e tutti assieme individuare le opportune soluzioni”. Così il sindaco di Siena Luigi De Mossi oggi, martedì 5 luglio, durante la conferenza stampa che si è tenuta in Palazzo Pubblico e relativa al Palio del 2 luglio scorso.
“Servono buon senso, responsabilità, equilibrio e amore per il Palio e per Siena, da parte di tutti. Sono convinto che così sarà ad agosto – ha aggiunto il sindaco – Siena ha ritrovato la sua ‘eccezionale normalità’ dopo due anni di drammatico stop e questo è un dato. La storia è tornata, anche se non è mai facile riallacciare un filo che si è interrotto. La comunità ha avuto la forza di riprende il discorso, anche gestendo le questioni relative alla sicurezza pubblica. Quando ho parlato di ‘Palio bello’, ho usato questa espressione per difendere la sua immagine esterna. Ho usato quei termini anche per rispetto alla vittoria della Contrada del Drago, che peraltro mi stava ospitando in quel momento. Non tutto è andato per il meglio. Sia chiaro, errori sono stati commessi anche da parte dell’amministrazione. Il sindaco di Siena in primis, in quanto rappresentate della comunità e del Comune, è chiamato a prendersi le sue responsabilità e non solo. Io lo faccio, come ho sempre fatto e come ho sempre messo la mia faccia di fronte a tutti. Lo faccio anche questa volta e significa analizzare con lucidità tutto quello che è successo”.
“Non devo e non posso entrare nelle scelte dei Capitani – ha proseguito De Mossi – . Avevo fortemente auspicato la scelta di cavalli esperti e lo ribadisco per varie ragioni: su tutti, quella che dopo due anni sarebbe servito un lotto di animali che conoscevano il tufo per quattro giorni e una corsa in maggiore sicurezza, al di là poi della fatalità. E’ stata presa un’altra strada, legittima per le strategie che ci sono sempre state. Il Comune è disposto a ragionarne, tutti insieme, con le Contrade e la città. Il Palio è una festa così bella anche perché ha saputo evolvere le proprie regole alle mutazioni sociali. Se si avverte la necessità, perché non farlo. Ognuno per le sue competenze e responsabilità”.
“E’ stata sollevata anche la questione del tufo – ha spiegato De Mossi – ma abbiamo bagnato a più riprese il tufo stesso e in maniera maggiore rispetto al passato”. “In tutto questo sono da rifuggire – ha proseguito De Mossi – le strumentalizzazioni politiche, di qualsiasi colore, in un momento in cui la comunità deve unirsi anche contro gli attacchi dall’esterno e per un percorso di costruzione, certo guidato dal Comune, ma che coinvolga tutti”.
“L’esclusione di un cavallo è sempre dolorosa – ha spiegato ancora il sindaco – non si fa a cuor leggero, ma dopo attente e accurate valutazioni, capisco l’amarezza delle Contrade escluse. L’obiettivo è sempre correre il Palio in dieci e che le prove servono anche per verificare certe situazioni, per poi far tornare i cavalli nelle rispettive stalle. Non inseguiamo e non ci facciamo condizionare dagli animalisti o da coloro che, anche in queste ore, si confermano essere nemici di una città e di una comunità”. “Sul Mossiere – ha concluso Luigi De Mossi – faremo adeguate riflessioni assieme ai Capitani, come previsto dal Regolamento, riflessioni che sono state già avviate”.
“Faccio subito una precisazione – ha attaccato De Mossi -. Questa amministrazione non si sottrae alle sue responsabilità. Ci sono stati tanti episodi in cui venivano attaccati i miei dipendenti ma ho sempre detto che la responsabilità è del Sindaco, e non sono un fuggiasco di carattere. Quando sono andato ad onorare e omaggiare il Drago, in quel momento ero a rendere onore alla contrada che ha vinto il Palio. In quell’occasione credo sia legittimo dire che avevano fatto un bel Palio. C’è un altro aspetto più dirimente, tutto quello che dice il Sindaco, soprattutto nei giorni del Palio, ha un rimbalzo a livello nazionale. La prima difesa che devo fare è la tutela della Festa. Se fossi stato a dire che non va bene niente pensate cosa sarebbe potuto succedere. Avete visto come la stampa nazionale ha riportato il Palio di Siena? Il mio primo compito è tutelare il Palio. Ci sono state delle discrasie e dei problemi e per quello che riguarda il Comune mi assumo la responsabilità, per migliorare.
Non sono perfetto, sono altri che pensano di esserlo. Certo che ci sono stati dei problemi. L’obiettivo che ci siamo posti come amministrazione, era quello di fare tornare incavalli tutte nelle loro stalle. Il secondo obiettivo, mancato, era di fare correre un palio in 10. Chi organizza il Palio è l’amministrazione ma ci sono tante sfumature. Pensate a quello che sarebbe potuto succedere se un cavallo avesse avuto un serio problema, invece i problemi sono tutti in via di risoluzione. È nel nostro DNA amare i cavalli, non per fare favoreggiamenti. Se io sono il vostro sindaco è quella di rispettare la vostra sensibilità. Sono due anni che non si faceva il Palio, qualunque problema è stato ingigantito del 1000%. Però se ci fosse stato un incidente grave, cosa sarebbe successo? In questo primo anno di rinascita l’attenzione deve essere massima, in modo particolare. C’è chi vuole fare finire il Palio, ma non è solo una corsa di cavalli, è una cosa sociale.
Dobbiamo essere tutti insieme, e ho già parlato col decano dei capitani, per registrare questa stupenda macchina che essendo stata ferma due anni qualche ruggine l’ha mostrata. E se è colpa dell’amministrazione cercate me. Ma siccome è un rito collettivo e di popolo dobbiamo lavorare tutti insieme. I miei difetti sono enormi ma la direzionalità di come mi muovo credo sia nota a tutti. Posso piacere o non piacere, ma ho i miei colori ben precisi: bianco e nero. Verranno fatte tutta una serie di valutazioni e da qui al momento del prossimo Palio. Non possiamo non tenere conto della mossa. Io non tiro responsabilità addosso alle persone. Io mi prendo le mie, quelle che ci sono, ma sicuramente l’amministrazione cerca di fare del suo meglio.
Anche il Covid è stata una grossa preoccupazione, ad oggi non sembra essere scoppiata una bolla Covid a Siena, ma è presto forse. Nonostante questo il Palio lo abbiamo fatto, anche se non è venuto bene, ora lo posso dire. Ma davanti a tutti quelli che ci guardano dobbiamo dire che il Palio è una cosa straordinaria, perché è così. Dispiace aver corso in 6, ma mi sarebbe dispiaciuto di più se fosse successa una tragedia, se i cavalli si fossero infortunati in maniera irreversibile, invece dalle notizie che abbiamo, sappiamo che non è così.
Il problema mossiere e mossa
“Io ho parlato con Ambrosione, che era a casa e mi ha detto di aver avuto un malessere. Anche il mossiere può non sembrare un’attività di natura atletica, ma in realtà lo è. Non stare bene vuol dire non fare sganciare il canape. Le dietrologie le lascio a voi. Su Bircolotti, durante le prove erano tutti soddisfatti. Il Palio ha avuto tanti problemi, e certamente anche in questo senso ci sono stati problemi, ne parleremo col decano. Per rispetto di tutti dobbiamo incontrarci con i capitani e parlare”.
I cavalli esclusi
“Ai cavalli sono state fatte le radiografie. In particolare a quello della Civetta. Se abbiamo provato a fargli fare la prova generale era per vedere se poteva correre. Io poi mi fido dei miei veterinari, e non li ho esclusi per un dubbio: noi avevamo la certezza. Il tema è che noi vogliamo bene ai cavalli, e la nostra attenzione è vera. Se sono stati esclusi è perché avevano un problema. Tanto tempo fa gli esami odierni non si facevano, e siamo in grado di giudicarli in maniera più approfondita. Io non mi faccio dettare le regole dagli animalisti come da nessuno, perché questa città è una repubblica. Sul palco abbiamo discusso un minuto per gli esclusi, per il grande senso di responsabilità di tutti i capitani.
Ci sarà da ragionare sul protocollo, e non sono cose che si fanno in una settimana. Da qui al Palio di agosto la vedo complicata. Ma che servano dei correttivi è indubbio”.